Tre giorni e tre notti. Erbe e fiori raggiungono il loro splendore; fase di pienezza energetica ideale per prendersi del tempo per sé stessi, per meditare, ma anche “per visualizzare i propri bisogni e desideri e portarli all’azione”. Questi sono gli effetti
sugli umani delle tre notti di luna piena. Suggestione? Superstizione? Forse. Dubbi ancora più stringenti in tempi come questi in cui ci si interroga sul ruolo della Scienza, laddove in passato superstizione e credenze popolari rappresentavano i
rimedi più diffusi per contrastare eventi pandemici. In realtà un effetto della luna piena è stato scientificamente provato: sembra che in questa fase l’attività celebrale aumenti, il sonno profondo si riduca, sentimenti ed emozioni si amplifichino,
diventando intensi, tesi. Che si tratti di alterazioni ormonali o di suggestioni che si ripercuotono sul sonno non si sa ancora. Ma l’effetto esiste.

La sera del 29 gennaio una sfera gialla enorme, altezzosa, faceva capolino tra la bruma invernale, illuminando il Teatro Fantamaradoniano, l’emiciclo dove sarebbe stata messa in scena la rappresentazione del nostro rituale pagano, la Tragedia greca dell’Asta del Clausura. L’atteso spettacolo ha richiesto una preparazione febbrile anche perché si trattava di una prima assoluta: la prima asta virtuale in ventisei anni di vita. Pur essendo stato come Lega pioniera dell’utilizzo del mezzo tecnologico - con Nicola Marzano in collegamento da una sala parto di un indefinito ospedale di Dublino -, le incertezze e le ansie da prestazione travolgevano gli attori sempre più lisi e consunti.

Come se fossimo al teatro presso la corte di Archelao, re di Macedonia, nel 400 a.C., la Fanta Task Force si ispira ad Euripide e affida il buon esito della rappresentazione al “deus ex machina”, che per l’occasione diventa “DADA ex machina”.
Nell’ambito della tragedia greca era necessario far intervenire una o più divinità sulla scena: l'attore che interpretava il dio era posizionato su una sorta di gru in legno, mossa da un sistema di funi e argani, chiamata appunto “mechanè ”.

L'attore veniva calato sulla scena dall'alto, simulando dunque l'intervento di una divinità che scende dal cielo. L’espediente, inventato da Eschilo per le sue Eumenidi, fu in realtà utilizzato a più riprese dall’amatissimo Euripide, colui che prima di altri pose al centro delle sue opere il senso tragico delle difficoltà della vita che emergono nei rapporti interpersonali. Si trattava infatti di spettacoli aperti alle masse dove storie di passati mitici diventavano metafore dei problemi della polis. A Sparta si malignava che “Atene spendeva più per il teatro che per le flotte…”. Il deus ex machina poteva essere un carro di Draghi (ops…) che trasportava Medea lontano da Giasone oppure Eracle che salvava Alcesti dal suo triste destino. Aristotele e soprattutto Aristofane poco gradivano questo espediente scenico che riscuoteva però grandi acclamazioni: l'intervento ex machina degli dei veniva usato per risolvere felicemente una situazione intricata e apparentemente senza possibile via di uscita. Per estensione, col passare dei secoli, nel linguaggio comune, “deus ex machina” è quindi “colui che “interviene a risolvere una situazione difficile o è l'artefice del buon andamento di qualcosa”.

In due parole, Daniele d’ari, alias DADA. E’ stato lui l’eletto a dirigere l’Orchestra Fantamaradoniana con la stretta collaborazione del cerimoniere Gabriele: “Ormai i Tribuni hanno smesso gli abiti giacobini dei guastatori per indossare quelli talari della task force…”. La buona riuscita della prima asta virtuale, necessaria a seguito degli eventi pandemici, è stata anche il risultato di un lavoro preparatorio e capillare che ha investito non solo la Presidenza ma anche tutti quei fantallenatori più avvezzi alle tecnologie a distanza: crediamo sia stata infatti fondamentale la tribolata mattinata di prova di qualche giorno prima per testare tecniche e umori.

Tuttavia durante la serata il timore dell’imprevisto era incombente. Quasi corrosivo. E infatti i tempi iniziali sono tutti tremendamente dilatati. Daniele e Gambro e l’altro duo Pasquale –Dario ordinano una pizza alle 19:20 che arriverà solo due ore dopo; Ilario scompare per motivi misteriosi dal video dove scorgiamo fugacemente Marila; Joz è alle prese affannosamente con un file Excel che presenta qualche problema di calcolo: si aggiungono problemi di collegamento che costringono la figlia Sara – felicissima… - a interrompere la visione in Tv attraverso Chromecast; dopo un’ora salterà anche il modem di Marco in Lunigiana per quindici lunghissimi minuti sferzati da Ilario: “Marco, le bollette si pagano”. La lentezza investe tutte le prime fasi: ogni transazione ha tempi doppi di quelli reali e anche per i giocatori più appetibili partono aste da cifre molto basse, rendendo il tutto “Astenuante” , un riuscito neologismo ideato da Gambro. Che per una volta vediamo gaudente, disteso a godersi l’asta, un’immagine che contrasta il volto tirato, quasi mai sorridente, del nostro direttore d’Orchestra Dada che implementa sapientemente anche l’utilizzo della chat per ufficializzare gli avvenuti acquisti.
Più distensione forse tra i Presidente del Rosso Pompeano che hanno il “privilegio” della presenza: sembravano semplicemente felici di trascorrere, tra una canna e un cornetto, una serata insieme. Ma per chi aveva davanti un semplice schermo, la concentrazione è stata massima: purtroppo c’è stato poco spazio per l’ironia: ci sono stati solo dei timidi “Viola bacia tutti…Barella in day hospital…” e persino le esclusive sul Napoli che Ilario vuole lanciare, con tempi studiati, vengono accolte dai più con telematica indifferenza. Ad un certo punto il panico: poco prima di mezzanotte sono stati acquistati meno di un terzo dei giocatori … Successivamente l’improvvisa accelerazione, un ordine mai visto nelle fasi conclusive nelle aste dal vivo. Alla fine saranno comunque più sei ore di asta, record storico del Fantamaradona, con Enrico che annuncia: “Mi raccomando, formazioni entro le 4:30 del mattino…Avete una mezz’oretta…”. “Nonostante la Dad è sempre un piacere stare con voi” – ha detto Francesco che ha poi rivelato: “Al risveglio ho dovuto pure prendermi la cazziata di Samuele: Papà perché hai preso Ronaldo?”. Stessi timori di Enrico che ha vissuto tutta l’asta, tra pratiche Iva e movimenti sospetti nei pressi della scrivania, con il senso di colpa per non aver preso Ibrahimovic al suo Riccardo. Per noi in esclusiva, il foglio (griffato “Commissione Tributaria Provinciale di Napoli”) delle indicazioni di Riccardo al papà prima del Asta.

Ma al ritorno all’alba a casa il prediletto del Tesoriere confesserà al padre: “Ibrahimovic l’ho scritto solo per farti contento. Grazie per Osimhen, papà”. Ecco l’essenza dell’amore filiale, quello puro, irripetibile, emozionante raccontato poi in altre forme da Gambro che al ritorno alle cinque di mattina si è goduto la poppata delle cinque della sua Gaia, l’ultima adepta fantamaradoniana. Nel post Asta il Presidente Joz presenta poi alla stampa quanto era stato per alcuni il suo nuovo progetto ideologico: “#ad10z , una squadra di tutti giocatori sudamericani hispano hablanti (in preminenza argentini e e uruguayani, con l’aggiunta di DIEGO Demme) per commemorare il nostro simulacro, Diego Armando Maradona. Certe freddure, certe battute, alcune discussioni, le pacche sulle spalle, le grasse risate sono mancate: inutile nasconderlo. Solo alcuni di noi hanno vissuto probabilmente l’asta con la consueta e necessaria dose di spensieratezza: è però pensiero comune che, come ha sottolineato Claudio, “dal punto di vista pratico sia stata condotta una impresa titanica”. Non c’è stato alcun momento di tensione, a parte un paio di situazioni che hanno coinvolto Ilario e Agostino, ma era logico visto che c’era di mezzo il cattivo par excellence, Mario Mandzukic. E’ lo stesso Ilario a confessare: “Non mi aspettavo un’asta così lineare”. “Sono orgoglioso di noi tutti per il grande spirito di abnegazione” - gli fa eco Dino,
avvolto – come faceva notare Enrico - “in una giacca di loden, novello Berlinguer con pipa immortalato da Forattini”: “Un consesso di altissimo livello per qualità e spessore umano”. Il fattore umano che, come ripeteva da giorni Daniele, ha fatto
la differenza: “Ho sognato tutta la notte numeri. Il Fantamaradona non doveva fermarsi e non si è fermato… Per parte mia sono fiero di aver contribuito alla rivoluzione permanente di questa Lega. Un ringraziamento speciale a mia moglie Germana per aver tollerato le nostre voci fino alle quattro del mattino”. E’ stata una notte lunga, ma speciale. Ogni cosa accaduta è stata amplificata.

Normale che avvenga in QUESTE NOTTI, quando è la luna piena ad avere un fertilizzante emotivo. Alla fine lo spettacolo è stato degno di un’opera di William Shakespeare o di Moliere i quali, in chiave moderna, hanno fatto anche loro uso
dell’espediente del deus ex machina, anche se più per compiacenza verso potenti o committenti. Ricorderete poi come Alessandro Manzoni considerò come deus ex machina la Provvidenza, leit motiv de “I promessi sposi”, con lo scopo di assicurare una gioia più certa e più grande di quella terrena.

Non ci saranno editti terreni a fermare il Fantamaradona: noi abbiamo il “provvidenziale” Daniele, noi abbiamo l’Asta in Dad-a.

La nostra Lega Fantacalcio

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