Sono le 18:09 del 25 novembre 2020, sono a casa, ho appena finito delle commissioni in smart working, cose di lavoro, cose che si fanno in questo periodo di lockdown per evitare la diffusione del contagio, lontani dai pensieri che porta questa pandemia.

Attira la mia attenzione una notifica whatsapp, il gruppo del fantacalcio, quello sempre pieno di messaggi, di commenti calcistici ed extracalcistici.

Ormai lo sappiamo tutti, nel terzo millennio girano tante fake news. Apro la chat, Agostino ha girato un link, ovviamente non ci credo, sarà la solita fake.

Nel frattempo accendo la tv, faccio zapping sui canali sportivi, stasera c’è la Champions. Un’altra notifica, poi un’altra ancora, è sempre il gruppo del fantacalcio ma non è Agostino, che solitamente è fonte attendibile. Infatti, devo ricredermi su di lui per aver dubitato del suo post.

La verità è che da quel momento in poi non ricordo bene tutto, non ricordo chi sono gli altri che condividono così, in maniera cruda, la stessa notizia. Purtroppo è così, non è una fake, ne parla anche la tv.

Ha sempre fatto parlare di lui, nel bene e nel male. L’ultima notizia lo raccontava dimesso dall’ospedale dopo l’operazione a pochi giorni di distanza dal suo sessantesimo compleanno.

Attualmente è a Tigre, nella sua Argentina, presso il suo domicilio.

Stento ancora a crederci, cerco come un forsennato una testata giornalistica importante che ne annunci l’ufficialità, come quando passó al Napoli dal Barcellona. A quei tempi ci volevano ancora cinque anni perché io nascessi, ma le sue gesta hanno fatto sì che anche io senta quelle emozioni, vissuto quei momenti, lo sento mio, anzi è di tutti. In maniera particolare il popolo napoletano.

Ha riscattato il meridione dell’Italia calcistica, è salito sul tetto del mondo, ha avverato i suoi due sogni, quello di giocare un mondiale con la nazionale e quello di vincerlo.

Gli sono state dedicate canzoni e tributi di ogni genere. Ai decumani conserviamo, gelosamente, un suo capello in una teca. Il San Paolo è stata la sua seconda casa. Lo stadio che presto prenderà il suo nome. Si potrebbe raccontare di lui come si racconta la favola ai bambini prima di andare a dormire.

Lui non c’è più, il fato ha voluto che andasse via in questo giorno, ma il suo ricordo è immortale.

Era sinistro, di piede, di fede e di testa.

Questa sera le luci dello stadio resteranno accese tutta la notte e al cospetto dei murales in città i suoi fedeli lo venerano.

È un giorno triste, tristissimo, ma la passione non si spegne, è più accesa che mai.

Bisogna andare avanti e pensare ai prossimi calci. Magari questa domenica da fantallenatore schiero una buona formazione. Se solo il mio tridente non fosse out. Se solo ne giocasse uno per non perdere il voto in attacco. Se solo avessi Diego Armando Maradona al fantacalcio.

Mauro - La mia Lega Fantacalcio