Un esperimento fallito quello che riguarda il trasferimento di Pablo Armero al Milan. Galliani, dalla sua, s'era però cautelato, nutrendo dubbi non solo tattici in merito alla collocazione da terzino mancino del colombiano: in quel ruolo, d'altra parte, Inzaghi ha scelto De Sciglio, e per l'ex azzurro gli spazi sono già ridottisi all'osso. Ecco che allora la formula - prestito secco - con cui era arrivato ad agosto a Milano potrebbe giocare a favore dei rossoneri. Già a gennaio, difatti, il Milan potrebbe affondare il colpo per un fluidificante di maggior gradimento al mister, e Armero potrebbe restare in rosa fino a fine stagione per poi tornare a Udine. In tal senso il primo nome della lista, Manuel Pasqual, potrebbe sfumare prontamente. A calciomercato.com l'agente del terzino classe '82 ha smentito ogni ipotesi d'addio alla Viola, nonostante il contratto in scadenza e la continua panchina. Ed ecco allora che, in soccorso dei rossoneri, potrebbe arrivare da Verona (dov'è in prestito dall'Atalanta), a bassissimo costo, Davide Brivio. 26 anni, ancora molti anni da percorrere lungo la sinistra, un tiro al fulmicotone che non dispiace e tanta voglia di far bene. Cosa che a fatica riesce a fare all'Hellas, dove Mandorlini continua a preferirgli l'esperto Agostini.
Con l'Atalanta, d'altra parte - con la quale i rapporti sono sempre più buoni, a maggior ragione dopo l'acquisizione di Bonaventura - si continua a parlare anche del profilo di Cigarini, che resta un'alternativa primaria a Khedira, che ha un contratto troppo elevato per stessa ammissione dell'A.D. meneghino.
Questione attacco. Con Menez ormai definitivamente colocato in posizione centrale, al posto di Torres o in alternativa dietro le sue spalle, si sono ridotti drasticamente gli spazi per Giampaolo Pazzini, che ora più che mai valuta l'addio. Secondo alcuni su di lui sarebbe tornata prepotentemente la Lazio ma solo per giugno, visto che ancora a gennaio Djordjevic e Klose continueranno a far staffetta. Poi, a fine stagione, l'avventura del tedesco a Roma potrebbe terminare e il Pazzo cercare un'ultima, importante avventura di fine carriera in biancoceleste. Al Milan, a quel punto, con un Torres con un anno in più ed un centravanti in meno, servirebbe tornare a bomba sul mercato per garantirsi un futuro ancora prolifico. E l'idea, costosa ma affascinante, risponderebbe al nome di Zaza.
Marotta ha placato i tifosi, e spiegato che, prima o poi, il lucano tornerà alla Juve. Il problema sta nella somma da versare al Sassuolo: oggi il cartellino del centravanti, prima in comproprietà, è in toto del club neroverde. La Juventus però vanta ancora un diritto di riacquisto (modello Morata) a giugno per 15 milioni di euro o nel 2016 per 18. Molto, insomma, dipenderà dal futuro dello spagnolo: se restasse a Torino, insieme a Llorente e Tevez, gli spazi per la definitiva consacrazione di Simone si ridurrebbero all'osso, ed allora l'ipotesi Milan, squadra per cui peraltro tifa da sempre, avanzerebbe concretamente. Da La Repubblica, intanto, arriva l'ennesima spintarella: sarebbe stato lo stesso calciatore ad aver coinvolto, nella nascitura ipotesi di trattativa tra Squinzi e Berlusconi, Cosimo Latronico, deputato di Forza Italia e coordinatore della Basilicata per il partito dell'ex Premier. Obiettivo: "candidare" Zaza al Milan, direttamente con Berlusconi. A giugno, chissà, una volta 'snellito' il monte ingaggi dagli emolumenti di Pazzini, ed in virtù d'un nuovo corso giovane e votato all'offensiva, quello rossonero potrebbe essere il destino giusto per il tifosissimo Zaza.