Il tema razzismo è uno degli argomenti più spigolosi in generale, nel mondo del calcio in particolare: non è un caso che a distanza ed in maniera del tutto scollegata siano stati due esponenti di spicco a dire la propria a riguardo. Javier Tebas (in conferenza stampa), presidente de LaLiga, dall'altro Roberto Mancini (a margine dell'evento Valori in rete organizzato dal Ministero dell'Istruzione), c.t. dell'Italia. Di seguito le loro parole.

Tebas e la soluzione contro il razzismo

“Se gli organi competenti cedono alla Liga la giurisdizione in ambito di lotta al razzismo in 6 mesi risolviamo il problema. Abbiamo evitato il fallimento economico della Liga col nostro intervento, e non ho dubbi sul fatto che sarà molto più facile farla finita col razzismo se la cosa dovesse passare sotto la nostra competenza. Bisogna cambiare le regole e arrivare, come in altri Paesi, alla possibilità di togliere punti alle squadre le cui tifoserie mostrino comportamenti di tipo razzista o omofobo. Sono favorevole alla chiusura delle curve, anche se la cosa pregiudica anche tifosi che non hanno fatto nulla, e all’abbandono del campo da parte di chi è sottoposto ad abusi. Riceviamo poche denunce da parte degli altri tifosi, li invito a farlo: più si denuncia meglio è”.

Mancini e la sua proposta contro il razzismo

“Purtroppo certe persone vanno allo stadio solo per fare cose incomprensibili. Bisognerebbe finirla, perché uno deve andare allo stadio per divertirsi e vedere la partita. Bloccare le partite in caso di episodi di razzismo? Potrebbe essere una buona idea, ma tutto va valutato. Solitamente esageriamo quando certe cose capitano in Italia, ma avvengono purtroppo in tutta Europa, in tutto il mondo“.