L'esito del consulto della commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia richiesto lo scorso novembre dal sindaco di Milano, Beppe Sala, ha dato un preciso esito: l'impianto di San Siro, per i tecnici del governo, non ha interesse culturale, dunque non esisterà alcun vincolo che potrà essere imposto e dunque, ancor più semplicemente, l'impianto potrà essere abbattuto. 

 La motivazione, che nel suo titolo potrebbe suscitare un certo stupore, è in realtà precisa e motivata: "Trattasi, allo stato attuale, di un manufatto architettonico in cui le persistenza dello stadio originario del 1925-'26 e dell'ampliamento del 1937-'39 risultano del tutto residuali rispetto ai successivi interventi di adeguamento realizzati nella seconda metà del Novecento e pertanto non sottoposti alle disposizioni perché non risalenti a oltre 70 anni. Le stratificazioni, gli adeguamenti e gli ampliamenti fanno dello stadio un'opera in continua trasformazione in base alle esigenze legate alla pubblica fruizione e sicurezza e ai diversi adeguamenti normativi propri della destinazione ad arena calcistica e di pubblico spettacolo".

Per Inter e Milan, questa, potrebbe rappresentare un'ottima notizia, poiché negli ultimi mesi continui erano stati i confronti tra le società e il comune sulla realizzazione di un nuovo impianto che prevedesse un salvataggio della vecchia struttura ma contemporaneamente un processo secondo cui guardare avanti con un'impianto più moderno.