La cessione di Balotelli è stata ormai praticamente ufficializzata, ed il Milan, già diversi giorni, è al lavoro per cercare di sopperire all'assenza di un attaccante che ha comunque saputo garantire un certo contributo, a prescindere da considerazioni di tipo ambientale e comportamentale, in quest'anno e mezzo in rossonero. Diversi i nomi della lista, uno in particolare quello che ha un po' caratterizzato l'intera estate milanista: quello di Cerci.

 

Gli scambi con Cairo sono stati numerosi, ma ad una conclusione, o presunta tale, ancora non si è arrivati. Domanda e offerta sono ancora lontani, così come precisato dallo stesso presidente del Torino in un'intervista alla GdS. Cairo ha confessato di sentirsi con Galliani, ma anche di avere qualche problema a trattare con l'ad rossonero: "Ha il braccino corto... Battuta a parte, Galliani fa il suo mestiere, i suoi interessi. Ricordo solo che Cerci arriva da due grandi stagioni, l’ultima con 13 gol e 11 assist e lo cercano dall’estero".

 

Un messaggio chiaro, che però Cairo ha voluto unire ad un altro ben preciso: non sarà Cairo ad impedire a Cerci di andare in una grande squadra. "Non ho la necessità di vendere Cerci, i conti della società sono a posto, bilancio sano anche se a oggi ho speso 22 milioni e ne ho incassati 10. Nel momento in cui un calciatore ha ambizioni non sono io a tarpargli le ali".