L’obiettivo dichiarato dalla dirigenza dell’Inter a inizio stagione era la qualificazione alla prossima Champions League e Champions League è stata. Certo, il cammino partito ad agosto e conclusosi lo scorso 20 maggio non è stato certamente né continuo né lineare, ma il risultato è stato comunque raggiunto.

Ragionare ad obiettivi è il motore di ogni società, così come tracciare un bilancio a fine anno è il modo migliore per valutare la cause che hanno portato o meno al risultato. Le voci su cui poter concentrare un’analisi lucida sono numerose, mescolate dentro un calderone di opinioni più o meno soggettive. Quello che però rimane insindacabile è il dato oggettivo: l’Inter è di nuovo in Champions League dopo 6 anni.

Doveroso cominciare parlando della società dal punto di vista operativo, considerando l’operato di Ausilio e Sabatini, appena uscito dall’orbita Suning. Il mandato della proprietà Zhang era quello di riportare l’Inter in Champions League, così da poter incrementare il valore del brand sul mercato anche grazie ad un appeal crescente, in grado di aumentare i ricavi di merchandising e attirare investitori in grado di far crescere ulteriormente il club. Da qui la disponibilità economica concessa alla dirigenza interista che, a giochi fatti, si può tranquillamente dire che abbia sfruttato in modo ottimale il budget. Escluso l’errore Dalbert, che non ha certamente soddisfatto le attese, gli altri giocatori hanno totalmente o parzialmente convinto. Nella sfera delle sufficienze possiamo collocare Borja Valero e Vecino: il primo ha disputato un ottimo girone d’andata, salvo poi calare vertiginosamente di rendimento, il secondo è passato da titolare a riserva, marcando però gol importanti, ultimo quello decisivo con la Lazio, e dimostrandosi sempre pronto quando chiamato in causa. I tre capolavori possono essere tranquillamente individuati in Skriniar, Cancelo e Rafinha. Il centrale ha incredibilmente stupito tutti per continuità e qualità, affermandosi come uno dei giocatori più determinanti del torneo e, di conseguenza, ha accresciuto il proprio valore di mercato. Cancelo e Rafinha sono state due operazioni intelligenti dal punto di vista economico e che hanno portato un chiaro valore sul campo, cambiando radicalmente il modo di giocare dell’Inter.

Rafinha (Getty Images)

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Sull’impiego di Cancelo e Rafinha è stato determinante Luciano Spalletti. Sciorinando un discorso più ampio, il tecnico di Certaldo ha avuto chiaro dal primo giorno cosa servisse per raggiungere l’obiettivo. Ha commesso degli errori durante l’anno ed ha anche dovuto rispondere a critiche secche e probabilmente giuste, ma non ha mai perso il timone . Il merito è stato quello di non aver mai dato per persa nessuna situazione, a cominciare dalla gestione di giocatori come Brozovic, terminando con le richieste contenute e oculate nel mercato invernale. Probabilmente non è l’allenatore che può portare trofei e successi, ma è sicuramente l’uomo adatto per riportare l’Inter alla soglia dell’accettabilità. Doveva centrare la qualificazione in Champions League e così è stato, differentemente dagli allenatori degli ultimi 6 anni.

Spalletti e Brozovic (Getty Images)

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Il quarto posto in classifica dell’Inter non è solo un risultato “per tifosi”, ma avrà un impatto importante sulla programmazione della prossima stagione. I tempestivi acquisti di Lautaro Martinez, De Vrij e Asamoah sono un segnale nitido su come la società abbia iniziato a lavorare con metodo, ragionando per tempo e valutando le necessità con lucidità e inaspettata esperienza. Gli acquisti qualitativi di giocatori a parametro zero sono in particolare una recente carenza storica, colmata con Asamoah e De Vrij, due profili di livello internazionale. La qualificazione darà maggior appeal al club in fase di mercato, aggiungendo alla condizioni economiche la possibilità di disputare il massimo torneo europeo. Un’arma che fa la differenza in un mercato concorrenziale come quello calcistico e che permetterà anche di risparmiare qualcosa sull’ingaggio di eventuali big. L’impatto non sarà solamente esterno, ma anche interno. La qualificazione in Champions League tampona problematiche di “mal di pancia” di alcuni giocatori orientati a calcare il palcoscenico europeo, come i vari Perisic e Icardi, ma anche Cancelo e Rafinha, che potrebbero “combattere” per rimanere in nerazzurro. Questo, per la prima volta dopo tanto tempo, permetterà di ragionare partendo da un’ossatura chiara di quella che sarà la prossima Inter e finalmente potrà scartare la classica accezione di Anno 0, in favore del più limpido e rassicurante Anno 1