Defrel, esploso a Cesena nel 2014 (getty)

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COS'E' "FANTA DI PROVINCIA" - E' una competizione virtuale, atta a coinvolgere il più possibile il pubblico di Fantagazzetta.com, e che riguarda prevalentemente il loro passato, fantacalcistico e non. 28 squadre 'provinciali', nel senso migliore e più sano del termine, prescelte dalla redazione, si sfideranno in una epica sfida in cui 11 loro ex calciatori saranno tenuti a rappresentarle. Soprattutto in nome di ciò che prima, dopo, o durante quell'esperienza, hanno o avrebbero potuto rappresentare al fanta.

COME SI SVILUPPA LA SFIDA - Le 28 squadre verranno presentate giornalmente, week-end compresi, su Fantagazzetta.com da lunedi 12 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio 2017. Saranno suddivise in 7 gironi da 4, selezionate casualmente, e competeranno, attraverso una sfida prettamente social, a forza di like su facebook. Sarete voi lettori a votare la vostra preferita, o semplicemente quella che maggiormente suscita in voi felici ricordi fantacalcistici e/o sogni incompiuti. Le prime due di ogni girone, più le due migliori terze, proseguiranno nel cammino, sfidandosi, da lì in poi, dagli ottavi sino alla finalissima.

COME VENGONO SCELTI I CALCIATORI - Ci sono centinaia e centinaia di grandi calciatori, prevalentemente del passato, che hanno vestito la maglia delle provinciali. Alcuni hanno spiccato il volo, altri ci sono passati avanti negli anni, per concludere una carriera di prestigio. Non è stato facile, per i nostri autori, sceglierne solo 11: per questo, nel testo, vengono 'raccontate' anche le ipotetiche riserve. Non dimenticate che molti dei calciatori inseriti nelle formazioni hanno giocato in più d'una delle squadre presente nella competizione: e non è stato facile, da questo punto di vista, scegliere in quale inserirlo. Sono stati quindi perseguiti criteri di rappresentatività, di 'peso' fantacalcistico, di blasone, ma anche di equilibrio tra le squadre.

LA STORIA - Nel 1940, quando il 21enne conte Alberto Rognoni decise di creare a Cesena una società calcistica, vestita degli stessi colori dello stemma cittadino, difficilmente avrebbe immaginato che, in futuro, quella squadra si sarebbe tolta così tante, piccola soddisfazioni.  Prima di lui era stato l'ex calciatore Aldo Proli a regalare alla città la passione per il calcio, che ancora adesso, a distanza di quasi 200 anni, s'è tutt'altro che sopita. I ragazzi di Giorgio Lugaresi - sesto presidente della storia bianconera, dopo Rognoni, Manuzzi (a cui è intitolato lo stadio), suo padre Edmeo, Campedelli e Balestra - quest'anno in cadetteria stanno faticando oltremodo, ma non più tardi di un anno fa chiusero sesti, perdendo il turno preliminare dei play-off contro lo Spezia che li avrebbe riportati in A dopo solo un anno. E ne ha fatto tanta, di massima serie, il Cavalluccio marino, visto che in oltre 75 anni di storia, 13 sono stati trascorsi nel 'calcio dei grandi'. In una stagione, la '76-'77, i ragazzi di Corsini (portati l'anno prima sino al sesto posto da Marchioro) giocarono addirittura due partite dell'allora Coppa UEFA contro il Magdeburgo pluricampione di Germania. Dopo la pesante sconfitta all'andata per 3-0, i cesenati al ritorno si portarono addirittura sul 2-0, provando a culminare un'epica rimonta. Finì con la disfatta ed il 3-1 finale, ma anche con la consapevolezza di aver raggiunto un punto apicale della propria storia. 

IL CESENA, OGGI - A guidare i bianconeri in questa stagione - come dicevamo, in acque non proprio limpidissime - è Andrea Camplone. A sua disposizione molti dei ragazzi che già hanno militato recentemente col Cesena in A: Agliardi, Djuric, Cascione, Alejandro Rodriguez (5 gol nella Serie A '14-'15), Balzano e Agazzi (tornato in Italia dopo l'infruttuoso prestito al Middlesbrough) sono già stati protagonisti di interessanti scelte fantacalcistiche. Il bomber - prendere nota, per le vostre future aste - è Camillo Ciano, eclettica seconda punta ex Napoli già protagonista a Crotone, mentre a brillare è la stellina del 22enne esterno Garritano, già sorprendentemente convocato da Ventura per uno stage con la Nazionale azzurra.

GLI ESCLUSI - Ve lo diciamo subito: il Cesena dei nostri fanta-sogni è sin da subito una squadra candidata ad arrivare in fondo alla competizione. Lo si intende immediatamente sin dall'elenco degli esclusi, ovvero di coloro che non abbiamo inserito nella formazione che competerà per il torneo, o che sono stati inseriti in altre squadre, appartenenti alla medesima competizione. Il nome più noto, probabilmente, è quello di Graziano Pellé, che nel suo lungo girovagare per l'Europa (e non solo, visto che adesso è sbarcato in Cina) esattamente 10 anni fa si mise in luce nella squadra di Castori: 10 gol in Serie B, l'Europeo under 21, e l'acquisto per 6.5 milioni (incassati dal Lecce) da parte dell'AZ Alkmaar di van Gaal. Oltre a lui, fuori per necessità anche Vasco Regini, terzino sinistro titolare di Giampaolo, il giovane Gagliardini (protagonista nella sua prima stagione da professionista a Cesena), Valdifiori (cresciuto appunto in bianconero), e poi Moras, Caldirola, Appiah, Biondini. Oppure, tornando un po' indietro nel tempo, il pesarese Massimo Ambrosini, che a 18 anni venne prelevato dal Milan di Capello proprio dal Cesena per ben 3.7 miliardi di lire. E l'immortale Seba Rossi, cesenate DOC ed arrivato al Milan, ovviamente, dalla sua squadra di 'casa'. E German Denis: molti non lo sapranno, ma prima di esser portato da Marino a Napoli, e diventare bomber di fama a Bergamo, l'argentino giocò a Cesena la sua prima stagione italiana. Era il 2002, e la squadra, allora in C1, prelevò Denis dal Los Andes, in cui aveva segnato a raffica nelle due precedenti stagioni. 3 gol in 29 partite: non era ancora el 'Tanque'. E poi Brienza, Binotto, Iaquinta, Nappi, Felipe, Scienza, Turci, Rosina, Hubner, Cravero, Ballotta, Bonazzoli e tanti altri. Tra questi, anche Marcello Lippi, visto che in questo racconto parliamo anche di allenatori. Il viareggino debuttò in A, da tecnico, nel 1989, proprio grazie ad Edmeo Lugaresi: si salvò, e da lì iniziò il mito del 'Paul Newman' del pallone.

IL NOSTRO 'FANTA11 DI PROVINCIA' - Partiamo dal portiere: e iniziamo forte, con il miglior pararigori della scorsa stagione. Emiliano Viviano, dopo gli esordi nel Dopolavoro Ferroviari Firenze e nella Polisportiva Firenze Ovest e il vivaio a Firenze e Brescia, debuttò tra i professionisti nel 2004 a Cesena, agli ordini di Castori, dopo l'espulsione del titolare Indiveri: 13 presenze, che gli consentirono poi di tornare tra le rondinelle e giocare alcune delle sue migliori stagioni, sempre in B. Passiamo quindi alla difesa dove, in spirito puramente fantacalcistico, schieriamo due terzini, entrambi interisti. Il primo è Nagatomo, che Campedelli regalò a Ficcadenti nel 2010, prelevandolo dall'FC Tokyo: esplose subito, in A, quel 'piccoletto' giapponese, che venne immediatamente prelevato dall'Inter per circa 6.5 milioni. Contestualmente la Beneamata prestò ai bianconeri l'allora altrettanto giovane Santon, che nell'era post mourinhiana di Benitez trovava poco spazio a Milano. 11 presenze, nella prima metà del 2011, in seguito alle quali arrivò addirittura la chiamata del Newcastle. In mezzo a loro mettiamo, ovviamente, Caldara, la vera fantasorpresa stagionale per Gasperini e tanti fantallenatori: la scorsa stagione, anch'egli in prestito, fu autore di ben 3 gol (come quelli segnati sinora in A) in 27 partite, agli ordini di Drago. E' a centrocampo, però, che sfoderiamo gli artigli: da sinistra verso destra, troviamo anzitutto Emanuele Giaccherini, tra il 2008 e il 2011 stella della risalita, dalla Serie C alla Serie A, della squadra di Bisoli prima e Ficcadenti poi. Faceva praticamente l'esterno d'attacco, all'epoca, Giaccherinho, e dopo aver segnato 20 gol venne preso dalla Juventus, che in totale lo pagò oltre 7 milioni. Al suo fianco non poteva non esserci Kessie, altra rivelazione della squadra di Gasperini, bomber a sorpresa e già nel mirino della stessa Juventus (e non solo), mentre completa il pacchetto mediano Marco Parolo. Indimenticabile, anche fantacalcisticamente, la sua prima stagione in A, la 2010-2011, in cui esplose per via di ben 5 gol: 12 mesi dopo lo prese il Parma, per ben 5 milioni. Completiamo con l'ennesimo 'top' di questa fanta-stagione, ovvero quel Candreva che, dopo Ternana, Livorno, Juventus e Parma, l'Udinese che ne deteneva il cartellino girò in prestito ai bianconeri. Solo due gol, nella prima parte del 2011-2012, prima dello sbarco a Roma. Chiudiamo, inevitabilmente, con gli attaccanti: degli esclusi abbiamo già detto, e per questo, senza tenervi sulle spine, schieriamo un terzetto di primo piano. A iniziare dall'uomo del momento, Gianluca Lapadula: e dire che nel 2012, quando Campedelli lo prese in comproprietà dopo l'ottima annata a San Marino (24 gol stagionali), l'italo-peruviano era il prediletto del Presidente, ed arrivava alla corte di Campedelli jr. con tanta voglia di far bene. Andò a segno quasi subito, nella sfida estiva di Coppa Italia contro la Pro Vercelli: poi un grave infortunio, l'arrivo in panca di Bisoli, ed il prestito al Frosinone. E' andata sicuramente meglio, in bianconero, a Gregoire Defrel, oggi bomber del Sassuolo ed oggetto dei sogni - tra le altre - del Napoli: proprio come Lapagol, i romagnoli lo presero in comproprietà dal Parma, e nel giro di tre anni quel francese, scopertosi talentuosissimo a Foggia, segnò 16 gol (9 dei quali nella Serie A '14-'15) con la maglia bianconera e venne messo sul mercato. Miglior acquirente, all'epoca, fu il Sassuolo, che per averlo spese ben 7 milioni. E siccome non vogliamo farci mancar nulla, abbiamo inserito nel Cesena anche il buon Éder Citadin Martins, che l'Empoli (che lo 'scoprì', nel 2005, prelevandolo dal Criciúma (Serie B brasiliana) girò in prestito prima al Brescia e poi cedette per 5 milioni (più la metà di Vasco Regini, appunto) ai romagnoli. Si trattava del semestre precedente al successivo trasferimento alla Sampdoria: solo due gol, in Serie A, per l'italo-brasiliano, in quel suo 'passaggio'. I liguri, nel gennaio 2012, lo pagarono 3.5 milioni. E l'Inter, un anno fa, circa 4 volte tanto. Perché a Cesena nascono, e nascevano, veri campioni. Stelle del fanta, e del nostro massimo campionato. Ecco perché dovete votarlo! Ah, in panchina abbiamo scelto Arrigo Sacchi: mica uno qualsiasi, il 'vate'. Che, forse non lo saprete, ma iniziò proprio da "casa sua", Cesena (meno di un'ora in auto da Fusignano), dove Alberto Rognoni, fondatore della squadra, lo presentò ad Allodi. E dopo il Fusignano in 2ª categoria, l'Alfonsine in Promozione ed il Bellaria in D, arrivò proprio ad allenare la primavera dei bianconeri: era il 1982, e per il futuro campione del Mondo sulla panchina del Diavolo, arrivò il primo trofeo: lo scudetto Primavera. Non male, vero?

Il Fanta di provincia sbarca a Cesena (© Fantagazzetta)

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Il Cesena di Candreva e Lapadula. La Reggina di Pirlo e Nakamura. Il Crotone di Florenzi e Bernardeschi. Il Lecce di Muriel e Cuadrado. Il Brescia di Baggio e Guardiola. Il Piacenza di Inzaghi e Nainggolan. Il Verona di Camoranesi e Jorginho. Il Cosenza di Fiore e Lentini. Il Padova di Perin e Bonaventura. Il Venezia di Recoba e Sirigu. Il Bari di Cassano e Boban. La Salernitana di Di Vaio e Gattuso. Potremmo andare avanti per ore. E lo faremo.

Perché se c'è un un luogo del ricordo e della mente da cui il grande calcio, e il grande fanta, proviene, beh, è quello della provincia italiana. Lì, dove i campioni di ieri e di oggi sono nati, si sono formati, sono esplosi, mettendosi in luce prima di spiccare il volo verso lidi inimmaginabili, o dove quegli stessi grandi campioni sono passati, magari in età avanzata, per dare nuovo lustro alle proprie carriere. E dove i nostri prediletti campioni, strappati magari in aste d'altra epoca a costi irrisori, sono diventati tali, magari diventando dei veri colpi di fantamercato: no, non si tratta di Top 11 della storia di queste squadra, tutt'altro. E' una fanta-Top 11, di calciatori che sono passati, con più o meno successo, per squadre che oggi certo non sono identificabili come "big", ma che hanno avuto una storia epicamente gloriosa e degna, in passato. E di calciatori che, in quelle squadre, sono stati dei piccoli, grandi boom, al fanta, o avrebbero potuto esserlo. 

Antonio Candreva, la presentazione al Cesena (getty)

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