Una squadra in attesa di risposta (la Juventus). Due che lo corteggiano (PSG e Atletico Madrid). Un ritorno, prima o poi, da concretizzare (Boca Jrs) e, nel frattempo, una Coppa America da giocare e, possibilmente, vincere. Sono giorni impegnativi, questi, per Carlos Tevez, che si apre a goal in Argentina, e rivela: "Arriva un momento in cui capisci che il calcio ti annoia: quando si gioca per tanto tempo senza poter riposare allora si inizia rivalutare tutto. Meglio farlo con i bambini per la strada, ci si diverte di più. Mi definisco il giocatore della povera gente: ogni volta che esulto dopo una rete mostro i nomi dei quartieri di Buenos Aires: faccio questo perchè voglio che quel popolo senza nulla non venga mai dimenticato, io provengo da lì e quella è casa mia".
E in effetti, casa sua è l'Argentina. E il Boca, a cui la Juventus avrebbe chiesto un conguaglio di 15 milioni per riprendersi subito l'apache. Tanti, troppi, considerato anche l'esborso importante da mettere a bilancio - due anni a 5 milioni di euro - per il suo ingaggio. Quel che è certo è che il Boca ci proverà, e sino alla fine: il Presidente Angelici sta negoziando con il suo agente Tevez ed ha deciso di recarsi in Cile per continuare la pressione e formalizzare la sua proposta contrattuale.
"Dopo la partita tra Argentina e Uruguay (si gioca martedì 16 giugno), prenderò un caffè con lui", ha ammesso Angelici, che predispone quindi anche un decisivo summit con Adrian Ruocco, rappresentante del giocatore. "E' un'operazione difficile e ci vorrà molta pazienza, ma Tevez mi ha sempre manifestato la sua voglia di tornare, per sé ma anche per i suoi figli": la Juve, dalla sua aspetta, anche vagamente indispettita. Sia nel caso in cui decida di andar via, sia in quello che decida di restare, l'Apache deve sbrigarsi a comunicarlo.