Ora, in casa Juve, è legittimo sognare. Di tutto e di più: non solo in vista della finale contro il Barcellona, ma anche in vista della prossima stagione. Ecco perché Marotta, che oggi chiuderà con il Palermo l'affare Dybala, prosegue il suo lavoro con il PSG per Cavani. Il piano resta quello già, parzialmente, discusso con i transalpini: l'uruguagio - sempre costretto a giocare largo, chiuso com'è, al centro, da Ibrahimovic - può rientrare nell'affare che porterebbe Pogba a Parigi, ma anche esser trattato indipendentemente da esso, considerato che il francese non è estasiato dalla destinazione, e preferirebbe City o Real. Ecco perché, in attesa di discutere l'affare con la dirigenza PSG, si lavora direttamente sull'attaccante ex Napoli. Le pretese sono chiare: circa 8 milioni di euro all'anno, 2 in meno rispetto a quanto guadagna attualmente. La Juve prova a spalmare, e propone un quadriennale da 5,5 milioni più bonus, uno in più rispetto a quanto percepisce Tevez. L'idea è quella di sostituire, tra un anno, l'oneroso ingaggio dell'Apache con quello del Matador, e di gestirli entrambi nel solo 2015-2016 in funzione dei sostanziali introiti derivanti dal cammino nell'attuale Champions League. Poi, una volta convinto il ragazzo, si passerà a trattare con il PSG che, dalla sua, non vuole ancora sentir parlare della cessione di Cavani. Dovrà essere l'attaccante - che ha ancora contratto sino al 2018 - a forzare la mano con la sua dirigenza, e spingerla a cederlo. A quel punto, Pogba o meno, il sogno della Juve potrebbe realizzarsi: un tridente Tevez - Cavani - Dybala metterebbe paura davvero a chiunque.
Parallelamente si pensa anche al centrocampo. Ed a prescindere dalla cessione di Pogba, tra qualche mese si dovrà capire anche come gestire la pesante eredità di Andrea Pirlo: tra meno di una settimana il magico numero 21 compirà 36 anni, e, come dichiarato in prima persona qualche giorno fa, in caso di vittoria della Champions, lascerebbe la Juventus per andare a chiudere la carriera all'estero. Ha già delle importanti proposte provenienti dagli Emirati, dalla MLS e dal Liverpool (dove Rodgers l'ha scelto per prendere il posto di Gerrard), ma a prescindere dall'esito di Juve-Barcellona del 6 giugno prossimo e dalla sua decisione personale, servirà lavorare nell'immediato per dare ad Allegri un uomo di costrutto in mezzo al campo, in grado di non far pesare l'addio - imminente o meno - del calciatore bresciano. Ecco perché, nelle ultime ore, è tornata ad essere caldissima anche la pista che può portare a Marco Verratti: il talentino del PSG è ormai un centrocampista completo, in grado di fare ambo le fasi con la stessa efficacia, e che ha acquisito peraltro una notevole esperienza internazionale. E' lui il prescelto da Marotta e dalla dirigenza torinese per completare un centrocampo che, dovesse riuscire a confermare anche Vidal, Pogba e Marchisio, diverrebbe ulteriormente affidabile. Ma come affrontare le trattative Cavani e Verratti col PSG, senza sacrificare all'altare della ricostruzione il cartellino del francese? Ipotesi fattibile, ma solo mettendo mano al portafogli. Che, però, grazie alla cavalcata Champions, è ora più che mai ben gonfio. Ed a fine stagione, quando arriveranno (in toto) i quasi 100 milioni derivanti dalle tante partite di Coppa, si potrà anche ribaltare il gioco delle parti, e discutere con i transalpini della doppia cessione, cercando di non inserire nella trattativa Pogba. La valutazione che fa il PSG di Cavani non è inferiore ai 45 milioni. Con circa 35, invece, si può entrare in gioco anche per il pescarese: il Bayern ha già fatto una prima offerta da 30, ai francesi, per il ragazzo, che però è stato cercato anche dal Barcellona che sta a sua volta per dire addio a Xavi. Adesso, però, con in tasca un tesoretto invidiabile, ed una prospettiva internazionale quantomeno equiparabile - alla luce dei risultati recenti - a quella di bavaresi e catalani, anche la Signora può rientrare in gioco. Con un vantaggio in più, rispetto alle avversarie: la fede del calciatore, sin da piccolo tifoso della Signora, e che non ha mai negato di potere, un giorno, tornare in Italia. Magari proprio con la maglia della Juve, addosso.