Con l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, ci si chiede quale sarà il futuro, non certo immediato, dei calciatori comunitari che fino ad adesso potevano essere presi liberamente e che invece potrebbero essere soggetti agli stessi criteri che condizionano l'ingresso di calciatori fuori dall'Europa. Lecito chiederselo alla luce del fatto che la FA non si è mai mostrata apertissima e che solo un anno fa ha inasprito le regole.

A parte i comunitari, possono entrare in Gran Bretagna solo giocatori di una nazione nelle prime 50 posizioni del Ranking Fifa che militano stabilmente in nazionale, secondo un sistema di presenze nelle gare ufficiali progressivo:

-30% per la Top 10;

-45% per le posizioni da 11 a 20;

-60% per le posizioni da 21 a 30;

-75% fino alla posizione 50.

L'Italia è dall'estate 2014 fuori dalla Top 10, questo significa che i giocatori italia sbarcati in Premier, al momento dell'acquisto avrebbero dovuto avere il 45% di presenze in gare ufficiali dell'Italia. Oggi nel campionato inglese giocano 8 italiani: Vito Mannone, Fabio Borini, Angelo Ogbonna, Matteo Darmian, Alberto Paloschi, Graziano Pellè, Alessandro Diamanti e Mario Balotelli.

I primi due sono arrivati in Inghilterra ancora minorenni. Paloschi e Pellè non avevano ancora esordito al momento dall'approdo in Premier, l'ex Chievo non lo ha ancora fatto ed è anche tornato all'Atalanta. Ogbonna ha solo un paio di gare all'attivo ufficiali tra il 2013 e il 2015. Diamanti andrà al Watford quest'estate, ma non gioca in azzurro dal 2013.

A rispettare i criteri è Matteo Darmian che nei due anni precedenti all'acquisto da parte del Manchester United ha giocato 10 gare ufficiali su 17, tre dei quali nel girone dei Mondiali in Brasile. Con lui Mario Balotelli che nel 2014, quando è andato al Liverpool, veniva dal biennio con Prandelli in cui è stato titolare.

Anche se il valore dei giocatori in questione non è elevatissimo, si capisce comunque che le regole così come sono sono troppo stringenti, specie per un campionato in crisi tecnica come quello inglese. Per capirlo basti pensare che nella stessa situazione di Pellè e co. ci sarebbero stati top player come Kantè e Diego Costa. Comunque risulta difficile credere che, a procedure ultimate, la Gran Bretagna chiuda le porte ai giocatori europei.