60 anni ancora da compiere, una carriera ultratrentennale, ed un personaggio realizzato nel magico mondo dello sport - nella fattispecie della Formula 1 - rimasto nei cuori di tutti gli appassionati. Parliamo del capomeccanico Oriano Ferrari, interpretato dal poliedrico attore, doppiatore e comico Marco Della Noce, che ora sta vivendo un periodo difficile a causa del recente divorzio dalla sua compagna. Sfrattato da casa sua, ora, l'interprete, tra le altre cose, di Mai Dire Gol, Made in Sud, L'ottavo Nano e Striscia la Notizia, vive in auto. Così sempre il Giorno: "In condizioni economiche decisamente precarie, Dalla Noce si è visto costretto a chiedere aiuto ai servizi sociali che nell’immediato non hanno però potuto aiutarlo lasciandolo di fatto in mezzo alla strada. «Mi hanno promesso– ha affermato il celebre cabarettista – che nei prossimi giorni cercheranno di trovare una sistemazione. Nel frattempo dovevo arrangiarmi. Mai avrei pensato che dopo trentacinque anni trascorsi a fare ridere la gente mi sarei trovato a piangere per una situazione veramente difficile che non auguro a nessuno». Sfrattato nei giorni scorsi dalla sua abitazione di Lissone, i guai per Marco Della Noce sono iniziati con la separazione dalla moglie che giustamente ha preteso gli alimenti per i due figlioli, arrivando a chiedere il pignoramento della partita Iva, dettaglio questo che ha fatto precipitare l’attore e doppiatore cinematografico in una spirale dalla quale non ha più potuto uscire". 

Un problema difficile anche e soprattutto a livello psicologico: "Senza soldi, senza un lavoro remunerativo e continuativo, e soprattutto senza la prospettiva di saltarci fuori, il ‘capo meccanico della Ferrari’ è andato in crisi: «Soffro di una depressione e in questo momento sono in cura presso l’ospedale di Niguarda. Sto vivendo un dramma interno che mi lacera. Fortunatamente ci sono i miei tre figli ai quali voglio un bene dell’anima. Sono loro la vera forza che mi fa andare avanti»".

Al Corriere, invece, Della Noce ha raccontato: "Durante una separazione conflittuale, sono arrivato ad un punto a cui non pensavo di arrivare. Sono rimasto senza lavoro, ho avuto lo sfratto dall'ufficiale giudiziario, sono 20 giorni che non ho casa e neanche più una famiglia. Non posso vedere i miei figli non avendo un luogo consono dove vederli. [...] Con la crisi del lavoro che c'è attualmente però spesso non ce la facevo a soddisfare le richieste che il giudice diceva di dare, ed ho accumulato un debito, che ha fatto partire i pignoramenti. Nel nostro mondo non si è indispensabili. Tutto questo mi ha portato qua, ma senza vergogna ora racconto la mia storia, che è cominciata 2 anni fa. E io senza accorgermene sono caduto in depressione che sto curando all'ospedale. E' un limbo lento, una tortura giapponese, anche perché io avevo già lo sfratto esecutivo e mi arrivò l'ennesimo pignoramento. E poi io soffro di questa visibilità: chi lavora nello spettacolo è gente che lavora col cuore. Ho trovato molta solidarietà, però, nelle persone comuni che hanno saputo la mia storia: meno male che li ho fatti ridere nel passato. La loro solidarietà non è poco".