Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo, ha concesso un'intervista alla "Gazzetta dello Sport" in cui ha parlato in particolare del futuro di Domenico Berardi, sempre tra i pensieri della Juventus forse già per gennaio.

Sulla stagione del Sassuolo

«Il voto è appena sufficiente. Sapevamo che sarebbe stato un campionato difficile anche per le scelte sul mercato: abbiamo preso dei giovani che hanno bisogno di maturare e stranieri che devono integrarsi con calma. Per noi questo è un anno zero e già in passato avevamo vissuto una stagione meno felice per poi ripartire di slancio. Però nel ritorno il Sassuolo deve tornare nella posizione che gli compete. Vorrei la salvezza prima possibile in modo che poi ci si possa divertire».

Su Dionisi

«In un club come il nostro l’allenatore è sempre la persona più importante perché sposa il progetto e lo porta avanti con entusiasmo e dedizione. Anche quest’anno valuto il suo lavoro in modo positivo: mi piace come sta affrontando la sfida. Poi, se arriverà un’opportunità importante per lui come accadde a De Zerbi, ne parleremo insieme».

Sulla possibile retrocessione

«La Serie A è difficilissima, salvarsi è complicato per tutti. Però noi abbiamo l’ambizione di puntare a qualcosa di più della salvezza e pensiamo che, anche per errori nostri, ci manchino cinque punti».

Sulle frasi di Mourinho a Berardi

«Mi è dispiaciuto sentire certe parole da un grande allenatore. Per noi educazione e rispetto sono alla base di tutto e nessuno può insegnarci queste cose».

Su Berardi alla Juventus

«Non lo vendo, glielo dico subito. A gennaio non vendo nessuno e, in base alle opportunità che si verranno a creare, vedremo come intervenire. Noi ascoltiamo tutti e valutiamo. Ma a gennaio non vendiamo i giocatori importanti».

Su Laurienté e il precedente di Boga

«Boga fu ceduto a gennaio? Laurientè oggi è più centrale nel progetto di quanto lo fosse allora Boga. E su Berardi aggiungo questo: è un ragazzo serio, un grande professionista che tiene molto al Sassuolo. In estate, dopo la mia chiusura alla cessione, non ci fu bisogno di chiarirsi: a volte il silenzio è più importante delle parole, soprattutto tra persone che si conoscono bene e si stimano come noi due».