Il calciomercato non dorme mai, neanche nei giorni in cui la squadra si gioca un trofeo in campo contro la Lazio: domani infatti non è prevista solamente la finale di Coppa Italia, ma anche un incontro fra la dirigenza bianconera e lo staff di Edinson Cavani per trovare un accordo definitivo in vista di un ipotetico passaggio dell’ex Napoli alla Juve.
Le pretese del Matador sono chiare: circa 8 milioni di euro all'anno, 2 in meno rispetto a quanto guadagna attualmente. La Juve prova a spalmare, e propone un quadriennale da circa 6 milioni più bonus, uno in più rispetto a quanto percepisce oggi Tevez. L'idea è quella di sostituire, tra un anno, l'oneroso ingaggio dell'Apache con quello del Matador, e di gestirli entrambi nel solo 2015-2016 in funzione dei sostanziali introiti derivanti dal cammino nell'attuale Champions League. Poi, una volta convinto il ragazzo, si passerà a trattare con il PSG che, dalla sua, non vuole ancora sentir parlare della cessione di Cavani. Dovrà essere l'attaccante - che ha ancora contratto sino al 2018 - a forzare la mano con la sua dirigenza, e spingerla a cederlo. Il tutto, mentre dalla Spagna rilanciano un forte interesse del Real Madrid - pronto all'ennesima campagna acquisti rivoluzionaria -, che a sua volta potrebbe dire addio a Gareth Bale, richiesto dallo United.
NON SOLO ARRIVI - No, perchè la Juve sta già pensando anche a sfoltire la rosa. Arrivato in bianconero dal Toro, con allegati strascichi polemici inevitabili, Angelo Ogbonna non ha mai entusiasmato nelle due ultime stagioni alla corte della Vecchia Signora: classe ’88 anche nel giro della Nazionale italiana, l’ex granata potrebbe lasciare Torino quest’estate. Non mancano le squadre che lo seguono da più o meno vicino, lui vorrebbe provare eventualmente un’esperienza in Premier League, ed è proprio in questo senso che si registra l’interesse del Tottenham e, soprattutto, del Liverpool.
I contatti di Marotta e Paratici con la dirigenza degli inglesi pare siano già avviati, la speranza bianconera è quella di monetizzare quel tanto che consenta di riuscire a non registrare una minusvalenza nel bilancio di riferimento.