Fare cassa, per consentire libertà di manovra a Sabatini sul mercato per arrivare agli obiettivi sensibili della società (Brozovic, Witsel, El Shaarawy, per il quale è già arrivato l'OK al Milan, Milik, Ansaldi e van der Wiel). Questo l'obiettivo primario della Roma, che adesso deve trovare un'adeguata collocazione ai vari Iturbe e Ljajic, tutti pronti a rientrare alla base, ma soprattutto a Dzeko, il vero, grande interrogativo della stagione appena trascorsa. L'investimento fatto in estate dalla società capitolina per il bosniaco è stato consistente: 15 milioni di cartellino e 9 lordi all'anno di ingaggio, fino al 2020. La cessione al bosniaco - che, però, va ancora avallata da Spalletti, che deve individuare un'alternativa valida, e Pallotta - consentirebbe alla Roma un risparmio lordo d'ingaggio superiore ai 35 milioni, che verrebbero immediatamente re-investiti: ecco perché Sabatini sta vagliando le opportunità di interesse per il suo centravanti, che è già stato rifiutato dal Milan, che poteva riceverlo in cambio di El Shaarawy. La società giallorossa ha fissato il prezzo: con 14 milioni cash l'ex City andrà via. Il Galatasaray è stata sinora l'unica squadra a farsi avanti seriamente, ma preferirebbe, pur aumentando la cifra del riscatto intorno ai 16-17 milioni, prenderlo in prestito con diritto. Un'opzione che potrebbe anche andare bene alla Roma, che però preferirebbe la cessione immediata, ed a titolo definitivo. Il direttore sportivo del club turco ha già incontrato il procuratore di Dzeko: servirà anche trovare l'accordo con il diretto interessato, che dalla sua sta bene a Roma, vuole rigiocare la Champions, e non sembra convintissimo dai messi del Gala, recentemente estromesso dalla UEFA dalle coppe europee per le note violazioni del Fair Play finanziario. Molto più abbordabile, in tal senso, la cessione in Premier, da dove però ancora non sono arrivate offerte concrete. Sabatini e Roma, in attesa: l'obiettivo è chiudere al più presto la parentesi Dzeko.