Mariano Izco, al Catania dal 2006 al 2014. (Getty images)

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COS'E' "FANTA DI PROVINCIA" - E' una competizione virtuale, atta a coinvolgere il più possibile il pubblico di Fantagazzetta.com, e che riguarda prevalentemente il loro passato, fantacalcistico e non. 28 squadre 'provinciali', nel senso migliore e più sano del termine, prescelte dalla redazione, si sfideranno in una epica sfida in cui 11 loro ex calciatori saranno tenuti a rappresentarle. Soprattutto in nome di ciò che prima, dopo, o durante quell'esperienza, hanno o avrebbero potuto rappresentare al fanta.

COME SI SVILUPPA LA SFIDA - Le 28 squadre verranno presentate giornalmente, week-end compresi, su Fantagazzetta.com da lunedi 12 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio 2017. Saranno suddivise in 7 gironi da 4, selezionate casualmente, e competeranno, attraverso una sfida prettamente social, a forza di like su facebook. Sarete voi lettori a votare la vostra preferita, o semplicemente quella che maggiormente suscita in voi felici ricordi fantacalcistici e/o sogni incompiuti. Le prime due di ogni girone, più le due migliori terze, proseguiranno nel cammino, sfidandosi, da lì in poi, dagli ottavi sino alla finalissima.

COME VENGONO SCELTI I CALCIATORI - Ci sono centinaia e centinaia di grandi calciatori, prevalentemente del passato, che hanno vestito la maglia delle provinciali. Alcuni hanno spiccato il volo, altri ci sono passati avanti negli anni, per concludere una carriera di prestigio. Non è stato facile, per i nostri autori, sceglierne solo 11: per questo, nel testo, vengono 'raccontate' anche le ipotetiche riserve. Non dimenticate che molti dei calciatori inseriti nelle formazioni hanno giocato in più d'una delle squadre presente nella competizione: e non è stato facile, da questo punto di vista, scegliere in quale inserirlo. Sono stati quindi perseguiti criteri di rappresentatività, di 'peso' fantacalcistico, di blasone, ma anche di equilibrio tra le squadre.

LA STORIA - Rosso come il fuoco dell'Etna, Azzurro come il Mar Ionio. I colori sociali del Calcio Catania simboleggiano le due grandi forze della natura che dominano la città siciliana e ne scandiscono la storia. Nei quasi novant'anni di vita - la prima fondazione è datata 1929 - tante le cadute, altrettante le resurrezioni per un club che ha partecipato alla massima competizione del Campionato Italiano per ben 17 volte. La prima nel 1954-55, grazie alla storica promozione guadagnata tra gli altri da Enzo Bearzot, che poco meno di trentanni dopo, da allenatore, porterà la Nazionale italiana sul tetto del mondo per la terza volta. Una gioia che dura una sola stagione, ma che si ripeterà 4 anni più tardi, con la seconda promozione in A ottenuta da un gruppo in cui spiccava un giovane friulano di nome Bruno Pizzul, la cui voce diventerà colonna sonora delle cronache calcistiche italiane per tanti lustri. Questa volta il Catania in A si ambienta bene e ci resta per 6 stagioni, ottenendo tre ottavi posti e togliendosi la soddisfazione di battere tra le mura amiche le corazzate del calcio italiano, su tutte la Grande Inter di Helenio Herrera. Sono gli anni del "Clamoroso al Cibali" di Ciottiana memoria, che racconta di quanto lo stadio etneo fosse un inespugnabile fortino. Uno stadio che dal 2002 porta il nome di Angelo Massimino, il Presidentissimo, che in più di ventanni al timone della Società rossazzurra fu protagonista di clamorosi saliscendi, la cui vetta più alta è rappresentata dalla promozione nella massima Serie del 1983. In quella squadra militava anche un certo Claudio Ranieri. Il resto è storia, più o meno, recente. Il vulcanico Luciano Gaucci acquisisce il club etneo nel 2000, lo riporta in B e, dopo anni giuridicamente tribolati, lo cede ad Antonino Pulvirenti, artefice, insieme a Pietro Lo Monaco, degli 8 campionati consecutivi in A, dei record di punti, ma anche dell'ultimo infamante tracollo: la combine di partite che ha costretto il Club dell'Elefante, u liotru in catanese, a ripartire dalla Lega Pro.

IL CATANIA, OGGI - Le acque in cui naviga attualmente il club, più che verso l'azzurro limpido dello Ionio, tendono verso il rosso fuoco della lava dell'Etna. Dal giugno del 2016 a prendersi cura dei Rossazzurri è tornato l'AD Pietro Lo Monaco, u diritturi per i catanesi, il vero deux ex machina degli anni d'oro della presidenza Pulvirenti, quando il Catania sembrava potersi affermare come una delle maggiori realtà del calcio italiano. Sembrava appunto, perché dopo le gravi vicissitudini legali, la nuova società deve ancora consolidarsi, come dimostrato dalla zavorra dei 7 punti di penalizzazione dovuti al caso Castro e che costringono gli etnei a barcamenarsi a metà classifica della Lega Pro, alla ricerca disperata di un posto tra i play-off. I Rossazzurri guidati dal tecnico Pino Rigoli hanno il fulcro del gioco in capitan Marco Biagianti, tornato a Catania quest'estate dopo averci militato dal 2007 al 2013, anni in cui si meritò anche una chiamata in Nazionale nell'era del Lippi-bis. Altro ritorno estivo è quello di Michele Paolucci, centravanti marchigiano scuola Juve che nel 2008-09 con i Rossazzurri guidati da Walter Zenga realizzò 7 reti in campionato, suo record in A. La stella del Catania di oggi, però, si chiama Francesco Andrea Di Grazia, attaccante classe '96, prodotto del vivaio etneo, già finito sul taccuino di diversi club di A, tra cui il Milan. Segnatevi il suo nome, fra pochi mesi potreste decidere se scommettere su di lui durante l'Asta estiva del Fantacalcio.

GLI ESCLUSI - Se il nostro Catania possa o meno arrivare in fondo a questa competizione lo deciderete voi, ma i nomi degli esclusi fanno capire che di calciatori e allenatori importanti alle pendici dell'Etna ne sono passati diversi. In porta non trova spazio Juan Pablo Carrizo, in rossazzurro dal gennaio al giugno del 2012, prima di diventare l'eterno secondo di Handanovic all'Inter. Fuori dai pali anche due beniamini dei tifosi catanesi: Gennaro Iezzo e Armando Pantanelli. Il primo fu protagonista nel 2000 della promozione dalla C1 alla B, il secondo della riconquista della Serie A nel 2006. Passando alla difesa, tra i non compresi nella Top11 figurano i pescaresi Biraghi e Gyomber, l'atalantino Manfredini, gli ex juventini Marco Motta e Totò Fresi. Fuori anche tre difensori che hanno scritto un pezzo di storia recente del club etneo. Il primo è Ciro Capuano, 6 stagioni e 122 presenze. Il secondo è Nicola Legrottaglie, perno del Catania dal 2011al 2014, dopo aver indossato le maglie di Juventus e Milan. Il terzo è Juan Manuel Vargas, terzino peruviano oggi svincolato, che dal 2006 al 2008 mostrò tutto il suo talento dalle parti del Massimino, tanto che la Fiorentina, per assicurarselo, dovette sborsare una cifra vicina ai 13 milioni di euro. Nella linea mediana del campo, spiccano le assenze di Sergio Almiron, Davide Baiocco e Pablo Barrientos, tre assoluti protagonisti degli anni d'oro in A. L'argentino di Santa Fe arriva a Catania nel 2011 e ci resta fino al 2015, totalizzando 81 presenze impreziosite da 9 reti. Davide Baiocco in rossazzurro ha giocato per 122 volte, portando la fascia di capitano dal 2007 al 2009. Per El Pitu, invece, 86 gettoni e 14 gol in 2 anni che hanno acceso le fantasie, ma deluso le aspettative dei tifosi etnei. Altri esclusi sono il cagliaritano Panagiotis Tachtsidis, il centrocampista del Bordeaux e della nazionale ceca Jaroslav Plašil - a Catania nella disastrosa stagione 2013-14 - e Gennaro Delvecchio, uno che ha regalato soddisfazioni ai FantAllenatori, ma non nei 2 anni e mezzo di militanza rossazzurra. Pesanti anche le rinunce nel reparto d'attacco, dove non trova spazio il gabbiano Jonatha Spinesi, arrivato a Catania nel 2005 per trascinare con 23 reti la squadra allenata da Pasquale Marino in Serie A. Il bomber pisano disputerà altre tre stagioni all'ombra dell'Etna, congedandosi dalla tifoseria rossazzurra con 47 reti in 110 presenze. Escluso anche un altro artefice di quella promozione, Roberto De Zerbi, da poco allontanato dalla panchina del Palermo, che realizzò 7 reti in 35 partite nella sua unica stagione sicula. Chi la A non riuscì a centrarla è Lulù Oliveira, belga ex Fiorentina e Cagliari, che a Catania gioco due anni in B durante la presidenza Gaucci. Come lui, non sono riusciti nell'intento due attaccanti che in precedenza avevano fatto le fortune del Toro: Marco Ferrante, nella stagione 2004-5, e Alessandro Rosina, esattamente 10 anni dopo. Esclusi dall'attacco titolare anche David Suazo, la Pantera Nera che in rossazzurro conta appena 6 presenze e 0 reti nell'anno 2011-12, e soprattutto Jorge Andrés Martínez, uruguagio che adesso milita nella Juventud, ma che nel giugno del 2010 passò dal Catania alla Juventus per 12 milioni di euro. Prima c'erano state 3 stagioni, 86 presenze e 22 reti nel Club dell'Elefante. Il senso di quello che è stato il Catania negli 8 anni di A dal 2006 al 2014 è dato con maggiore forza dagli allenatori non scelti per guidare la nostra Top11. Oltre ai già citati Walter Zenga e Pasquale Marino, come non menzionare Rolando Maran, che nel 2013 portò i Rossazzurri all'ottavo posto in campionato ottenendo 56 punti, il record nella massima serie per il club etneo. Infine i due scartati eccellenti: Sinisa Mihajlovic e Vincenzo Montella. Il serbo, dal dicembre 2009 al giugno 2010, regalò la salvezza e due storiche gioie ai tifosi etnei: la vittoria a Torino contro la Juventus e quella casalinga contro l'Inter di Mourinho, che da lì a pochi mesi vincerà il Triplete. L'Aeroplanino, tecnico del Milan, disputò a Catania la sua prima intera stagione da allenatore nel 2011-12, dopo i pochi mesi alla Roma e prima di decollare verso Firenze.

IL NOSTRO 'FANTA11 DI PROVINCIA' - Detto di chi è assente, concentriamoci adesso su chi fa parte del nostro 11 ideale. La scelta è ricaduta su giocatori ancora in attività che, se militassero davvero nella stessa squadra, potrebbero destreggiarsi bene nel massimo campionato italiano di oggi. Tra i pali Albano Bizzarri, 39 primavere alle spalle, titolare del Pescara dopo l'ottima annata tra le fila del Chievo. A Catania giocò tra il 2007 e il 2009 con fortune alterne. La linea difensiva del nostro 3-4-3 è composto da Giuseppe Bellusci, Matías Silvestre e Nicolás Spolli. Il primo, titolare nell'Empoli di Martusciello, ha militato per 5 anni nel club rossazzurro collezionando 99 presenze. Il doriano ha probabilmente disputato a Catania le sue migliori stagioni in carriera: 118 presenze e 7 gol tra il 2008 e il 2011, prima di passare al Palermo per 7 milioni di euro. Stesso discorso per il difensore rosarino, che dalle parti dell'Etna ha giocato con profitto ben 6 stagioni, 157 partite e 7 gol, per poi girovagare per Roma e Carpi e approdare al Chievo. Nel club veronese giocano anche due dei 4 centrocampisti della nostra formazione. Il primo è Mariano Izco, l'ideale capitano di questa squadra. Le stagioni con la maglia a strisce rosse e azzurre sono 8 e le presenze 218, nessuno come lui in Serie A con la maglia del Catania. Tra i 6 gol realizzati, quello che regalò la storica vittoria in casa della Juventus il 20 dicembre 2009. L'altro clivense è Lucas Castro, argentino di 27 anni in grado di deliziare i suoi FantAllenatori per costanza di rendimento e bonus. Nei suoi tre anni etnei 90 gettoni e 13 reti. La sorpresa tra gli 11 è rappresentata da Ezequiel Schelotto, oggi titolare allo Sporting Lisbona, che a Catania giocò per 14 volte segnando un gol nel 2001. Nella carriera dell'argentino tante altre piazze italiane, tra cui l'Inter, dove si ricorda per un gol nel derby che valse il pari ai nerazzurri. Dulcis in fundo, uno dei più talentuosi calciatori del recente passato etneo: Francesco Lodi. Tre anni di rossazzurro, intervallati da 6 mesi al Genoa, in cui il regista napoletano ha collezionato 107 presenze e messo a segno 20 gol, rappresentando il vero centro di gravità permanente, tanto per citare un (quasi) catanese doc, nel gioco di ogni allenatore. Il tridente offensivo, tutto di marca argentina, a testimoniare il legame fortissimo della città etnea col calcio albiceleste, è formato da Gonzalo Bergessio, Maxi Lopez e Alejandro Gomez. El Toro arriva a Catania nel 2011 per abbandonarla tre anni più tardi. Sono 35 le reti nelle 109 partite giocate da vero gladiatore. Oggi ha 32 anni e milita nel San Lorenzo. Il suo destino si è incrociato, per poco tempo, con quello del connazionale Lopez, La gallina de oro, arrivato nel gennaio del 2010 e protagonista da subito con 11 reti in 17 partite. Il resto della sua permanenza a Catania non fu così felice, così come gli altri anni italiani passati al Milan, alla Sampdoria e adesso al Torino. Infine, la stella della squadra, Alejandro Darío Gomez, oggi leader indiscusso della sorprendente Atalanta di Gasperini. El Papu si mise in mostra al Massimino dal 2010 al 2013, realizzando 16 reti in 106 partite e deliziando il pubblico rossazzurro, di cui diventò da subito beniamino. Per chiudere, ecco il tecnico che guiderà il nostro Fanta11, il vero valore aggiunto, quel Diego Simeone che sbarcò in Sicilia nel gennaio del 2011 per prendere il posto di Marco Giampaolo e portare il Catania alla salvezza. Per lui fu la prima, e unica, esperienza da allenatore in Europa prima di fare le fortune dell'Atletico Madrid. E' il condottiero di questa squadra: votatela per il Cholo, votatela per quello che è stata, votatela per quello che tornerà a essere. Insomma, votatela.

Il Fanta di provincia sbarca a Catania (© Fantagazzetta)

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Il Cesena di Candreva e Lapadula. La Reggina di Pirlo e Nakamura. Il Crotone di Florenzi e Bernardeschi. Il Lecce di Muriel e Cuadrado. Il Brescia di Baggio e Guardiola. Il Piacenza di Inzaghi e Nainggolan. Il Verona di Camoranesi e Jorginho. Il Cosenza di Fiore e Lentini. Il Padova di Perin e Bonaventura. Il Venezia di Recoba e Sirigu. Il Bari di Cassano e Boban. La Salernitana di Di Vaio e Gattuso. Potremmo andare avanti per ore. E lo faremo.

Perché se c'è un un luogo del ricordo e della mente da cui il grande calcio, e il grande fanta, proviene, beh, è quello della provincia italiana. Lì, dove i campioni di ieri e di oggi sono nati, si sono formati, sono esplosi, mettendosi in luce prima di spiccare il volo verso lidi inimmaginabili, o dove quegli stessi grandi campioni sono passati, magari in età avanzata, per dare nuovo lustro alle proprie carriere. E dove i nostri prediletti campioni, strappati magari in aste d'altra epoca a costi irrisori, sono diventati tali, magari diventando dei veri colpi di fantamercato: no, non si tratta di Top 11 della storia di queste squadra, tutt'altro. E' una fanta-Top 11, di calciatori che sono passati, con più o meno successo, per squadre che oggi certo non sono identificabili come "big", ma che hanno avuto una storia epicamente gloriosa e degna, in passato. E di calciatori che, in quelle squadre, sono stati dei piccoli, grandi boom, al fanta, o avrebbero potuto esserlo. 

Diego Simeone, nel 2011 è stato tecnico del Catania. (Getty images)

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