Lorenzo Insigne è uno dei grandi protagonisti di questo inizio di stagione. Ancelotti gli ha cambiato ruolo, avvicinandolo di più alla porta, ed il calciatore partenopeo ha risposto con sei gol in campionato ed uno in Champions, decisivo, contro il Liverpool. Protagonista di una buona prestazione in Nazionale contro la Polonia, il numero 24 del Napoli ha rilasciato una bella intervista ai microfoni della Lega Serie A. Tanti i temi affrontati, a partire dall'amore verso la maglia azzurra: "Napoli è la città più bella al mondo, abbiamo tutto: il mare, il sole, si mangia bene in qualsiasi posto vai. La mia passione per la squadra azzurra è nata dove abitavo, a Frattamaggiore. Sono cresciuto lì con tutta la famiglia, che ci vive ancora. Ci torno poco da quando gioco in A col Napoli, ma ho tanti ricordi. Qualche anno fa comprai un cagnolino e volli chiamarlo ‘Pocho’, in onore di Lavezzi, che stava facendo le fortune del Napoli".

UN PASSATO COMPLICATO - "Prima di arrivare in azzurro feci vari provini, con Torino e Inter ad esempio, e fui sempre scartato per la mia statura, ma non ho mai mollato. Ho fatto tanti sacrifici perché non ho mai voluto studiare. La mia famiglia era numerosa, mio padre non guadagnava abbastanza e mia madre mi disse che se non volevo farlo dovevo allora andare a lavorare. Ero un venditore ambulante, mi svegliavo alle sei del mattino e nel pomeriggio andavo ad allenarmi, ma spesso mi addormentavo negli spogliatoi. Mi veniva a svegliare il mister (ride, ndr). Non ho mai mollato, se hai un sogno bisogna crederci fino alla fine. Nella vita tutto può succedere, mai dire mai”.