Quinta puntata de #LaClasseNonÈAcqua a forti tinte teutoniche con ben tre giocatori nazionali tedeschi. Franz Beckenbauer e Gerd Muller guidano una squadra ricca di talento ma accorta tatticamente con un centrocampo di sostanza.
Ladislao Mazurkiewicz, 14/02/1945
Portiere dell'Uruguay negli anni '60 e '70, soprannominato molto poco originalmente il "Gatto Nero", Mazurkiewicz è considerato l'antagonista di Pelè e anche quello che ha subito la famosissima finta del brasiliano, con la palla che passa senza che il portiere in uscita possa intervenire, anche se il tiro seguente finì fuori. In quel Mondiale, Messico '70, fu comunque eletto miglior portiere della competizione. Il premio più grande glielo diede però il grande Lev Yashin quando gli consegnò i guanti alla sua partita d'addio, una piccola cerimonia che vale vale quanto un'incoronazione del Papa.
Thomas Smith, 5/04/1945
Leggenda del Liverpool, ha incarnato lo spirito red a suon di tackle, utilissimi a quella squadra che ha vinto quattro campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Uefa e due FA Cup. Terrorizzava gli attaccanti, ma non era solo uno che picchiava, sapeva farsi valere anche in avanti come dimostra il gol decisivo nella finale di Coppa Campioni del '77 contro il Monchengladbach.
Mario Giubertoni, 8/12/1945
Stopper combattivo, tanto da conquistarsi il soprannome la Roccia, comincia col Palermo dove viene apprezzato per il suo coraggio, poi passa all'Inter nel 1969, quando ormai non è più la Grande. In difesa c'è da coprire l'enorme buco lasciato da Picchi, ma lui non sfigura, vince uno scudetto arriva in finale di Coppa campioni nel '72 contro l'Ajax di Cruijff, ma è costretto a uscire dopo pochi minuti per infortuni e la sua Inter perde 2-0.
Franz Beckenbauer, 11/09/1945
Definirlo difensore è voler minimizzare. Prima mediano, poi libero, era fondamentale con la palla e senza in tutte le fasi, dalla difesa alla finalizzazione. Kaiser non è solo un soprannome, serve a rendere l'idea di quanto sia stato dominante in campo per compagni e avversari. Primo difensore a vincere il Pallone d'Oro e unico nella storia a vincerne due, nel '72 e nel '76. Ha vinto tutto con il Bayern Monaco, spiccano le tre Coppe dei Campioni. E se questo non basta a farne una legenda: tre Mondiali giocati tra il '66 e il '74, un argento, un bronzo e un oro, da capitano. E un'Italia-Germania 4-3 giocata quasi interamente con una spalla lussata. Anche definirlo calciatore è riduttivo.
Wim Suurbier, 16/01/1945
Il terzino del calcio totale. Meno elegante di Krool ma ugualmente importante per l'Ajax e per l'Arancia Meccanica, l'Olanda del '74. Giocava a destra o a sinistra, arava la fascia innumerevoli volte ad altissima velocità ed era in grado di mettere cross importanti. Tre Coppe Campioni e sette campionati vinti testimoniano il suo valore. Peccato per la finale del '74 con la Germania, un suo traversone basso ha dato a Rep una facile occasione sprecata per il 2-2.
Gianfranco Bedin, 24/07/1945
Mediano instancabile, pedina fondamentale della Grande Inter. Fu Herrera stesso spostarlo dall'attacco alla caratura asfissiante del 10 avversario, ruolo in cui ha sfruttato la sua corsa e la sua forza fisica. Vinse una Coppa dei Campioni e ben tre Scudetti.
Josè Matinez Sanchez detto Pirri, 11/03/1945
Giocatore intelligente e tecnico, qualità che ha mostrato sia da centrocampista che da libero con la camiseta blanca del Real Madrid. Fu uno dei giocatori più rappresentativi della generazione Yè-Yè, quella del dopo Di Stefano. Vinse 10 campionati e una Coppa campioni e fu anche capitano del Madrid. Detiene il record di reti per un difensore in maglia bianca, 172, anche se molte siglate da centrocampista.
Alan Ball, 12/05/1945
Centrocampista inglese dalla carriera lunghissima, vinse un campionato con l'Everton ma sarà per semrpe ricordato come uno degli eroi dell'Inghilterra 1966, della quale rosa era il più giovane. Il C.T. Ramsey però aveva fiducia in questo giocatore dal gran dinamismo e dalla buona visione di gioco, capace di giocare anche esterno a destra. Nella finale contro la Germania fu il migliore della sua squadra dopo il triplettista Hurst.
Romeo Benetti, 20/10/1945
Uno dei pochi capaci di farsi amare sia dai tifosi del Milan che della Juventus. Merito della sua grinta, del suo spirito gladiatorio, una forza della natura in grado di spazzare l'avversario. In rossonero fu sfortunato, quattro secondi posti tra campionato e Coppa Campioni. Vinse due Scudetti dopo il passaggio, non digerito dai tifosi rossoneri, alla Juventus. Arrivò quarto con l'Italia ai Mondiali del '78 e venne eletto miglior centrocampista di quell'edizione.
Jupp Heynckes, 9/05/1945
Prima di diventare uno dei tecnici più vincenti degli ultimi trenta anni, Heynckes è stato un attaccante da gol facilissimo, ben 334 i gol in carriera, 220 in Bundesliga, terzo nella classifica all time del campionato tedesco. Ha legato la sua carriera al Borussia Monchengladbach, squadra con cui ha vinto quattro campionati e una Coppa Uefa. Con la Germania vinse gli Europei nel '72 al fianco di Muller e i Mondiali del '74 da sua riserva.
Gerd Muller, 3/11/1945
730 gol. Un numero impressionante che appartiene al numero nove per eccellenza, Gerd Muller. A prima vista poteva sembrare non avesse grandi doti, nè fisiche, nè tecniche, ma nel calcio vince chi la butta dentro e in questo Muller non ha avuto pari. Vinse il Pallone d'Oro del '70 dopo un Mondiale con 10 reti segnate. Insieme a Beckenbauer vinse tutto con Bayern Monaco e Germania, tra cui il Mondiale del '74 con tanto di gol decisivo. Fu l'ultima sua partita in Nazionale, Muller si arrabbiò poichè la Federazione no gli aveva permesso di trasferirsi al Barcellona che voleva costruire la coppia Cruijff-Muller. Un rimpianto non solo per l'attaccante tedesco, ma per tutti gli appassionati di calcio.