Dichiarazioni destinate a far discutere, in un momento caldissimo di frizione tra tifoseria e dirigenza nerazzurra, quelle del ds dell’Inter, Piero Ausilio, durante il Corso di Perfezionamento in Diritto Sportivo e Giustizia Sportiva all’Università di Milano.

Tra i concetti più interessanti, riportati da calciomercato.com, anche valutazioni di mercato, in rapporto alle disponibilità di Suning, ma all’impossibilità di investirle come vorrebbe la dirigenza nerazzurra: “Oggi non è possibile pensare che nel calciomercato si possano spendere 200 o 300 milioni di euro. E non perché non lo si voglia, ma perché è impossibile. Noi oggi abbiamo una proprietà forte, solida. La nuova proprietà cinese potrebbe tranquillamente comprare i giocatori più famosi tipo Cristiano Ronaldo, ma la verità è che non possiamo farlo perché c’è quel famoso Financial Fair Play, che tiene conto dello sviluppo del club, che a sua volta deve avere una struttura che gli permette di arrivare a giocatori di una certa importanza. È un percorso che richiede tempo, idee, management. Bisogna fare meno errori possibili, sicuramente meno di quelli che abbiamo fatto quest’anno, dove ce ne sono stati tantissimi”.

Poi il retroscena sulla trattativa per Dybala: ”Nel calcio ci si prova. L'Inter ha provato a prendere Dybala, ma con la Juve c'erano 20 milioni di differenza e alla fine è andato lì".

Sulla situazione attuale e sul trend difficilmente invertibile che vede la Juventus davanti a tutte le altre: ”Ogni giorno trovate sui giornali giocatori che prenderemo e soldi che spenderemo, ma la verità è che dobbiamo rispettare il tetto salariale. Il nostro fatturato è tra i 200 e i 230 milioni di euro, mentre quello della Juve, che partecipa regolarmente alla Champions League, è di 400 milioni. Ci sono quasi 200 milioni di differenza tra l’Inter e la Juve. Dopo la retrocessione hanno lavorato seguendo un idea di business, hanno investito nel settore giovanile, hanno avuto una grande visione dal punto di vista manageriale. Hanno costruito il proprio stadio e gradualmente alzato gli stipendi, hanno lavorato sullo sviluppo commerciale e poi, dal momento in cui vinci e partecipi alla Champions, puoi partire da +50 milioni di euro. Loro riescono a fare questo con continuità ed è per questo che c’è grande differenza con le altre. E' una forbice che può ancora allargarsi e si fa fatica a recuperare, perché non si recupera con il calciomercato. Non si recupera prendendo i migliori calciatori, perché poi i migliori calciatori vanno dove ci sono più soldi, dove possono giocare la Champions. Perché vogliono vincere. Questo non significa che ci rinunciamo, dobbiamo sviluppare un discorso, rischiare qualcosa, e quando rischi a volte va bene e volte va male. Bisogna rischiare anche prendendo calciatori giovani. Gabigol? No quello è qualcosa di diverso, ma non posso spiegarlo…”