Un campionato alle spalle terminato al nono posto, la voglia di ripetersi e se possibile migliorarsi, una Sampdoria da ridisegnare con la sua impronta: Roberto D'Aversa parla del suo progetto blucerchiato alla Gazzetta dello Sport.

D'Aversa e il sistema di gioco alla Samp

"Noi col Parma eravamo partiti dal 4-3-3, poi trasformato in 4-3-2-1, apportando variazioni sia in fase difensiva sia offensiva. Credo che analizzando questa Samp, il punto di partenza debba essere quello di partire con le due punte. I due attaccanti sono il punto di partenza per andare a ragionare sul sistema di gioco. In fase difensiva ho sempre impostato la squadra a quattro dietro. Garantisce più equilibrio".

Sampdoria, ripartire dai 52 punti

"Sicuramente è un obiettivo difficile, ma con il lavoro si può ripetere. Una squadra con le potenzialità per fare 52 punti deve avere l’ambizione di poter fare meglio. E credo che nella testa dei giocatori ci sia ancora questo rimpianto. Non posso parlare solo di salvezza adesso, vorrebbe dire far sentire la squadra già appagata dal risultato dell’ultimo campionato. Certi obiettivi li raggiungi solo se vai al massimo. Anche con le grandi ci dovrà essere l’ambizione da parte nostra di giocarcela sempre".

Sampdoria, D'Aversa sul mercato e su Damsgaard

"Le difficoltà ci sono sempre state, ma una squadra che fa 52 punti, meno la tocchi, meglio è. Damsgaard? Nei primi incontri con il presidente, quando doveva ancora iniziare l’Europeo, gli dissi che difficilmente avremmo potuto tenere Damsgaard, ma al tempo stesso che a Mikkel farebbe bene fare un altro anno in Italia. L’esempio più lampante è Kulusevski. Due anni fa fece tre partite nell’Atalanta, poi una stagione con continuità. Ceduto per 44 milioni".

Sampdoria, D'Aversa su Quagliarella

"Prima di arrivare pensavo a una gestione di Fabio per preservarne la qualità. Sino ad oggi non ha saltato mezzo allenamento, sembra un ragazzino. Comunque Fabio va tenuto il più vicino possibile all’area di rigore".

D'Aversa (Getty Images)
D'Aversa (Getty Images)