Arturo Di Napoli, cinque stagioni a Messina (getty)

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COS'E' "FANTA DI PROVINCIA" - E' una competizione virtuale, atta a coinvolgere il più possibile il pubblico di Fantagazzetta.com, e che riguarda prevalentemente il loro passato, fantacalcistico e non. 28 squadre 'provinciali', nel senso migliore e più sano del termine, prescelte dalla redazione, si sfideranno in una epica sfida in cui 11 loro ex calciatori saranno tenuti a rappresentarle. Soprattutto in nome di ciò che prima, dopo, o durante quell'esperienza, hanno o avrebbero potuto rappresentare al fanta.

COME SI SVILUPPA LA SFIDA - Le 28 squadre verranno presentate giornalmente, week-end compresi, su Fantagazzetta.com da lunedi 12 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio 2017. Saranno suddivise in 7 gironi da 4, selezionate casualmente, e competeranno, attraverso una sfida prettamente social, a forza di like su facebook. Sarete voi lettori a votare la vostra preferita, o semplicemente quella che maggiormente suscita in voi felici ricordi fantacalcistici e/o sogni incompiuti. Le prime due di ogni girone, più le due migliori terze, proseguiranno nel cammino, sfidandosi, da lì in poi, dagli ottavi sino alla finalissima.

COME VENGONO SCELTI I CALCIATORI - Ci sono centinaia e centinaia di grandi calciatori, prevalentemente del passato, che hanno vestito la maglia delle provinciali. Alcuni hanno spiccato il volo, altri ci sono passati avanti negli anni, per concludere una carriera di prestigio. Non è stato facile, per i nostri autori, sceglierne solo 11: per questo, nel testo, vengono 'raccontate' anche le ipotetiche riserve. Non dimenticate che molti dei calciatori inseriti nelle formazioni hanno giocato in più d'una delle squadre presente nella competizione: e non è stato facile, da questo punto di vista, scegliere in quale inserirlo. Sono stati quindi perseguiti criteri di rappresentatività, di 'peso' fantacalcistico, di blasone, ma anche di equilibrio tra le squadre.

LA STORIA - Correva l'anno 1900 quando un pallone da calcio cominciò a rotolare anche nella città dello Stretto, era l'1 dicembre il giorno nel quale trovò vita il Messina Football Club grazie ad un gruppo di soci fondatori provenienti dall'Inghilterra: presidente l'armatore navale Walter F. Becker, il console statunitense Charles M. Caughy suo braccio destro, sino ad arrivare a F. L. Padgett, consigliere ed anche primo allenatore e capitano della squadra siciliana, anche se la figura di riferimento dell'epoca è sicuramente quella di Alfredo Marangolo, giovane messinese appena rientrato da Londra e proprio lì innamoratosi del gioco del calcio tanto da "esportarlo" nella sua terra d'origine. Tante vicessitudini e cambi di denominazione per qualche decennio, sino alla nascita del mito dell'A.C.R. Messina venuta fuori dalla fusione fra l'Associazione Calcio Messina e l'U.S. Giostra nel 1947, società che al primo anno di attività centrò la conferma nel campionato di Serie C (la stagione 1947/1948 fu sfruttata dalla Figc per attuare la riforma dei campionati), e praticamente immediata promozione in Serie B nella 1949/1950, categoria mantenuta sino alla stagione 1962/1963 conclusa con la prima storica promozione in Serie A. Dopo soli due campionati, però, la società giallorossa si rese protagonista di una discesa verticale che a soli dieci anni di distanza dallo storico passaggio nel massimo campionato italiano la portò addirittura in Serie D alla fine della stagione 1972/1973. Altri due lustri infernali rappresentarono l'attesa prima dell'era Massimino durante la quale, grazie anche a due personaggi poi storici del calcio italiano come Franco Scoglio e Totò Schillaci, la squadra siciliana fu capace di una scalata entusiasmante al culmine della quale sfiorò nuovamente la promozione in A nella stagione 1986/1987. Salto in alto che, dopo ennesime innumerevoli contrattempi di tutti i tipi, fra i quali una retrocessione a tavolino in Eccellenza nel '93, i giallorossi - nel frattempo F.C. Messina Peloro, società fusione fra due squadre cittadine dell'epoca - centrarono nel giugno 2004 sotto la presidenza Franza e la direzione tecnica di mister Mutti: primo anno esaltante conclusosi ad un passo dalla qualificazione in Europa, poi una doppia retrocessione (siamo negli anni di Calciopoli: la retrocessione in B della Juve salvò di fatto la squadra che però non riuscì a salvarsi neanche nel campionato successivo) che aprì un nuovo calvario di fatto ancora in atto.

IL MESSINA, OGGI - Dopo l'ennesimo fallimento e ridenominazione in Associazione Calcio Rinascita Messina, la squadra milita oggi con grande difficoltà nel campionato di Lega Pro sotto la guida tecnica di Cristiano Lucarelli, attualmente occupa le zone basse della classifica con elevato rischio play-out. Recentemente passato anche dalle mani di Pietro Lo Monaco, retrocesso in D nell'estate 2015 a seguito della sconfitta con la Reggina nei play-out, ha ritrovato la terza serie nazionale a seguito delle varie penalizzazioni decise dalla giustizia sportiva relativamente alle indagini sull'inchiesta Dirty Soccer.

GLI ESCLUSI - Difficile prevedere che la squadra giallorossa arrivi fino in fondo a questa competizione, ma già dando un'occhiata a chi è rimasto fuori dalla formazione scelta si capisce che, seppur nel suo piccolo, il Messina ha scritto qualche paginetta di storia calcistica italiana: vi facciamo subito un esempio citando un tridente meraviglioso composto da Totò Schillaci, Riccardo Zampagna ed Igor Protti, giusto per farvi capire bene di cos'è che si sta parlando. Tre attaccanti che conobbero le loro prime luci della ribalta proprio in riva allo Stretto seppur in epoche decisamente differenti, ma tutti capaci di far sognare la coloratissima curva Sud prima al Celeste e poi al San Filippo, attuale stadio dei siciliani. Andando in ordine di ruolo, però, sono tanti i nomi noti che hanno vestito la biancoscudata più o meno a lungo: Eleutheropoulos fra i pali, Aronica, Mirko Conte, Iuliano, Materazzi e Zanchi in difesa, Ametrano, D'Aversa e Mamede in mezzo, altri apprezzatissimi attaccanti di provincia quali Amoruso, Godeas, l'eoliano Riganò, ed ancora il Pampa Sosa, Calaiò e Sculli, tutta gente che comunque ha costruito poi le proprie fortune in altre piazze. Altri che, come Schillaci, Zampagna e Protti, si sono fatti conoscere sotto ai riflettori messinesi sono il portiere goleador Manitta (esordì in A solamente qualche anno dopo aver lasciato lo Stretto, e lo fece con la casacca del Livorno), il difensore Zoro (indimenticabile la sua protesta contro i tifosi dell'Inter che lo apostrofarono con insulti razzisti durante la sfida del San Filippo nel novembre del 2005), il mediano Carmine Coppola - oggi ha una scuola calcio proprio in città - che conquistò addirittura la convocazione in Nazionale, il funambolico Enrico Buonocore (72 presenze e 6 gol nella stupenda cavalcata che portò il Messina dalla Serie C-2 alla Serie B col Messina), l'attuale vice di Ventura (anche lui ex allenatore del Messina) alla guida tecnica dell'Italia Sasà Sullo jolly di centrocampo, il folletto Mimmo Giampà - goleador a San Siro contro il Milan nella storica rimonta del settembre 2004 - ed infine bomber Re Giorgio Corona che aprì e chiuse la sua carriera con la maglia del Messina collezionando la bellezza di 166 presenze e 59 gol fra C2, D e Lega-Pro, ma che in A c'è poi arrivato col Catania con 7 gol in 31 presenze.

IL NOSTRO 'FANTA11 DI PROVINCIA' - E' subito un nome forte quello scelto come estremo difensore, colui che probabilmente potrebbe anche meritare la fascia da capitano di questa squadra se non ci fosse la presenza di chi presenteremo a breve: fra i pali Marco Storari. Portiere cresciuto nel vivaio della Roma, passaggio in D con la maglia del Ladispoli, poi due esperienze poco entusiasmanti a Perugia e Montevarchi prima di diventare uno dei protagonisti della promozione dalla C-1 alla B dell'Ancora, e dopo ancora esperienza da dodicesimo al Napoli in B prima di sbarcare a Messina, trampolino di lancio verso esperienze importanti quali, fra le altre, Milan (con cui si laureò campione d'Europa) e Juventus (4 scudetti) seppur non da protagonista. Da destra a sinistra questa la linea difensiva: Candela, Portanova, Maietta, Parisi. Partiamo dal francese, uno per il quale non servirebbero presentazioni, facciamo parlare il palmares: scudetto e Supercoppa italiana con la Roma, ma soprattutto un Mondiale ed un Europeo con la maglia della Francia. Il suo passaggio a Messina non fu certamente fra i più entusiasmanti, fu l'ultima parentesi della sua carriera. Portanova, come Storari, è cresciuto nelle giovanili della Roma, ma il debutto nei professionisti è con la Fermana in C-1 prima di passare al Genoa, al Cosenza e all'Avellino. Nell'estate 2000 il passaggio al Messina: 88 presenze e 5 gol fra C-1 e B, breve parentesi a Napoli, e via per i lidi di Serie A con Siena, Bologna e Genoa. Meteora giallorossa ma ancora protagonista in A con la maglia del Bologna è Domenico Maietta: il centrale di Cariati ha vestito la maglia giallorossa dal gennaio al giugno 2003, appena 8 presenze complessive in Serie B, prima esperienze con L'Aquila e Triestina, via via tutte le altre sino all'esordio in A col Verona prima del passaggio, appunto, al Bologna. Chiude la linea Alessandro Parisi, uno dei più importanti pezzi di storia recente del Messina: palermitano di nascita, muove i primi passi calcistici nella squadra della sua città e a pochi passi da casa in quel di Trapani prima delle esperienze a Reggio Emilia e Trieste. Nell'estate 2003 comincia la sua avventura a Messina fatta di 25 gol in 151 presenze, un bottino clamoroso per un difensore. E' l'incontrista Antonio Nocerino ad aprire la mediana: anche lui "nasce" nelle giovanili della Juve, a conferma di un rapporto stretto fra le due società, ma l'esordio fra i professionisti lo fa con la maglia dell'Avellino. Dopo aver giocato con Genoa, Catanzaro e Crotone, nel febbraio 2006 fa il suo esordio in Serie A vestendo la casacca del Messina, squadra con la quale segna anche il suo primo gol nella massima serie contro l'Empoli, match poi sospeso per le poco pacifiche reazioni dei tifosi messinesi ormai avviati alla retrocessione. Via dallo Stretto, si trasferisce prima a Piacenza e poi ritorna proprio alla Juve, ma la sua esperienza più felice è al Milan dove sfiora lo scudetto nel 2012 in una stagione per lui straordinaria conclusasi in doppia cifra: 10 gol in 35 presenze. Poi esperienze con West Ham, Torino, Parma ed Orlando City, oltre alle varie apparizioni con la Nazionale italiana. Regista eletto Gaetano D'Agostino: grande promessa del calcio tricolore, la sua esperienza a Messina dopo quella a Bari gli servì per rilanciarsi alla grande tanto da essere accostato negli anni successivi addirittura a Juventus e Real Madrid, anche se alla fine vestì "semplicemente" le maglie di Udinese, Fiorentina, Siena e Pescara prima di chiudere la sua carriera fra D e Lega-Pro con Fidelis Andria, Benevento e Lupa Roma. Chi a Messina c'è arrivato già con un buon curriculum fatto di quasi 100 partite in A è Massimo Donati: 67 presenze fra il 2004 ed il 2006, 2 gol, ma tanta quantità e geometria che conquistarono il cuore dei tifosi siciliani. Altro giocatore che fece il suo esordio in A col Messina è Sergio Floccari, primo nome del tridente biancoscudato: attualmente tesserato col Bologna, l'attaccante calabrese vestì le maglie di Avezzano, Montebelluna, Mestre, Faenza, Genoa e Rimini prima del grande salto nel calcio di vertice. 5 gol in 45 presenze, poi una carriera fra alti (Atalanta, prima esperienza alla Lazio, Parma) e bassi (Genoa, seconda esperienza alla Lazio, Sassuolo) prima del suo passaggio in rossoblù. Accanto a lui scelto Amauri: l'italo-brasiliano arrivò a Messina dopo le apparizioni a Piacenza e Napoli, fu la piazza giusta per farsi conoscere prima dell'esplosione definitiva al Chievo ed al Palermo prima della poco felice esperienza alla Juventus con parziali rilanci a Firenze e Parma. Attualmente milita nella B statunitense con la maglia del Fort Lauderdale Strikers. Dulcis in fundo, per riprendere anche il discorso prima aperto con Storari, colui che merita di indossare la fascia da capitano: Arturo Di Napoli. Prodotto del vivaio dell'Inter, fa il suo esordio in Serie A con la maglia del Napoli nel campionato 1995/1996 durante il quale segna addirittura 5 reti. Ritorno all'Inter e "fuga" a Vicenza nell'estate 1997, Di Napoli vive la sua migliore stagione prima del passaggio in giallorosso in quel di Empoli siglando 11 reti in 25 partite in A. Piacenza, Venezia e Palermo le tre successive tappe della sua carriera e poi finalmente Messina nel 2003: promozione in B, tre anni in A e poi l'addio per andare a Salerno, ma nel 2009 è ancora Messina (161 presenze e 66 gol il bottino complessivo fra B, A e D), seppur la sua carriera si chiuderà alla Caronnese dopo qualche mese di passaggio ancora a Venezia. A Messina ci tornerà ancora, ma stavolta da allenatore prima di essere squalificato dalla giustizia sportiva per uno dei tanti filoni legati al calcioscommesse. Forse all'inizio del paragrafo sugli esclusi c'eravamo sbagliati: il materiale per dare fiducia a questa squadra c'è, ed è di qualità, ed allora non esitate a votare per i giallorossi.

Il Fanta di provincia sbarca a Messina (© Fantagazzetta)

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Il Cesena di Candreva e Lapadula. La Reggina di Pirlo e Nakamura. Il Crotone di Florenzi e Bernardeschi. Il Lecce di Muriel e Cuadrado. Il Brescia di Baggio e Guardiola. Il Piacenza di Inzaghi e Nainggolan. Il Verona di Camoranesi e Jorginho. Il Cosenza di Fiore e Lentini. Il Padova di Perin e Bonaventura. Il Venezia di Recoba e Sirigu. Il Bari di Cassano e Boban. La Salernitana di Di Vaio e Gattuso. Potremmo andare avanti per ore. E lo faremo.

Perché se c'è un un luogo del ricordo e della mente da cui il grande calcio, e il grande fanta, proviene, beh, è quello della provincia italiana. Lì, dove i campioni di ieri e di oggi sono nati, si sono formati, sono esplosi, mettendosi in luce prima di spiccare il volo verso lidi inimmaginabili, o dove quegli stessi grandi campioni sono passati, magari in età avanzata, per dare nuovo lustro alle proprie carriere. E dove i nostri prediletti campioni, strappati magari in aste d'altra epoca a costi irrisori, sono diventati tali, magari diventando dei veri colpi di fantamercato: no, non si tratta di Top 11 della storia di queste squadra, tutt'altro. E' una fanta-Top 11, di calciatori che sono passati, con più o meno successo, per squadre che oggi certo non sono identificabili come "big", ma che hanno avuto una storia epicamente gloriosa e degna, in passato. E di calciatori che, in quelle squadre, sono stati dei piccoli, grandi boom, al fanta, o avrebbero potuto esserlo. 

Antonio Nocerino in azione con la maglia del Messina (getty)

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