L'origine dell'inchiesta è l’Istituto paritario “Italo Calvino” di Conza della Campania, in provincia di Avellino. Lì numerosissimi studenti sborsavano, sino a poco tempo fa, circa 5mila euro per ottenere "facilmente" un diploma di scuola superiore: pratica da oggi scongiurata, perché la Procura ha ordinato il ritiro ed il sequestro di tutti gli attestati, anche perché, secondo ma magistratura, falsi.
Un'attività che pare sia iniziata già intorno al 2010, ed 'orchestrata' da tre 'soci', per i quali oggi sono arrivate tre ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari: l'accusa è di falso in atto pubblico per il conseguimento di diplomi.
E fin qui, nulla di nuovo, verrebbe da dire, visto che la pratica è tristemente nota, da tempo, in un po' tutto il BelPaese. Peccato che stavolta, ad esser implicato nell'inchiesta ci sarebbe anche un calciatore di Serie A: si tratta di Antonio Donnarumma, 24enne riserva di Perin al Genoa, e celebre per esser stato lanciato nel grande calcio dalle giovanili del Milan.
Nativo di Castellammare di Stabia, nel 2005 sbarca nella cantera meneghina, dove vince il campionato Allievi nel 2007 e la Coppa Italia Primavera nel 2010. A 18 anni viene addirittura convocato in diverse occasioni con la prima squadra, pur senza mai scendere in campo.
Nel luglio del 2010 va in prestito al Piacenza, dove viene utilizzato come riserva di Mario Cassano. Esordisce da professionista nel 2010, a 20 anni, in Coppa Italia. Rientrato al Milan, viene girato al Gubbio in prestito, nell'anno del ritorno dei rossoblù in Serie B dopo 63 anni. Titolare in campionato, passà alla fine, nel 2012, a titolo definitivo al Genoa, nello scambio che ha portato Ferretti in rossonero. Da allora svolge alternativamente il ruolo di terzo o secondo del Grifo: acclamato per la professionalità - e adesso cercato anche da squadre blasonate, a febbraio ha rinnovato il suo contratto al Genoa fino al 2018.
Oggi, però, la notizia dello scandalo: ci sarebbe anche lui, come riporta 'il Mattino', difatti, tra gli indagati nello scandalo dei 'diplomi facili' dell' «Italo Calvino» d'Avellino. Anche la sua licenza è stata sequestrata.