Una vittoria, pur sofferta e senza troppo convincere, è arrivata, e tanto bastava per blindare il quarto posto. Che in Italia ha comunque un peso specifico importante, consentendo di evitare dei fastidiosi preliminari che potrebbero in diversi modi minare gli equilibri della stagione che verrà. All'Inter la soddisfazione è però moderata, sia perchè dopo una prima parte di stagione condotta in testa alla classifica sarebbe stato quantomeno lecito aspettarsi una maggiore lotta per un posto in Champions League, sia perchè la coppa dalle grandi orecchie avrebbe consentito un mercato sicuramente diverso.

Quella che si prospetta è invece l'ennesima estate di salti mortali, formule dilazionate e prestiti strategici. Mancini ne vorrebbe tenere cinque: Miranda, Perisic, Icardi, Brozovic e Kondogbia. Ritenuti, chi più chi meno, fondamentali per un progetto a breve e medio termine. Giocatori giovani e meno giovani, ma tutti considerati pronti per affrontare la prossima stagione. I sacrificabili? Quelli con più mercato, e che hanno anche esternato voglia di andarsela a giocare altrove. Troppi i segnali in tal senso: dalle parole di Thohir che ancora una volta ribadisce il senso di appartenenza e di sacrificio per l'Inter alla voglia di Champions che più di un giocatore ha manifestato. Potrebbero allora partire Handanovic e Murillo, anche Medel se dovessero arrivare offerte congrue. Ljajic e Telles non verranno riscattati, mentre Jovetic, sul quale vige un obbligo con il City, potrebbe clamorosamente restare. 

Ma il primo a lasciare potrebbe essere proprio il Mancio. Che nonostante sia consapevole delle difficoltà economiche del club, vuole capire se ci siano i margini per accontentare le sue personali richieste. Yaya Tourè su tutti, ma anche Zabaleta. Poi ci sarebbe il sogno Candreva, così come quello di un centrale all'altezza. Il Mancio è disposto a lasciar andare alcuni pezzi pregiati, ma solo in cambio dell'arrivo di altri. Se le strade non dovessero però incontrarsi, l'addio non sarebbe un'ipotesi così remota. E, in tal senso, c'è già chi ipotizza i sostituti: alcune voci, vicine a Moratti, parlano addirittura di un clamoroso ritorno di Leonardo, ad oggi però un'idea lontana dal potersi definiren anche solo un ipotesi. Tutto il resto è in divenire: la promessa era quella di un'estate senza rivoluzioni, la sensazione è che la parte difficile sarà quella comunque di mantenere la parola.