Non c'è niente da fare, siamo stati, siamo e saremo sempre e comunque un popolo di complottisti: certo, complotti ad orologeria, ma sempre di complotti si parla, e se non sono complotti chiari, si arriva a mistificare i pensieri espressi dagli altri per ridurli tali. E' bastata qualche pioggerellina invernale per far venire giù l'allerta meteo, non importa se fenomeni meteorologici anche di una certa importanza erano già accaduti nel recente passato, non importa se gli esperti del settore prima si esprimevano in un modo mentre oggi sposano tutt'altre tesi. Facciamo un po' d'ordine, fermo restando quanto già detto appena qualche giorno fa dopo Juventus-Torino: ieri la squadra di Allegri ha espugnato il campo del Cagliari, l'ha fatto con l'aiuto della Dea Bendata che in occasione dell'intervento di Bernardeschi nella propria area di rigore ha fatto sì che l'arbitro valutasse involontario il tocco del bianconero col braccio. Lavoro della Dea Bendata che, per fare qualche altro esempio analogo, era già entrata in azione con le stesse modalità (nessun review) già nel recente passato, si vedano a riguardo i casi relativi ai match di Lazio-Torino e Crotone-Napoli. Un modo di agire, quello della Dea Bendata, che però evidenzia ancora una volta quelli che sono i problemi principali in questo contesto: partendo dalla premessa che tocchi del genere dovrebbero essere teoricamente sempre da rigore, c'è poi da fare i conti con regolamento e protocollo VAR, due fattori non esattamente da poco conto se si vuol tentare di capire come stanno le cose in quei rarissimi casi in cui non si vuol parlare obbligatoriamente di complotti.

Regolamento che lascia troppa interpretazione in termini di interventi con mani o braccia, protocollo che dà eco a questo scenario perché poi la sensazione sulla volontarietà di un intervento non può di certo essere rivoluzionata col review. E così ci ritroviamo con gente che sbraita al motto di "campionato falsato", altra che sino a ieri spiegava bene il concetto mentre oggi non si spiega come un braccio in quella posizione non possa portare al penalty, altra ancora che non vedeva l'ora di additare i soliti carnefici: diciamocelo chiaramente, eravamo tutti in fibrillante attesa, non ne potevamo più di far finta di essere felici e tranquilli, uno stato d'ipocrisia che dovrebbe far accapponare la pelle. Ma no, niente di tutto questo perché adesso si può finalmente manifestare pubblicamente per un po' situazioni che erano state preparate ad arte: "la polemica è il sale del calcio da sempre" da un lato, "il VAR dovrebbe essere strumento di ordine pubblico dall'altro", in mezzo i "se si andava a rivedere tutto si toglievano tutti i dubbi".

Poi c'è il fesso che le polemiche non le vorrebbe vedere mai soprattutto se non hanno senso di esistere (si ribadisce, ci sono già casi di questa stessa stagione che non hanno avuto lo stesso eco, finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dirci che è così perché non erano ancora state toccate certe corde), che non capisce come mai l'ordine pubblico non era fattore importante prima, o peggio ancora lo è a fasi alterne (piccola parentesi: ieri a Cagliari indistinti cori razzisti su Matuidi non hanno schifato nessuno, una specie di "discriminazione informativa"), che non capisce perché ieri andava rivisto tutto ma non quando, restando ancorati agli interventi di mano/braccio, Djmsiti in Juve-Benevento e Mbaye in Bologna-Juve si vestivano senza saperlo da padri putativi di Bernardeschi.

Evidentemente aveva ragione Carraro, ex presidente Figc, che all'epoca così si rivolgeva al designatore arbitrale Bergamo: "Mi raccomando, che non aiuti la Juventus per carità di Dio eh? Per carità di Dio, che non faccia errori a favore della Juventus, per carità eh...". Perché se succede il contrario non fa nulla, ma se l'aiuto o presunto tale arriva, eccoci qui con la solita linea guida popolare che, ancora una volta, piace molto di più a chi la Juve la odia come si potrebbe odiare l'amante della propria moglie, o lo stupratore delle proprie figlie. O è un semplice moto di ammirazione verso chi si vorrebbe essere e non si riesce neanche ad imitare alla lontana? Anche oggi, intanto, di calcio non si parlerà, ma fa niente, d'altronde parlarne per commentare una partita non è quello che il tifoso vuole.