In un mondo sempre più social e poco real, in un tempo in cui le relazioni diventano sempre più labili e fuggevoli, in uno spazio virtuale che parcellizza, separa e isola, ciò che può ancora salvarci è la semplicità, la bellezza, la voglia di divertirsi.
Di divertirsi insieme.

Tra le tante che riguardano il calcio (e il fantacalcio), c'è una storia che ha quasi dell’incredibile, un’avventura lunga 21 anni: quella del FantaMontevergine. Ai più, questo nome non dirà nulla. Per 18 giovani scapestrati napoletani invece, la parola FantaMontevergine rimanda ai riti ancestrali persi nella notte dei tempi, al Valhalla degli amanti del mercato estivo, al Dharma ordinatore di ogni stagione calcistica, al biblico Fiat espresso da (Di) Maria all’annuncio del portiere Gabriel,
pardon, dell’arcangelo Gabriele. Insomma, se cercate qualcosa di sacro e per cui valga la pena vivere, se desiderate
una storia che possa davvero commuovervi, il FantaMontevergine può essere la giusta causa
a cui votarsi e per cui rinunciare ai tranquilli weekend da trascorre al mare, in baita, al centro commerciale.

Tutto ha inizio in un fresco settembre del 2000 quando, abbagliati dal nuovo e promettente millennio appena iniziato, un piccolo gruppo di ragazzini napoletani scorazzanti per le vie del proprio quartiere decise di metter su, senza troppe
pretese, il gioco del fantacalcio. Otto le squadre partecipanti, poche e semplici le regole, come semplici erano i pensieri che affollavano le teste di quegli appassionati adolescenti, dediti – neanche a dirlo – più a conquistare le attenzioni della ragazza di
turno che a non farsi bocciare a scuola. Ma si sa, l’universo femminile richiede uno studio più intenso di quello che si riserva alla preparazione dell’asta. Pochi soldi in tasca, il mondo da scalare, i nostri avventurosi non trovarono di meglio che riunirsi festosamente sulla scalinata della chiesa edificata nel centro del quartiere. Sebbene scelta come ripiego, quella marmorea scalinata divenne la prima sede ufficiale di questa lega che, in onore della sua santa patrona, ancora oggi ne porta il nome: FantaMontevergine.

Senza troppo badare alle scomodità della location, sotto lo sguardo curioso delle paffute vecchiette che, lentamente ma con decisione, entravano le sacro tempio, muniti solo di carta e penna (lontani anni luce i portatili e gli smartphone!), su quelle
scale ebbe luogo la genesi, il concepimento, il Big Bang che ha cambiato quelle vite, le nostre vite.
Nemmeno a dirlo, nulla fu più come prima.

Di anno in anno, dalle scale si è passati alle salette della medesima parrocchia; dalle salette a più comode camere; dalle camere ad ampi saloni dotati di wi-fi.

Coi luoghi, mano a mano sono cambiate anche modalità e regole del campionato: i fogli di carta annotanti le formazioni hanno lasciato spazio alle prime rudimentali piattaforme, sostituite poi dalla pagina facebook, da un sito appositamente creato e,
in ultimo, all’attuale app che ha spiazzato per organizzazione, colori e performance ogni altro supporto. Da tre anni inoltre, anche questa Lega ha accolto la nuova ed entusiasmante sfida lanciata dal format delle euroleghe: una vera e propria competizione europea ove, agli idioli nostrani, si sono affiancati i beniamini dei 4 maggiori campionati europei.

Asta europea: https://euroleghe.fantacalcio.it/eurofantamonte
Asta europea: https://euroleghe.fantacalcio.it/eurofantamonte


Così, come in un sogno che solo il fantacalcio sa realizzare, con un format che permette di intrecciare i campionati, importando ed esportando calciatori dalla rosa “italiana” a quella europea sotto determinate condizioni, a Ranocchia è stato possibile affiancare Ramos, a Zaniolo il riottoso Kondongbia mentre Neuer ha dovuto sgomitare contro Sorrentino per un posto da titolare. Celebre resta il duo di fuoco Messi-Petagna che, nell’anno 2019/2020, sebbene non le abbia portato nessun trofeo, ha concesso alla SaSa il meritato plauso e la stima di tutte le altre compagini che, sportivamente, hanno apprezzato la riuscita operazione di marketing. E poco importa che la ben nota pandemia mondiale abbia poi bloccato la sfida sul più bello. La passione di quei rilanci, le strette di mano e gli sguardi fugaci poco prima che Neymar venisse annunciato resteranno indelebili.

Oggi, dopo 21 anni dalla sua nascita, il FantaMontevergine può annoverare una storia lunga, vivace, ricca di cicatrici e suggestioni, di ricordi e di segreti. Tutto è consultabile sui documenti di lega con un Albo d’Oro di 61 pagine e un Almancco completo delle statistiche più impensabili di ben 172 pagine! Molti sono coloro che si sono avvicinati per caso, prima di consacrarsi al culto di Lupatelli e di Pazzini; molti altri invece i presidenti che hanno lasciato, delusi dall’aver speso fantamiliardi per i famigerati bidoni o perché feriti dalle parole di Soviero per un mero calcio d’angolo. I più coraggiosi, rimasti in lega anche negli anni bui di calciopoli e di Gheddafi al Perugia, sono stati premiati dalla gloria eterna. Il FantaMontevergine, divenuto creatura parlante al pari dei suoi creatori, ha visto tutti i suoi presidenti maturare, sposarsi, realizzarsi, diventare padri, professionisti, accademici, uomini pronti anche ad agganciare treni per diffondere il verbo in altre zone d’Italia. Come per tutti, la vita, senza troppo avvisare, ha fatto il suo corso. In un battito di ciglia, quei scapestrati adolescenti si sono ritrovati in un mondo nuovo, globale prima, multidimensionale poi. Sono diventati grandi.

Oggi, anche se fa strano dirlo, ci definiscono uomini. Eppure, nonostante tutto, il fantacalcio resta lì nelle nostre quotidianità, nei nostri pensieri, nei nostri quaderni riportanti in rosso i bonus e in nero i malus.

Nonostante le mogli, le fidanzate, i colleghi e i congiunti lo chiamino solo gioco, deridendo talvolta la passione e la poderosa organizzazione che c’è dietro, per tutti noi il fantacalcio è molto altro: “E’ il nostro gioco! Potremmo farne a meno?
Potremmo vivere tranquillamente senza? Ovviamente sì. Ma il punto è un altro: perché dovremmo rinunciarvi? In nome di quale omologazione dovremmo porre fine ad un gioco che unisce, che coinvolge, che ci ricorda come, nonostante l’età, ci si possa divertire ancora con poco? Può un poeta rinunciare a scrivere versi? Può un astronauta smettere di guardare la
vastità dell’universo che si vuole esplorare? Diventando grandi, questi uomini hanno fatto diventare grande il fantacalcio
insieme a loro. Oltre il sopramenzionato intreccio fra lega “italiana” ed europea, numerose novità e regole hanno contraddistinto negli anni le famose “riunioni pre-asta” con la famigerata “bozza Roller”. Due regolamenti di oltre 20 pagine l’uno scandiscono le fanta-giornate. Riconferme, classifiche marcatori, classifiche di sfortuna, competizioni che si intrecciano fra loro che nemmeno l’America’s Cup osa immaginare.

Il nostro sogno? Trasmettere intatta questa grande storia a chi verrà dopo. Che siano i nostri figli (oggi ancora troppo piccoli per capire chi sia Zebina) o giovani seguaci in erba, non importa: ciò che conta è non disperdere questo immenso vissuto. Perché, come recita un vecchio spot, “l’antico Fantamonte andava portato in salvo”. La nostra filosofia? Ritrovarsi ogni anno - nonostante le stanchezze del quotidiano – per recuperare e far rivivere lo spirito goliardico degli inizi. A chi ci critica, a chi ci chiama ragazzini, a chi ci indica le vere responsabilità o le bollette da pagare, a tutti costoro come lo spieghi, dopo 20 anni, il perché si è ancora così appassionati?

Come lo spieghi l'aver acquistato e avuto nella tua rosa gente del calibro di Batistuta, Mihajlovic, Ronaldo (il vero!), Maldini, Luciano alias Eriberto alias Luciano, Zoro, Gattuso, Tudor, Saudati, i gemelli Filippini, Zampagna, Recoba, Klose, Reginaldo, Ciccio Cozza, Lucarelli, Maccarone, Vieri, Shevchenko e Kaka, Zidane, Trezeguet, Nakamura e Gatti? Come lo predichi il miracolo dell'essere riuscito a strappare alla concorrenza Fabio Cannavaro o dell’aver rifilato il Binho Cribari, guadagnandoci l’applauso della critica? Come fai a non tramandare il mito di Bobo Vieri o quello del bomber Borriello? Come lo racconti l’acquisto di Sforza o quello dell’icona gay Vampeta? Come giustifichi le lacrime per gli addii del divin codino Baggio, di Pinturicchio Del Piero e del pupone Totti? Come fai a narraee, in poche righe, le aste notturne di 8 ore, gli accordi sottobanco con l’ultimo in classifica, gli scambi impossibili, le gufate, i riti vodoo contro l’avversario di turno, le preghiere innalzate al dio del calcio per vincere con Cassano
e Budan?

La verità è che tutto questo non lo si può spiegare. Lo si può solo vivere. Ventuno anni fa eravamo poco più che ragazzini, animali voraci in un mondo che aveva solo da dare e poco da pretendere; oggi siamo uomini, angeli feriti da un cielo che doveva farci librare e invece ci ha mostrato (in non pochi casi) solo fulmini e tempeste. Ma nonostante la pioggia che la vita ci ha riservato, in tutti noi resta ancora forte l’amore viscerale per questo gioco che ci fa arrabbiare, ridere e – cosa più importante – restare uniti.

Dove saremo fra altri vent’anni, nessuno lo sa; come si trasformerà il calcio, nemmeno. Ciò che conta, però, è che ora siamo qui a dibattere su assist non assegnati, a consolare il compagno arrivato - per l’ennesima volta - ultimo in classifica, a parlare di come sarebbe potuta andare senza VAR, a spulciare le ultime statistiche per scovare il futuro Lapadula e il nuovo Iacoponi da acquistare a 1 fantamiliardo.

E se anche tali colpi di mercato dovessero rivelarsi gli ennesimi pacchi, non importa.
Il divertimento per averci provato ripaga abbondantemente.
FANTAMONTEVERGINE: una storia che continua!

Savio, Antonio, Fabio a nome di tutta la lega - La nostra Lega Fantacalcio 

Asta italiana: https://leghe.fantacalcio.it/fantamonte
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