Il calcio come metafora di vita.
L'amicizia, la vita vissuta insieme, i sogni e gli sbagli, ma anche la consapevolezza di dover dare tutto, come metafora del calcio. Alberto Uncini Manganelli ripercorre la storia di molti, voler diventare campione del mondo, che parte dalle emozioni di tre bambini di sei anni dietro a un pallone e finiranno per condividere tutto quello che, simbolicamente, sarebbe romanzabile in quei 90 minuti che sanno di erba, spogliatoio e rumore di tacchetti.
Perfino di 5 crociati anteriori.
La storia di Albi, Maxi e Ricki è quella di un'amicizia che ha seguito la passione per il calcio, di un legame al di là del campo ma che nel campo ha trovato tutto quello di cui aveva bisogno. Una macchina del tempo, non solo perchè la narrazione poggia le sue basi su ciò che è stato quando si era piccoli abbastanza da credere che tutto potesse essere diverso, ma perchè il modo di intendere il calcio è di quelli di una volta, un'espressione che torna buona un po' per tutto ma non impedisce di localizzare una storia autentica, di sentimenti, di legami, riconoscibile da chiunque.
E' per questo che i proventi di 'Tre amici, un pallone' saranno destinati a Common Goal, organizzazione benefica che supporta progetti di sviluppo per i bambini attraverso il calcio nelle comunità più svantaggiate del mondo. L'obiettivo è destinare l'1% del fatturato dell'industria calcistica a favore di quelle associazioni che si impegnano a favore dei bambini.
Hanno già aderito campioni e campionesse del calcio come Paulo Dybala, Pernille Harder, Juan Mata, Vivianne Miedema, Alex Morgan, Giorgio Chiellini, Claudia Ferrato, Serge Gnabry, Megan Rapinoe, Dani Olmo, Timo Werner, Jürgen Klopp ed Eric Cantona, ma anche dirigenti come Aleksander Ceferin e campioni di altri sport, come Casey Stoner, Akani Simbine e Wayde van Niekerk.
'Tre amici, un pallone' sono i diversi punti di vista: di chi vuole diventare qualcuno, chi vuole solo giocare, chi riconosce la bellezza in quello che fa. Come Albi, Maxi e Ricki.
Alberto Uncini Manganelli traccia nel suo racconto autobiografico la storia di un'amicizia che dura da oltre quattro decenni, con l'augurio che anche i bambini più sfortunati, in qualsiasi parte del mondo essi siano, possano godere senza condizionamenti della magia che tre amici e un pallone riescono ogni volta a regalare.
