Dopo settimane di incertezze è diventato ufficiale: il bonus mobilità ci sarà. L'esigenza di regolare quello che sarà un flusso di persone completamente diverso soprattutto nelle grandi città si è tradotto, in termini governativi, in un bonus che lo Stato garantirà per l'acquisto di mezzi elettrici e affini fino al 60% del costo del mezzo da noi scelto e comunque in misura non superiore ai 500 euro.

Bonus mobilità, cos'è?

Vista la gran confusione generata a riguardo, il ministero dell'Ambiente ha pubblicato le linee guida sul funzionamento del bonus che sarà valido anche retroattivamente per acquisti fatti a partire dallo scorso 4 maggio. Per usufruire del bonus, in sostanza, verrà rilasciata un'applicazione specifica che sarà accessibile entro 60 giorni dalla pubblicazione in GU del decreto attuativo del buono mobilità stesso. Attenzione, però, perchè per accedere all'app bisognerà essere in possesso delle credenziali Spid, il Sistema pubblico di identità digitale. 

Ci saranno dunque due fasi, una antecedente il rilascio dell'app ed una successiva. Nella prima, il cittadino dovrà pagare inevitabilmente il prezzo pieno, per essere poi successivamente rimborsato. Nella seconda fase sarà possibile invece pagare direttamente il 40% o comunque l'eccedenza rispetto ai 500 euro massimi di bonus previsto. 

Cosa posso comprare con il bonus mobilità 

Esclusi gli accesso come il casco, nuovi fari ecc praticamente tutto. E non solo nuovo, perchè il bonus, fattura permettendo, sarà valido anche per l'usato: biciclette innanzitutto, comprese e-bike a pedalata assistita e handbike; veicoli (nuovi o usati) per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica(come monopattini, segway, hoverboard); e servizi di mobilità condivisa a uso individuale (esclusi quelli mediante autovetture, come il car sharing).

Potranno richiedere il bonus i cittadini maggiorenni che hanno la residenza (e non il domicilio) nei capoluoghi di Regione (anche sotto i 50.000 abitanti), nei capoluoghi di Provincia (anche sotto i 50.000 abitanti), nei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti e nei comuni delle Città metropolitane (anche al di sotto dei 50.000 abitanti).