Muriel e Cuadrado, esplosi a Lecce nel 2012
(Getty)

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COS'E' "FANTA DI PROVINCIA" - E' una competizione virtuale, atta a coinvolgere il più possibile il pubblico di Fantagazzetta.com, e che riguarda prevalentemente il loro passato, fantacalcistico e non. 28 squadre 'provinciali', nel senso migliore e più sano del termine, prescelte dalla redazione, si sfideranno in una epica sfida in cui 11 loro ex calciatori saranno tenuti a rappresentarle. Soprattutto in nome di ciò che prima, dopo, o durante quell'esperienza, hanno o avrebbero potuto rappresentare al fanta.

COME SI SVILUPPA LA SFIDA - Le 28 squadre verranno presentate giornalmente, week-end compresi, su Fantagazzetta.com da lunedi 12 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio 2017. Saranno suddivise in 7 gironi da 4, selezionate casualmente, e competeranno, attraverso una sfida prettamente social, a forza di like su facebook. Sarete voi lettori a votare la vostra preferita, o semplicemente quella che maggiormente suscita in voi felici ricordi fantacalcistici e/o sogni incompiuti. Le prime due di ogni girone, più le due migliori terze, proseguiranno nel cammino, sfidandosi, da lì in poi, dagli ottavi sino alla finalissima.

COME VENGONO SCELTI I CALCIATORI - Ci sono centinaia e centinaia di grandi calciatori, prevalentemente del passato, che hanno vestito la maglia delle provinciali. Alcuni hanno spiccato il volo, altri ci sono passati avanti negli anni, per concludere una carriera di prestigio. Non è stato facile, per i nostri autori, sceglierne solo 11: per questo, nel testo, vengono 'raccontate' anche le ipotetiche riserve. Non dimenticate che molti dei calciatori inseriti nelle formazioni hanno giocato in più d'una delle squadre presente nella competizione: e non è stato facile, da questo punto di vista, scegliere in quale inserirlo. Sono stati quindi perseguiti criteri di rappresentatività, di 'peso' fantacalcistico, di blasone, ma anche di equilibrio tra le squadre.

LA STORIA - Tutto cominciò il 15 marzo 1908, con la nascita dello Sporting Club Lecce. Bisognerà però aspettare ben quattordici anni per la prima gioia: è il 29 maggio del 1922 e, grazie al 3-2 inflitto all'Enotria, arriva la promozione nella Prima Divisione pugliese. Curioso sottolineare che quel giorno il portiere giallorosso perse il treno per Taranto ma la squadra vinse lo stesso senza di lui. Il fascismo 'congelò' almeno inizialmente ogni entusiasmo sportivo. Fino al fatidico 16 settembre 1927, giorno della fusione tra FBC Juventus e Gladiator da cui nacque l'Unione Sportiva Lecce, ovvero la bisnonna della società che conosciamo oggi. Che in 108 anni di storia si è tolta più di qualche soddisfazione. Su tutte, le 15 partecipazioni in Serie A, la Coppa Italia di Serie C del 1975, quella Italo-Inglese Semiprofessionisti dell'anno successivo e il primo posto in B del 2010. Oltre, ovviamente, alle tante firme pesanti che, tra campo e panchina, hanno contribuito a rendere sempre più blasonato il club.

IL LECCE, OGGI - Tra qualche mese, in cadetteria, potrebbe esserci una pugliese in più. Il Lecce, infatti, agli ordini di Pasquale Padalino (che da giocatore ha indossato questa casacca in A nella stagione 1993/1994, chiusa con un'amara retrocessione) comanda la classifica del girone B di Lega Pro con 38 punti dopo 18 giornate e un vantaggio di due lunghezze sulla coppia Matera - Juve Stabia. Merito soprattutto del napoletano classe 1990 Salvatore Caturano, la cui vena realizzativa lo ha portato a siglare già 12 centri (primo posto in classifica marcatori), della preziosa assistenza di Giuseppe Torromino, della solidità dei centrali Giosa - Cosenza e delle parate di Gomis (appena 16 gol incassati).

GLI ESCLUSI - La panchina leccese è tanto profonda quanto qualitativamente ricca di spunti interessanti. Si parte con Marco Amelia: per lui 13 presenze in campionato nei sei mesi in Puglia, chiusi con il trasferimento al Parma nel gennaio del 2004. La gara d'esordio con i salentini è da autentico shock: 31 agosto 2003, Lazio-Lecce 4-1. Forse in pochissimi avrebbero potuto pronosticare per lui una carriera di tutto rispetto tra Livorno, Palermo, Genoa e Milan.

Pronta a subentrare una delle pedine più rappresentative del Lecce in tempi relativamente recenti: Lorenzo Stovini, che tra Serie A e Serie B ha messo a referto ben 167 presenze e 2 gol. A fargli compagnia i colleghi Dusan Basta, Sebastiano Siviglia, Guglielmo Stendardo, Davide Brivio e Nenad Tomovic, più o meno relativamente importanti per la causa giallorossa negli ultimi anni in A.

A centrocampo c'è da leccarsi i baffi. Si parte con chi è cronologicamente più vicino a noi, quell'Andrea Bertolacci che, tra il 2010 e il 2012, confermò quanto di buono si diceva sul suo conto sin dai tempi della Primavera della Roma. L'esplosione vera e propria è poi andata in scena nel triennio al Genoa, grazie al quale si è meritato (a suon di milioni, ben 20) il trasferimento al Milan. Al suo fianco il delizioso Alex Pinardi, ricordato più per la capacità di inserimenti (sei gol in due stagioni) che per la retrocessione nel 2006, la fantasia di Jaime Valdés, con le due annate in A (coinvolto nell'affare Bojinov - Fiorentina) e le due in B, nelle quali siglò ben 15 marcature (molte di pregevole fattura), e l'esperienza di Luigi Piangerelli (la bellezza di 190 apparizioni e 4 gol in 6 anni e mezzo). Per chi ha qualche anno in più, impossibile non menzionare Klas Ingesson, indimenticato mediano svedese scomparso nell'ottobre del 2014 per il riproporsi di un mieloma multiplo. La sua carriera da calciatore terminò nel 2001 proprio in terra pugliese, dopo essersi fatto conoscere (e apprezzare) in Italia con le maglie di Bologna e Bari.

Davanti spicca il "Tir" Simone Tiribocchi: dopo le tre stagioni al Chievo l'umile scelta di scendere di categoria e indossare la maglia leccese. Decisione quantomai felice, visti i 31 gol in due tornei in B con allegata promozione (e altri 11 da protagonista in A) e un'esultanza che farà sempre sorridere. Con l'attaccante di Fiumicino, i 22 centri di David Di Michele, i 16 (in Lega Pro) di Fabrizio Miccoli e la smisurata classe di Valeri Bojinov: in pochi ricordano che il bulgaro è un prodotto del vivaio giallorosso, in molti concordano sul fatto che, nonostante una carriera fatta di tappe prestigiose come Fiorentina, Juventus, Manchester City e Sporting Lisbona, avrebbe potuto regalare (e regalarsi) molte più soddisfazioni. Chiudono il cerchio offensivo Pablo Daniel Osvaldo (8 reti in B nel campionato 2006/2007 che gli valsero il passaggio alla Fiorentina) e il "bello di casa" Graziano Pellè: esordio in Serie A proprio a Lecce che, dopo un successivo prestito al Catania, nell'estate del 2005 rifiutò un'offerta da 4 milioni di euro del Real Madrid. Mica male.

E sulla panchina? Sì, anche lì c'è un mister di riserva. Zdenek Zeman, che in Serie A nel 2004/2005 ebbe un impatto atomico: lanciò talenti come Vucinic, Cassetti (primo giocatore nella storia del Lecce a essere convocato in Nazionale) e lo stesso Bojinov, riuscì a ottenere la salvezza con il secondo miglior attacco d'Italia (66 gol, uno in meno della Juventus campione) e la peggior difesa (73 reti incassate). Per la prima volta nel nostro campionato, la compagine con la retroguardia più battuta non retrocesse. L'essenza zemaniana.

IL NOSTRO 'FANTA11 DI PROVINCIA' - Lo spettacolo ha inizio con Antonio Chimenti, pilastro del club a cavallo tra il XX e il XXI secolo. Da un giallorosso all'altro, perché nell'estate del 2009, quando sbarcò in Puglia, era reduce da due stagioni chiuse in crescendo con la Roma. Nei successivi tre campionati di Serie A si confermerà ad altissimi livelli, poi la retrocessione nell'estate del 2002 fu compensata dalla chiamata della Juventus. Impossibile dire di no.

Al centro della nostra difesa a tre c'è l'attuale torinista Cesare Bovo, rinforzo di lusso prelevato (anche lui) dai capitolini per un'immediata risalita nel calcio che conta, traguardo che arriva nel 2003. Dodici mesi più tardi riuscirà a ottenere il record personale di reti (2) in una sola stagione, primato ripetuto l'anno dopo a Parma e battuto solo nel 2011 a Palermo (4). Ai suoi lati due pezzi da novanta dei primi anni 2000: Max Tonetto (131 presenze e 2 gol tra A e B, poi il meritato e progressivo upgrade tra Sampdoria e Roma) e Marco Cassetti (dal 2003 al 2006 uno dei migliori terzini del nostro campionato, poi confermatosi appieno con la Lupa sul petto. Peccato per lui che non sia riuscito a far parte del gruppo Campione del Mondo in Germania).

A centrocampo il perfetto mix di esperienza, tecnica, visione di gioco e rapidità. La fascia da capitano la affidiamo simbolicamente ad Antonio Conte. 5 Scudetti, 1 Coppa Italia, 4 Supercoppe, 1 Coppa Uefa, 1 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Supercoppa europea, 1 Coppa Intertoto con la Juventus da giocatore; 3 Scudetti e 2 Supercoppe con la Juventus da allenatore. Prim'ancora, però, beniamino di casa Lecce con 89 gettoni di presenza e 1 gol (contro il Napoli) in sei stagioni. A dar qualità alla mediana le geometrie di Daniel Ledesma. Quando si cresce nelle giovanili del Boca Juniors, 8 volte su 10 si è destinati a sfondare. La società salentina (e in particolare Pantaleo Corvino) ne intuì le qualità già nel 2001, quando decise di aggregarlo alla propria Primavera. Risultato? Cinque campionati in giallorosso (di cui quattro in A) e trasferimento alla Lazio, con cui arriverà anche a giocare in Champions League. Al fianco dell'italo-argentino un altro mostro sacro della storia salentina: Guillermo Giacomazzi. Basta pronunciare questo nome per far salire alle stelle la nostalgia dei tifosi. Non a caso: è infatti il calciatore del Lecce con più presenze di sempre in Serie A (197) e il secondo con più apparizioni considerate tutte le categorie (316). Serve altro? Decisamente sì. Sulla corsia di destra il gioiello Juan Guillermo Cuadrado, scoperto nel 2009 dall'Udinese (giocava nei colombiani dell'Independiente Medellin) ma mai valorizzato a fondo dai friulani. La stagione 2011/2012 è quella della svolta. In copertina - e non potrebbe essere altrimenti - il coast to coast contro il Siena del 19 febbraio 2012. Fiorentina, Chelsea e (infine) Juventus le più logiche conseguenze di un talento cristallino.

Il tridente è da mille e una notte. Si aprono le danze con Mirko Vucinic, ora a svernare all'Al-Jazira dopo una carriera che gli ha concesso una serie enorme di gioie. Prima degli scudetti con la Juventus e delle tre coppe nazionali a Roma, il centravanti di Niksic impressionò le platee del Belpaese per qualità e spunti geniali. Perché in Italia? Semplice: l'occhio lungimirante di Corvino colpì anche in quella calda estate del 2000. Cinque anni dopo ecco l'indelebile primato: 19 centri in campionato (tra cui una tripletta alla Lazio nel 5-3 di "Via del Mare" del 1 maggio 2005), miglior attaccante dei pugliesi in un singolo torneo. Eguagliando, così, il record di un certo Ernesto Chevanton, fulcro centrale del nostro reparto offensivo e forse l'emblema di una Lecce assetata di grande calcio. La sua storia d'amore con la tifoseria giallorossa si compone di tre capitoli. Nel primo (2001-2004) domina la sua implacabile vena realizzativa (46 centri in tre anni, di cui i 19 per chiudere in bellezza prima di assaggiare la Ligue 1 con il Monaco); il secondo è una toccata e fuga (stagione 2010/2011), giusto in tempo per aiutare la squadra a salvarsi, anche grazie allo splendido gol del 2-1 al Napoli dell'8 maggio 2011; il terzo è una valle di lacrime: a 32 anni torna a sorpresa in Puglia, in Lega Pro, diventando il primo giocatore nella storia a firmare un contratto a tempo indeterminato (poi rescisso l'estate successiva). Completa il nostro attacco un certo Luis Muriel che forse, a partire da quest'anno a Genova, per la prima volta sta rispettando fino in fondo l'etichetta di potenziale fenomeno. Un marchio indelebile che gli fu affibbiato proprio a Lecce, nella Serie A 2011/2012, quando in compagnia di Cuadrado - e nonostante la retrocessione - risultò tra i giovani più interessanti del campionato. Al punto da essere paragonato, per caratteristiche, a Ronaldo. Probabilmente, anche per una forma fisica quasi mai al top. La doppietta nel 4-2 alla Roma del 7 aprile 2012 è ormai un ricordo quasi sfocato. A 25 anni (se non ora, quando?) è giunto il momento di maturare sotto tutti gli aspetti. Tenendo sempre a mente quel pezzettino di cuore giallorosso, isola felice di una carriera che aspetta ancora di essere valorizzata con l'approdo in una grande squadra.

A guidare la ciurma capitan Alberto Cavasin, sull'ambiziosa imbarcazione leccese dal 1999 al 2002: due salvezze di fila, culminate con la Panchina d'Oro nel 2000 (davanti persino allo scudettato Eriksson). Nostalgia a palate.

Il Fanta di provincia sbarca a Lecce (© Fantagazzetta)

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Il Cesena di Candreva e Lapadula. La Reggina di Pirlo e Nakamura. Il Crotone di Florenzi e Bernardeschi. Il Lecce di Muriel e Cuadrado. Il Brescia di Baggio e Guardiola. Il Piacenza di Inzaghi e Nainggolan. Il Verona di Camoranesi e Jorginho. Il Cosenza di Fiore e Lentini. Il Padova di Perin e Bonaventura. Il Venezia di Recoba e Sirigu. Il Bari di Cassano e Boban. La Salernitana di Di Vaio e Gattuso. Potremmo andare avanti per ore. E lo faremo.

Perché se c'è un un luogo del ricordo e della mente da cui il grande calcio, e il grande fanta, proviene, beh, è quello della provincia italiana. Lì, dove i campioni di ieri e di oggi sono nati, si sono formati, sono esplosi, mettendosi in luce prima di spiccare il volo verso lidi inimmaginabili, o dove quegli stessi grandi campioni sono passati, magari in età avanzata, per dare nuovo lustro alle proprie carriere. E dove i nostri prediletti campioni, strappati magari in aste d'altra epoca a costi irrisori, sono diventati tali, magari diventando dei veri colpi di fantamercato: no, non si tratta di Top 11 della storia di queste squadra, tutt'altro. E' una fanta-Top 11, di calciatori che sono passati, con più o meno successo, per squadre che oggi certo non sono identificabili come "big", ma che hanno avuto una storia epicamente gloriosa e degna, in passato. E di calciatori che, in quelle squadre, sono stati dei piccoli, grandi boom, al fanta, o avrebbero potuto esserlo. 

Chevanton celebra con i tifosi la permanenza in Serie A
(Bari-Lecce 0-2 - 15 maggio 2011)

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