Cristiano Lucarelli con la maglia del Livorno (Getty Images)

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COS'E' "FANTA DI PROVINCIA" - E' una competizione virtuale, atta a coinvolgere il più possibile il pubblico di Fantagazzetta.com, e che riguarda prevalentemente il loro passato, fantacalcistico e non. 28 squadre 'provinciali', nel senso migliore e più sano del termine, prescelte dalla redazione, si sfideranno in una epica sfida in cui 11 loro ex calciatori saranno tenuti a rappresentarle. Soprattutto in nome di ciò che prima, dopo, o durante quell'esperienza, hanno o avrebbero potuto rappresentare al fanta.

COME SI SVILUPPA LA SFIDA - Le 28 squadre verranno presentate giornalmente, week-end compresi, su Fantagazzetta.com da lunedi 12 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio 2017. Saranno suddivise in 7 gironi da 4, selezionate casualmente, e competeranno, attraverso una sfida prettamente social, a forza di like su facebook. Sarete voi lettori a votare la vostra preferita, o semplicemente quella che maggiormente suscita in voi felici ricordi fantacalcistici e/o sogni incompiuti. Le prime due di ogni girone, più le due migliori terze, proseguiranno nel cammino, sfidandosi, da lì in poi, dagli ottavi sino alla finalissima.

COME VENGONO SCELTI I CALCIATORI - Ci sono centinaia e centinaia di grandi calciatori, prevalentemente del passato, che hanno vestito la maglia delle provinciali. Alcuni hanno spiccato il volo, altri ci sono passati avanti negli anni, per concludere una carriera di prestigio. Non è stato facile, per i nostri autori, sceglierne solo 11: per questo, nel testo, vengono 'raccontate' anche le ipotetiche riserve. Non dimenticate che molti dei calciatori inseriti nelle formazioni hanno giocato in più d'una delle squadre presente nella competizione: e non è stato facile, da questo punto di vista, scegliere in quale inserirlo. Sono stati quindi perseguiti criteri di rappresentatività, di 'peso' fantacalcistico, di blasone, ma anche di equilibrio tra le squadre.

LA STORIA - Nato nel 1915 dalla fusione tra Virtus Juventusque e Spes Livorno, il Livorno Calcio 1915 adottò fin dalla prima ora l'amaranto, simbolo della città, come colore sociale. Pochi anni dopo la nascita la compagine toscana sfiorò lo Scudetto perdendo nella decisiva finale contro l'Inter per 3-2; dopo quel mancato trionfo la storia dei labronici fu però tutt'altro che gloriosa e solo nella stagione 1942-43 riuscirono ad ottenere il secondo posto in classifica alle spalle del Grande Torino di Valentino Mazzola. Dopo la ripresa dei campionati dopo l'interruzione per la seconda guerra Mondiale il Livorno precipitò anhce in Serie C, versando spesso anche in condizioni finanziarie tutt'altro che agevoli come dimostrano i diversi fallimenti a cui i labronici sono andati in contro nel corso degli anni, ritrovandosi anche a dover disputare il campionato di Eccellenza e riuscendo a ritornare in C1 solamente nella stagione 1997-98. La svolta storica per gli amaranto arrivò solamente nel 1999 quando la società venne rilevata dall'imprenditore calabrese di origine ma genovese di adozione Aldo Spinelli. La decisione del presidente amaranto di affidare la panchina a Walter Mazzarri nella stagione 2003-04 portò risultati storici per la compagine toscana, grazie ad uno strepitoso girone di ritorno ed alla straordinaria prolificità della coppia Protti-Lucarelli il Livorono riuscì a tornare in Serie A dopo ben 55 anni di assenza.

Dopo un avvio di stagione altalenante sotto la guida di Franco Colomba, Spinelli decise di richiamare in panchina Roberto Donadoni, centrando l'obiettivo desiderato ovvero quello della permanenza in Serie A. Dopo due salvezze il Livorno riuscì in un'impresa ancora più grande riuscendo a centrare per la prima volta nella sua storia la qualificazione alla Coppa Uefa. L'idillio però era destinato a terminare e dopo l'addio al giocatore simbolo Cristiano Lucarelli, passato allo Shaktar Donetsk per 9 milioni di Euro, i labronici dovettero assaggiare nuovamente l'amara realtà del campionato cadetto, anche se già nella stagione successiva riuscirono a tornare subito in Serie A il giocattolo sembrava ormai essersi definitivamente guastato dando il via ad un periodo di discontinuità in cui i labronici hanno continuamente alternato promozioni e retrocessioni. La giornata più nera della storia del Livorno porta la data del 14 aprile 2012, quando i labronici furono di scena allo Stadio Adriatico di Pescara, sfida durante la quale il centrocampista Piermario Morosini perse la vita sul terreno di gioco per un improvviso malore.

IL LIVORNO, OGGI - Dopo quattordici anni passati a veleggiare tra i campi di Serie A e quelli di Serie B il Livorno ha fatto ritorno in Serie C1, che nel frattempo aveva cambiato nome diventando Lega Pro Prima Divisione. Sulla panchina degli amaranto siede Claudio Foscarini, allenatore alla prima stagione con il Livorno e che nella stagione precedente aveva contribuito alla salvezza in Serie B della Pro Vercelli. In mezzo al campo il giocatore più rappresentativo è indubbiamente il capitano Andrea Luci, il numero 8 amaranto è nato a Piombino, provincia di Livorno, e gioca con la maglia dei labronici dalla stagione 2010-11. Tra i giocatori noti ai più vi sono anche Daniele Vantaggiato, attaccante con un lungo passato in cadetteria che assaporato la Serie A con la maglia del Bologna, il difensore Jonathan Rossini, in prestito dal Sassuolo ma con più di 50 presenze con la maglia della Sampdoria, ed il centrocampista danese Martin Bergvold, alla sua seconda esperienza a Livorno dopo il triennio 2007-10.

GLI ESCLUSI - Visti i molti anni passati recentemente nella nostra serie maggiore non ci stupisce di trovare nel Livorno una grande quantità e qualità di bagaglio tecnico ed umano, obbligandoci dunque a scelte dolorose per arrivare al nostro fanta 11. Difficile lasciare fuori uno dei simboli silenziosi della Juventus pluriscudettata come Rubens Fernando Moedim, meglio noto come Rubinho, o giocatori ancora in attività come Carlo Pinsoglio e Vincenzo Fiorillo. Tanta qualità anche nel reparto difensivo per una squadra che lottava più per retrocedere che per ambizioni di altro lignaggio: negli anni d'oro sono passati da Livorno difensori come Francesco Coco, sbarcato in Toscana sul finire di una carriera che lo aveva visto indossare anche le maglie di Milan, Inter e Barcellona, Fabio Galante, ex Inter, o ancora il colosso ghanese Samuel Kuffuor e l'ex simbolo dell'Udinese Maurizio Domizzi, ma forse la scelta più difficile è stata quella di lasciare fuori dal nostro 11 Alessandro Lucarelli, il fratello di Cristiano rimase solo una stagione nella "sua" Livorno prima di ripartire e diventare poi un simbolo del Parma. Chi ama il calcio e l'ironia della Gialappa's Band non può certamente dimenticare Cesar Prates, protagonista di un'assurda conclusione in una sfida contro la Juventus, ebbene in quel periodo il centrocampista brasiliano indossava proprio la maglia del Livorno; oltre a lui sarebbero molti altri i centrocampisti da dover nominare da Vidigal al campione del Mondo Simone Barone, passando per Candreva alla meteora Dhorasoo, senza dimenticare i vari Russotto, Siligardi, Morrone, Fiore, Giannichedda, mentre la menzione d'onore spetta al già citato e compianto Piermario Morosini.

Se a centrocampo la contesa era numericamente più agguerrita, in attacco sono rimasti fuori qualitativamente eccellenti come Igor Protti, protagonista in due differenti fasi della sua carriera con la maglia del Livorno, o il gemello di Cassano Hugo Enynnaya, od i talentuosissimi Adrian Mutu ed Adrian Ricchiuti, ma forse il nome che più ha fatto sognare i tifosi amaranto e che siamo stati costretti a lasciar fuori è quello dello spagnolo Diego Tristan: arrivato in Italia da svincolato nell'estate del 2007 dopo essere stato a lungo simbolo del Deportivo La Coruña, nella sua avventura livornese si rivela più meteora che stella, 21 presenze complessive in amaranto con una sola rete segnata nel pareggio per 1-1 contro la Roma.

Anche per quanto riguarda il ruolo dell'allenatore la competizione non è stata semplice, a pagarne le conseguenze l'attuale tecnico del Watford Walter Mazzarri che proprio a Livorno iniziò il suo percorso di crescita che lo portò prima a Reggio Calabria e poi sulle panchine di Sampdoria, Napoli ed Inter.

IL NOSTRO 'FANTA11 DI PROVINCIA' - Per difendere i pali della nostra formazione speciale abbiamo scelto Marco Amelia: acquistato nell'estate del 2001 da Spinelli, il cartellino del portiere è rimasto per ben 7 stagioni di proprietà del Livorno ed in quel periodo il frascatano è riuscito anche a laurearsi campione del Mondo con la Nazionale azzurra guidata da Marcello Lippi in terra tedesca, per lui un totale di 187 presenze e 249 reti subite con la maglia amaranto. Davanti ad Amelia una linea a 4 con gli esterni occupati dal senegalese Ibrahima Mbaye, passato da Livorno con la formula del prestito dal settore giovanile dell'Inter prima di fare ritorno alla Pinetina e successviamente passare al Bologna sua attuale squadra, e dall'algerino Djamel Mesbah, anche lui prestato al Livorno nel 2014 dopo aver indossato, tra le altre, anche le maglie di Lecce, Parma e Milan, la coppia centrale è tra le migliori del nostro fanta11 per affidabilità, anche se può peccare per quanto riguarda i bonus: il primo componente della nostra coppia è l'attuale difensore del Pescara Andrea Coda, per lui 23 presenze e 0 reti segnate nella stagione 2013-14 con il Livorno, a completare il reparto arriva il prodotto più famoso del settore giovanile della squadra amaranto, quel Giorgio Chiellini che, nonostante la nascita nell' "odiata" Pisa, è cresciuto, anche calcisticamente, a Livorno arrivando a debuttare in prima squadra poco più che sedicenne nel campionato di Serie C1. Anche per il centrocampo abbiamo deciso di optare per una linea a 4 con degli interni solidi come il ghanese Alfred Duncan, attualmente in forza il Sassuolo ma transitato da Livorno nel 2013-14, ed il capitano del Torino Marco Benassi, passato anche lui in amaranto dal settore giovanile dell'Inter; la fantasia utile per servire le punte viene assicurata dagli esterni, dove troviamo da una parte Alessandro "Alino" Diamanti, che proprio a Livorno vide sbocciare la sua carriera nel biennio 2007-09 prima di tentare la fortuna Oltremanica con la maglia del West Ham, e dall'altra il tuttofare del Cagliari Davide Di Gennaro. Nel ruolo di seconda punta schieriamo l'attaccante del Crotone, ex Juventus e Parma, Raffaele Palladino, mentre il ruolo di finalizzatore, bomber, capitano e uomo simbolo spetta indubbiamente a Cristiano Lucarelli. Pur di vestire la maglia del "suo" Livorno l'attaccante ex Shatkar rinunciò ad un miliardo di Lire e fu disposto anche a scendere di categoria passando dalla Serie A con il Torino alla cadetteria in amaranto; Lucarelli rimase quattro stagioni in riva al Tirreno per un totale di 158 presenze condite da ben 101 "+3" che fecero le gioie di moltissimi fantAllenatori dell'epoca; viste le acque economiche non proprio tranquille in cui navigava la sua squadra accettò poi di trasferirsi in Ucraina, permettendo al Livorno di incassare ben 8 milioni di Euro, nel 2009 tornò poi nuovamente ad indossare la maglia amaranto in prestito dal Parma, chiuse la stagione con 10 reti che però non servirono a garantire la salvezza ai labronici.

La panchina del nostro Fanta-Livorno va invece ad appannaggio dell'attuale allenatore del Bologna Roberto Donadoni, l'ex centrocampista del Milan venne scelto da Spinelli per la prima volta nell'estate del 2002, terminando la sua prima stagione al decimo posto in Serie B, risultato che non gli fece meritare la conferma sulla panchina labronica; nelle gennaio 2005 venne poi richiamato dallo stesso Spinelli per affidargli la panchina dopo l'esonero di Franco Colomba, alla prima stagione in Serie A sulla panchina amaranto Donadoni riuscì a portare i labronici ad uno strabiliante nono posto, con Cristiano Lucarelli che si laureò capocannoniere del torneo, confermato per la stagione successiva lasciò il suo incarico nel febbraio 2006 a causa di dissapori con lo stesso presidente, al momento delle sue dimissioni il Livorno si trovava al quinto posto in classifica. 

Il Fanta di provincia sbarca a Livorno (© Fantagazzetta)

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Il Cesena di Candreva e Lapadula. La Reggina di Pirlo e Nakamura. Il Crotone di Florenzi e Bernardeschi. Il Lecce di Muriel e Cuadrado. Il Brescia di Baggio e Guardiola. Il Piacenza di Inzaghi e Nainggolan. Il Verona di Camoranesi e Jorginho. Il Cosenza di Fiore e Lentini. Il Padova di Perin e Bonaventura. Il Venezia di Recoba e Sirigu. Il Bari di Cassano e Boban. La Salernitana di Di Vaio e Gattuso. Potremmo andare avanti per ore. E lo faremo.

Perché se c'è un un luogo del ricordo e della mente da cui il grande calcio, e il grande fanta, proviene, beh, è quello della provincia italiana. Lì, dove i campioni di ieri e di oggi sono nati, si sono formati, sono esplosi, mettendosi in luce prima di spiccare il volo verso lidi inimmaginabili, o dove quegli stessi grandi campioni sono passati, magari in età avanzata, per dare nuovo lustro alle proprie carriere. E dove i nostri prediletti campioni, strappati magari in aste d'altra epoca a costi irrisori, sono diventati tali, magari diventando dei veri colpi di fantamercato: no, non si tratta di Top 11 della storia di queste squadra, tutt'altro. E' una fanta-Top 11, di calciatori che sono passati, con più o meno successo, per squadre che oggi certo non sono identificabili come "big", ma che hanno avuto una storia epicamente gloriosa e degna, in passato. E di calciatori che, in quelle squadre, sono stati dei piccoli, grandi boom, al fanta, o avrebbero potuto esserlo. 

Alessandro "Alino" Diamanti (Getty Images)

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