Tanto, forse troppo da fare. Il Milan sa (finalmente) chi sarà il suo prossimo allenatore, e adesso che c’è la fumata bianca su Vincenzo Montella, c’è da iniziare il lungo e difficile lavoro per garantirgli una rosa congeniale al suo gioco.

E c’è, appunto, tanto da fare. Soprattutto in mezzo al campo. I difetti sono quelli atavici, ormai da qualche anno, della linea mediana del campo: tanta muscolarità, e difetto di idee ed inventiva. Mancanze che rischiano di essere acuite dal gioco che, da sempre, dai tempi di Catania, poi soprattutto alla Fiorentina, Vincenzo Montella ha in mente: tanto possesso palla in mezzo al campo, e, anche in base a quale dei due moduli da lui prediletti (4-2-3-1 o 4-3-3), fondamentali i portatori di palla o sulla linea dei trequartisti nel secondo caso, o dei tre centrocampisti di fosforo nel primo.

In un caso o nell’altro, l’obiettivo è appunto l’inventiva a centrocampo: il nome, come è noto, è quello di Pjaca, il talento croato per il quale sembra pronto a scattare il duello con la Juventus. Imprescindibile, nei due mediani nel 4-2-3-1 o nei tre centrocampisti nel 4-3-3, anche Kucka, così come Bonaventura, che comporrebbe nel primo caso la linea dei trequartisti assieme al papabile rientrante Saponara dall’altro lato, e alla soluzione Lapadula alle spalle di Bacca. In caso di tridente, chi il terzo uomo assieme al colombiano e al nuovo acquisto?

Questi (assieme al centrale di difesa da affiancare a Romagnoli, nonostante il rinnovo di Zapata: più remota l’ipotesi di difesa a tre, che Montella non disdegna del tutto, ma che non è particolarmente amata dalle parti di Milanello, da sempre) i tanti, importanti interrogativi a cui il mercato, grazie alle risorse cinesi, dovrà rispondere. Il tempo stringe, le soluzioni sono poche, onerose, ma hanno nomi e cognomi: dal gioco speculativo e fisico di Mihajlovic, si passa alla missione possesso palla di Montella. Il compito non è facilissimo. 

Ezio Azzollini