Nella storia recente della Juventus pochi nomi sono stati divisivi come quello di Federico Bernardeschi. Il centrocampista offensivo ex Fiorentina spacca letteralmente in due fazioni opposte e, apparentemente inconciliabili, la tifoseria della Juventus fin dai primissimi giorni del suo acquisto.

Sbarcato in bianconero nell'estate del 2017 per 40 milioni di Euro il suo trasferimento è stato da subito oggetto di discussione. Da una parte chi giudicava la cifra spesa troppo esagerata, dall'altra chi la riteneva congrua per un centrocampista italiano di 23 anni che aveva già fatto vedere di possedere doti tecniche superiori alla media, seppur in maniera decisamente discontinua. Il tutto mentre a Firenze scoppiava la polemica per l'ennesimo tradimento di un giocatore viola passato all'arcinemica Juventus.

Alla Juventus il suo rendimento, ancora troppo altalenante, non fa che accuire il divario tra le due fazioni di tifosi. Bernardeschi alterna prestazioni di buon livello ad altre decisamente insufficienti, indipendentemente dalla caratura dell'avversario che si para davanti. Non a caso una tra le sue migliori prestazioni arriva in Champions League contro l'Atletico Madrid, una serata per lui magica e che aveva tutti i sentori di una svolta per la sua avventura alla Juventus e per la sua carriera, invece dopo quella serata magica arriva un quasi immediato ritorno nel purgatorio della mediocrità. Passano gli anni e gli allenatori ma il centrocampista offensivo non sembra riuscire mai a fare quello step mentale ed emotivo che lo potrebbe portare ad essere un elemento importante per la squadra bianconera anziché una semplice alternativa da mandare in campo in caso di assenza dei titolarissimi.

A peggiorare il suo rapporto con quel frangente della tifoseria che non lo apprezza arriva poi la dichiarazione dopo la roboante vittoria dell'Italia su San Marino, vittoria in cui Bernardeschi è grande protagonista e che nel post-partita si toglie qualche sassolino dalla scarpa sulla differente libertà di azione che ha in Nazionale rispetto alla Juventus. Che in Nazionale sia più sereno si vede poi anche durante la cavalcata che ha portato gli azzurri alla vittoria dell'Europeo, pur non essendo impiegato tra i titolari Bernardeschi si ritrova per due volte nella condizione di calciare rigori importanti, trasformandoli con la sicurezza tipica del giocatore convinto dei propri mezzi tecnici, situazione che difficilmente si è verificata nelle sue apparizioni in bianconero.

Dopo la vittoria della massima competizione europea per Nazionali Bernardeschi ha poi fatto ritorno alla Juventus dove ha ritrovato in panchina Massimiliano Allegri dopo il biennio targato Sarri-Pirlo. Fin dalle sue prime dichiarazioni il tecnico livornese ha espresso un buon interesse nel recuperare mentalmente il numero 20 bianconero, parole che si sono riflettute sul terreno di gioco dove, con il passare delle partite, Bernardeschi ha trovato mano a mano sempre più spazio. In particolar modo nella partita contro lo Spezia, quella della svolta juventina, l'ex viola è subentrato dalla panchina mostrando una grande decisione ed aiutando la squadra nei minuti finali di sofferenza a mantenere il vantaggio siglato da de Ligt. Ma anche questa volta dopo una prestazione tutto sommato utile ne sono arrivate due giudicate insufficienti nonostante le altrettante vittorie della Juventus.

Questa sera, molto probabilmente, toccherà nuovamente a lui giocare titolare viste le numerosissime assenze che falcidiano la rosa di Allegri, ma a questo punto cosa aspettarsi dalla sua prestazione è quasi come azzeccare un terno al lotto. La ragione ci spingerebbe a pensare che possa continuare il suo trend negativo delle ultime partite, il sentimento lascia un po' di spazio alla speranza che in un contesto così difficile Bernardeschi possa tirare fuori dal cilindro una prestazione positiva, così come accaduto contro l'Atletico Madrid ormai troppo tempo fa.

A far da sfondo a tutto questo c'è poi la sua situazione contrattuale: l'attuale accordo scade il 30 giugno 2022. Anche qui ragione e sentimento si contrastano: il sentimento direbbe di lasciarlo andare per far spazio a giocatori più affidabili ed utili alla causa juventina; la ragione porta invece sulla strada del rinnovo vista la difficile situazione delle casse juventine perdere un giocatore a parametro zero sarebbe quasi dilettuoso.