Marco Di Vaio ai tempi del Parma (Getty Images)

COS'E' "FANTA DI PROVINCIA" - E' una competizione virtuale, atta a coinvolgere il più possibile il pubblico di Fantagazzetta.com, e che riguarda prevalentemente il loro passato, fantacalcistico e non. 28 squadre 'provinciali', nel senso migliore e più sano del termine, prescelte dalla redazione, si sfideranno in una epica sfida in cui 11 loro ex calciatori saranno tenuti a rappresentarle. Soprattutto in nome di ciò che prima, dopo, o durante quell'esperienza, hanno o avrebbero potuto rappresentare al fanta.

COME SI SVILUPPA LA SFIDA - Le 28 squadre verranno presentate giornalmente, week-end compresi, su Fantagazzetta.com da lunedi 12 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio 2017. Saranno suddivise in 7 gironi da 4, selezionate casualmente, e competeranno, attraverso una sfida prettamente social, a forza di like su facebook. Sarete voi lettori a votare la vostra preferita, o semplicemente quella che maggiormente suscita in voi felici ricordi fantacalcistici e/o sogni incompiuti. Le prime due di ogni girone, più le due migliori terze, proseguiranno nel cammino, sfidandosi, da lì in poi, dagli ottavi sino alla finalissima.

COME VENGONO SCELTI I CALCIATORI - Ci sono centinaia e centinaia di grandi calciatori, prevalentemente del passato, che hanno vestito la maglia delle provinciali. Alcuni hanno spiccato il volo, altri ci sono passati avanti negli anni, per concludere una carriera di prestigio. Non è stato facile, per i nostri autori, sceglierne solo 11: per questo, nel testo, vengono 'raccontate' anche le ipotetiche riserve. Non dimenticate che molti dei calciatori inseriti nelle formazioni hanno giocato in più d'una delle squadre presente nella competizione: e non è stato facile, da questo punto di vista, scegliere in quale inserirlo. Sono stati quindi perseguiti criteri di rappresentatività, di 'peso' fantacalcistico, di blasone, ma anche di equilibrio tra le squadre.

LA STORIA – Una sola stagione nella massima serie (1947/1948) prima di ritornarci a distanza di quarantanove anni con il primo posto in Serie B della stagione 1997/1998, sotto la guida di Delio Rossi, per il club granata fondato nel 1919 che già aveva dovuto aspettare 23 lunghi anni per festeggiare il ritorno alla serie cadetta nel 1990 capitanati da Agostino Di Bartolomei. La stagione 1998/1999, con Marco Di Vaio capace di segnare 12 gol miglior marcatore della squadra, è l’ultima in Serie A per il cavalluccio marino ora di proprietà del duo Lotito-Mezzaroma dopo il fallimento datato 2011 che ha costretto la società a ripartire dalla Serie D e a vincere tre campionati (più una Coppa Italia Lega Pro) per risalire la china; lo scorso anno è riuscita a difendere con Menichini la Serie B salvandosi in scioltezza nella doppia sfida play-out contro il Lanciano.

LA SALERNITANA, OGGI – Gli uomini di Alberto Bollini, subentrato al dimissionario Giuseppe Sannino dopo sedici giornate, non stanno certamente entusiasmando il loro numeroso pubblico e non possono permettersi distrazioni: più vicini alla zona rossa della classifica che a quella che consentirebbe l’accesso ai play-off. La stella della squadra è con il numero 10 Alessandro Rosina, il bomber è l’ex Parma Massimo Coda.

GLI ESCLUSI – Ha iniziato dalla Salernitana, quattro stagioni dal 1993 al 1997, un portiere di tutto rispetto come Antonio Chimenti che ha poi vestito in Serie A le maglie di Roma, Lecce, Juve, Cagliari, Udinese. Menzione anche per onorabili difensori come: Maurizio Lanzaro (prima nel 2004/2005 poi dall’estate 2014 al gennaio 2016), quattro stagioni in A con la Reggina; Dražen Boli? (in Campania dal 1998 al 2001), Salvatore Fresi (a segno per 3 volte in A nel 1998/1999), vincitore di una Coppa Uefa con l’Inter; Guglielmo Stendardo (in granata dal gennaio al giugno 2003). Giacomo Tedesco, insieme al fratello Giovanni, tra i protagonisti della promozione 1997/1998; sono passati da Salerno anche gli attaccanti Bogdani (8 gol in B nel 2003/2004), Palladino (15 gol in B nel 2004/2005) e Dionisi (10 gol in B nel 2010).

IL NOSTRO 'FANTA11 DI PROVINCIA' – Tanta grinta, ma anche classe da vendere nella top 11 della Salernitana. Tra i pali spazio a Daniele Balli: il portiere ex Empoli ha debuttato in Serie A proprio con i granata dopo aver già conquistato la promozione. È cresciuto nelle giovanili della Salernitana, Christian Molinaro: il terzino del Torino, prima di Siena, Juve, Stoccarda e Parma, ha fatto una buona gavetta in Serie B dal 2002 al 2005. Esordi con il cavalluccio marino anche per Mark Iuliano: jolly difensivo dal 1990 al 1992 e dal 1994 al 1996 prima del passaggio alla Juve con cui vince quattro campionati. Vittorio Tosto, che in Serie A ha vestito le maglie di Piacenza, Ascoli ed Empoli, faceva parte del gruppo che era riuscito a riportare la Salernitana in Serie A e disputò quella stagione 1998/1999. Insieme a lui, passando ai centrocampisti, il Campione del Mondo, attuale tecnico del Pisa, Gennaro Gattuso, un anno a Salerno (accolto alla grande nella gara Salernitana-Pisa di fine ottobre), dopo l’esperienza in Scozia e prima di diventare grande con la maglia del Milan. Diversi bonus ha portato ai fantallenatori Ighli Vannucchi: 19 gol in Serie A con la maglia dell’Empoli, già nel 1998/1999 segnava (3 gol), poi altre due stagioni in cadetteria con la Salernitana. Bandiera a Salerno anche Roberto Breda, l’attuale tecnico dell’Entella ha vestito i colori granata dal 1993 al 1999, poi dal 2003 al 2005, infine ha allenato la squadra nel 2010/2011 in Lega Pro Prima Divisione (persa la finale play-off). Il compianto Agostino di Bartolomei contribuì, con la fascia da capitano al braccio, al ritorno in Serie B dopo 23 anni della Salernitana nel 1990: segnò 9 gol in Serie C dopo i 7 dell’anno precedente. Protagonista di un’altra promozione, quella in Serie A, uno dei bomber storici del nostro campionato, Marco Di Vaio: 21 gol in cadetteria nel 1997/1998, 12 quelli nella stagione successiva in massima serie che non bastarono però per garantirsi la salvezza. Con lui c’era anche David Di Michele, che in Serie A fece però solo 3 gol, prima di firmarne 37 nei due anni successivi in cadetteria e di essere soprannominato “Re David”. Con altre casacche avrebbe poi regalato tante altre prodezze anche nella massima categoria. Completa il tridente l’attaccante del Sassuolo, Antonino Ragusa, 7 gol in Lega Pro Prima Divisione, importanti per raggiungere i play-off nel 2011. In panchina non può che esserci il “Profeta” Delio Rossi: capace di ottenere a Salerno nel 1993/1994 la promozione in Serie B al primo anno da allenatore professionista e di sfiorare nel 1994/1995 il clamoroso doppio salto dalla C1 alla A (sogno sfumato all’ultima giornata). Promozione che arriva al suo ritorno nel 1997/1998 dopo una trionfale cavalcata, mentre più tribolato è l’anno in A (1998/1999) con l’esonero per fare posto a Francesco Oddo.

Il Fanta di provincia sbarca a Salerno (© Fantagazzetta)

Il Cesena di Candreva e Lapadula. La Reggina di Pirlo e Nakamura. Il Crotone di Florenzi e Bernardeschi. Il Lecce di Muriel e Cuadrado. Il Brescia di Baggio e Guardiola. Il Piacenza di Inzaghi e Nainggolan. Il Verona di Camoranesi e Jorginho. Il Cosenza di Fiore e Lentini. Il Padova di Perin e Bonaventura. Il Venezia di Recoba e Sirigu. Il Bari di Cassano e Boban. La Salernitana di Di Vaio e Gattuso. Potremmo andare avanti per ore. E lo faremo.

Perché se c'è un un luogo del ricordo e della mente da cui il grande calcio, e il grande fanta, proviene, beh, è quello della provincia italiana. Lì, dove i campioni di ieri e di oggi sono nati, si sono formati, sono esplosi, mettendosi in luce prima di spiccare il volo verso lidi inimmaginabili, o dove quegli stessi grandi campioni sono passati, magari in età avanzata, per dare nuovo lustro alle proprie carriere. E dove i nostri prediletti campioni, strappati magari in aste d'altra epoca a costi irrisori, sono diventati tali, magari diventando dei veri colpi di fantamercato: no, non si tratta di Top 11 della storia di queste squadra, tutt'altro. E' una fanta-Top 11, di calciatori che sono passati, con più o meno successo, per squadre che oggi certo non sono identificabili come "big", ma che hanno avuto una storia epicamente gloriosa e degna, in passato. E di calciatori che, in quelle squadre, sono stati dei piccoli, grandi boom, al fanta, o avrebbero potuto esserlo. 

Di Michele con la maglia dell'Udinese (Getty Images)