Caro Simeon, 

prima di tutto permettimi: ti sono vicino in questo momento. E’ difficile riconoscere che ci sia gente come quella che ti ha offeso e ha augurato del male ai tuoi cari. Sono con te e, credimi, in Italia c’è tanta gente che sarà con te. 

Una ventina di anni fa il Bari acquistò un calciatore che fisicamente ti somigliava: altissimo, dinoccolato ma elegante, senza il “pedigree” dei supercampioni. Si chiamava Philemon Masinga ed era anche lui nato in Africa. La nostra è una piazza molto esigente e molti, me compreso, storsero il naso davanti a quello sconosciuto lungagnone dalla testa lucida. Ma Philemon fece ricredere tutti: stacco da airone, col compasso delle sue gambe disegnava cerchi fantastici nelle aree avversarie. In due anni di A segnò 20 gol, compresi alcuni epici (come quello all’Inter del 1998 che ci valse una splendida vittoria fuori casa 1-0). Poi ebbe sfortuna: un infortunio causò la sua regressione e poi, nel 2019, a non ancora 50 anni, un tumore se lo è portato via. Solo chi è così inumano da non comprendere cosa può significare avere un male incurabile può augurarlo ad un’altra persona. 

Così ci ricolleghiamo a te: ti ho osservato per diverse partite, mi è piaciuta quella tua “grazia sgraziata”, quella tecnica lenta e cesellata, quel modo di giocare che ti rende unico nel nostro campionato. Così ho provato a prenderti nella mia fantasquadra. Non ci sono riuscito alle buste, ma al mercatino di febbraio, appena sei stato ripudiato da chi ti aveva comprato all’asta, ti ho rapacemente afferrato.

Non sarà più così facile tenerti in panca come ho fatto la settimana scorsa (e fortuna che Belotti non ha preso voto …): i tuoi rigori in buca d’angolo e i tuoi gol ricamati nella tela di un Crotone coraggioso e sfortunato mi saranno certo ancora utili, anche se faticheranno ad essere compresi dagli “esteti” del calcio. La storia del tuo popolo, gli Igbo, è lunga e tormentata; pare che anche il blues sia parte originaria del vostro lungo e difficile cammino sulle strade del tempo: in quella storia anche tu ti sei ritagliato un piccolo posto, dando calci ad un pallone in un piccolo stadio dal grande cuore.

Continua così, Simy. Gli altri giocano per diventare dei grandi. Tu grande lo sei già.   

Luigi - La mia Lega Fantacalcio