Bruno Fernandes, capitano e leader del Manchester United, ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato - senza mezzi termini - di come il club avrebbe deciso di cederlo ma senza comunicarglielo, o di come alcuni compagni non diano valore alla maglia che indossano. Parole molto dure ma sincere quelle del capitano, che confermano il grande attaccamento al progetto Manchester United nonostante gli anni molto difficili. 

Man. United, la confessione di Bruno Fernandes  

“Sarei potuto andarmene come fanno in tanti e dire: ‘Voglio andar via, non voglio allenarmi. Voglio partire per 20 o 30 milioni, perché dall’altra parte mi pagano di più’. Ma non l’ho mai fatto. Non mi sono mai sentito nella posizione di farlo, perché ho sempre percepito che l’empatia e l’affetto che avevo per il club fossero reciproci. Ma arriva un momento in cui, per loro, i soldi diventano più importanti di qualsiasi altra cosa. Il club voleva che me ne andassi, questo ce l’ho ben chiaro in testa. L’ho detto anche ai dirigenti, ma penso che non abbiano avuto il coraggio di prendere davvero quella decisione".

Delusione dal club 

"Però, dalla parte del club, ho avuto la sensazione che ‘se te ne vai, per noi non è un grosso problema’. Questa cosa mi fa molto male. Più che ferirmi, mi rende triste, perché sono un giocatore sul quale non c’è nulla da criticare: sono sempre disponibile, gioco sempre, bene o male che vada. Do tutto me stesso". 

Scelta di rimanere 

"Ho deciso di rimanere a Manchester per motivi personali, ma anche perché io tengo davvero a questo club. Ho parlato a lungo anche con il nostro allenatore, che mi ha convinto a rimanere".