La Sampdoria lo aveva ceduto per risparmiare uno stipendio oneroso e valorizzarlo in vista di una cessione quasi certa a giugno 2014, Sergio Romero aveva accettato di andare al Monaco per giocare un torneo di vertice e rendere sempre più salda la sua titolarità con l’Argentina in vista del Mondiale più atteso, in casa dei nemici di sempre, il Brasile.
Le uniche cose certe di questa premessa sono che il Monaco in Francia sta giocando un torneo di vertice – l’1-0 inflitto nell’ultimo turno all’Ajaccio rinsalda il secondo posto dei ragazzi di Claudio Ranieri, a soli 2 punti dal Paris Saint-Germain capolista – e che il Mondiale 2014 si giocherà in Brasile. Per il resto il ragionamento fa acqua da tutte le parti.
Perchè Romero nel Principato, dopo 4 mesi, ha giocato appena una gara, e brutta per giunta, la sconfitta per 1-0 contro il Reims nel terzo turno della Coupe de la Ligue, che ha sancito l’uscita dei monegaschi dalla competizione. Per il resto tanta panchina e anche un po’ di tribuna per Chiquito, che rischia continuando così di lasciare per strada l’ambito obiettivo, il Mondiale carioca da titolare con la sua Argentina.
E così, con il mercato di gennaio alle porte, sono forti le voci riguardanti un presunto ritorno dell’arquero argentino a Genova, dove troverebbe un Mihajlovic pronto ad accoglierlo, non troppo convinto dallo status di titolare di Angelo Da Costa. Resta tuttavia il problema dell’ingaggio: per le casse di Corte Lambruschini, alleggerite ulteriormente proprio dallo staff di Sinisa, chiamato al posto dell’esonerato Rossi, avere a bilancio nuovamente anche solo una parte del milione e 700 mila euro percepiti da Romero rappresenterebbe un vero e proprio salasso.