Benitez via da Napoli, direzione Premier (West Ham in pole, ma anche da Liverpool le chiamate non mancano). Il Real, che oggi liquiderà Ancelotti, chiama Emery - come scrive oggi AS - e Klopp - che in conferenza stampa ha scherzosamente risposto "Una cerveza, por favor" a chi gli chiedeva del suo futuro in Spagna - , lo ha tentato, ma le possibilità che Rafa domani diventi il nuovo tecnico dei blancos realisticamente parlando sono poche.
Mihajlovic, che tra poche ore incontrerà la dirigenza blucerchiata per dire addio, pronto a prendere il suo posto a Napoli: per lui è pronto un triennale da circa 2.2 milioni a stagione. Zenga, infine, a Genova, dopo il biennio da titolare, in porta, trascorso tra il '94 e il '96: il giro delle panchine è pronto a innescarsi. Ma stanti le conferme di Garcia - probabile, a meno di clamorose novità - alla Roma, e di Allegri, Mancini e Pioli, mancano solo un paio di tasselli, per definire in toto lo schema della panchine del 2015-2016. E molto, in tal senso, dipenderà da Vincenzo Montella.
L'impressione, in quel di Firenze, è che l'aeroplanino, con la brutta figura contro il Siviglia, abbia chiuso un ciclo. Viola ormai dall'11 giugno 2012, Montella conclude così un triennio abbastanza positivo, dal quale è venuta fuori un'idea di gioco limpida ed affascinante, che già, a cavallo tra il 2013 ed il 2014, aveva impressionato Silvio Berlusconi. Ora il Cavaliere, alle prese col gioco delle parti relativo alla cessione societaria, pare aver deciso: anche a costo di pagare, seppur in parte, la clausola (pari a 5 milioni) che lega il tecnico alla Fiorentina, la decisione pare esser presa.
Troppo difficile convincere Emery, che si gioca un altro trionfo europeo con il Siviglia. Troppo impegnativo Ancelotti, nonostante Galliani sia a Madrid per fare un estremo tentativo: Carletto ha già detto la sua, spiegando che il suo 'no' è praticamente definitivo. troppo ardua l'impresa, logistica e comunicativa, di gestire un Conte a mezzo servizio con la Nazionale. E, soprattutto, basta con gli esperimenti: dopo Seedorf e Inzaghi, serve un allenatore rodato ed esperto, buon conoscitore del nostro calcio ma anche assai poco costoso, sia sotto il profilo dell'ingaggio che delle pretese in sede di campagna acquisti. Ecco perché anche l'idea di portare finalmente, dopo il vano tentativo del 2006, a Milano Marcello Lippi pare più una suggestione legata alle avances dei cinesi, che una concreta opportunità, destinata a sfociare in un futuro a braccetto.
Ecco perché anche la Fiorentina si muove: ed in pole, oggi, per succedere a Montella, c'è Sarri. Ieri Pucciarelli a fine partita ha candidamente ammesso che il suo mister merita una grande squadra: e per prossimità, ambizioni, ed ambiente, l'ideale sembra proprio essere quello viola. Vero, la lista dei Della Valle oggi è lunghissima. A partire da Mazzarri, ancora alla ricerca d'un riscatto in Italia; con Donadoni chance concreta e Di Francesco anch'egli pronto a spiccare il volo. Spalletti e Prandelli, considerate le pretese, sembrano più che altro delle romantiche suggestioni: Sarri, invece, servirebbe anche a dare il la ad un'imminente ricostruzione che potrebbe passare per almeno un paio di rinforzi empolesi, che rispondono ai nomi di Mario Rui e Valdifiori. Il primo passo, intanto, resta il congiunto addio tra Montella e Della Valle: l'appuntamento per l'addio è fissato in settimana. Poi l'ampia rosa dei papabili verrà sfogliata con attenzione.