Per andare allo stadio, dal 2021/2022, sarà necessario essere vaccinati contro il Covid-19. O, comunque, essere certi di non essere positivi, cosa verificabile solo attraverso un tampone negativo nelle 48 ore precedenti all'evento.
Che si tratti di musica o di sport, il green pass - al dibattito non solo della sfera politica ai più alti livelli, italiani e internazionali - diventa di fatto il lasciapassare unico per partecipare ai grandi eventi: il DPCM del governo Draghi che verrà emanato in questa settimana definirà tutti gli ambiti di applicazione e modalità di rilascio del certificato che ci consentirà, finalmente, di tornare alla vita che vogliamo. Ma andiamo per ordine.
Green Pass per andare allo stadio
Il processo messo in opera per le partite di Euro 2020 si replicherà e applicherà anche in ambito territoriale italiano. Il tutto, anche per venire incontro alle richieste dei club, che man mano vorrebbero anche tornare all'apertura totale dei loro stadi, per ricominciare a introitare dai tifosi come in epoca pre-Covid: una richiesta legittima, che verrà incontro anche alla voglia degli italiani di tornare a tifare lontani dai divani di casa. Ma realizzabile solo tramite un passaggio: l'accesso alle strutture solo per chi sarà vaccinato contro il Covid con doppia dose, o per chi potrà certificare la propria negatività, sottoponendosi ad un tampone.
Si partirà con un'apertura non totale (tra il 25% e il 50%) di curve e tribune, per poi, con tutta probabilità, e in base all'andamento dei contagi - ma anche e soprattutto delle ospedalizzazioni - puntare al ritorno al 100%. Di fatto l'applicazione del Green Pass negli stadi riguarderà anche gli eventi che verranno tenuti al lor interno: l'ultimo, possibile, scoglio era rappresentato dalla posizione della Lega, che però nelle ultime ore è stata smussata dalle dichiarazioni, in merito, del suo segretario Matteo Salvini, che ha dichiarato che "Per andare a San Siro, con 50 mila, o a concerti da 40 mila il Green Pass ha senso".
Il calcio in presenza, per i no-vax, è e sarà, di fatto off-limits.
Tra giovedì e venerdì il decreto Draghi
Il decreto che verrà approvato dl Governo Draghi, probabilmente già tra questo giovedi e venerdi, segnerà un preciso cambio di rotta. Con le vaccinazioni che ormai, in Italia, hanno raggiunto quota 62 milioni di dosi totali, e il 51,07 % della popolazione over 12 che ha completato il ciclo vaccinale, si può partire con le imposizioni e i vincoli. Nelle ultime ore si continuerà a trattare, nell'ambito del confronto con l'opposizione ma anche delle posizioni della Lega, che di Green Pass per determinati ambiti non vuole sentir parlare: ma una direzione, in tal senso, è già stata intrapresa. E, stando alle ultime indiscrezioni, prevede una sorta di via di messo tra le richieste dei meno convinti, e i sostenitori della linea Macron. Che, però, in Francia ha fatto sì che le prenotazioni vaccinali raggiungessero punte clamorose, al momento dell'annuncio delle limitazioni per i no-vax, imposte dal Presidente della Repubblica transalpina.
Green Pass per ristoranti, discoteche, palestre, metro e autobus
Stando a quanto filtra, il Green Pass sarà necessario per entrare nei ristoranti al chiuso, ma potrebbe bastare anche la prima dose, per garantirsi una cena, un pranzo o un aperitivo tra le mura di un'attività di ristorazione. Tutto consentito, invece, all'aperto.
In bilico i bar, che dovrebbero comunque restare fuori - almeno per ora - dal decreto. Nelle discoteche, invece, il Green Pass vero e proprio (che prevede che sia già stata somministrata la seconda dose di vaccino) sarà di fatto imprescindibile: anche in Inghilterra, come annunciato da Boris Johnson, "per entrare nei locali e avere accesso ad altri luoghi affollati servirà la seconda dose". Ma non solo: il Green Pass potrebbe essere esibito anche per accedere in piscina, in palestra, ai concerti, ai convegni, salire sui mezzi pubblici a lunga percorrenza (come treni e aerei). Il tutto, a iniziare da agosto.
Tampone gratuito per i vaccinati con una sola dose?
E non ci saranno discriminazioni: considerato che il Green Pass si ottiene con la vaccinazione o con un tampone negativo, secondo La Stampa è al vaglio anche l'ipotesi di garantire tamponi gratuiti a tutti coloro che si sono prenotati o che sono in attesa della seconda dose. Così facendo si verrebbe incontro alle ovvie e legittime richieste dei giovani, senza andare a investire cifre folli per garantire a chiunque il Green Pass stesso (in tal caso, temporaneo). Il tutto potrebbe essere rivisto a settembre: ovviamente, anche in base all'andamento della pandemia in Italia. Anche perché restano ancora due punti in bilico, che probabilmente resteranno fuori dal decreto di questa settimana: il lavoro e le scuole. L'esecutivo governativo, di fatto, può prendersi ancora qualche settimana prima di rendere obbligatorio il green pass anche per il personale scolastico, mentre nelle ultime ore il dibattito ha coinvolto anche il mondo delle aziende.
Come riporta Il Tempo, Francesca Mariotti di Confindustria ha chiesto al Governo che, "Al fine di tutelare tutti i lavoratori e lo svolgimento dei processi produttivi nel pieno rispetto delle libertà individuali, Confindustria ha proposto l'estensione dell'utilizzo delle certificazioni verdi - cd. green pass - per accedere ai contesti aziendali/lavoristici, avviando interlocuzioni con il governo ai fini di una soluzione normativa in tal senso. [...] l'intento è quello di consentire ai datori di lavoro di richiedere l'esibizione di una certificazione verde valida ai fini di regolare l'ingresso nei luoghi di lavoro e/o lo svolgimento delle mansioni lavorative dei vari soggetti".
Lavoro, scuola, trasporti, svago, ristorazione: non ci sarà più spazio per il Coronavirus. Né per chi, nella prevenzione alla malattia, non intende credere. O, peggio ancora, per i negazionisti.