Quando Roberto Mancini era calciatore il suo rapporto con la Nazionale non è mai stato idilliaco. Il carattere tutt’altro che semplice e la fortissima concorrenza nel ruolo di seconda punta/trequartista non gli ha mai permesso di trovare uno spazio in azzurro commisurato al suo talento. In 36 presenze appena 4 reti segnate, di cui una sola davvero di rilievo nell’1-1 alla Germania Ovest nella gara d’esordio dell’Europeo 1988. Peraltro è l’unica manifestazione nella quale Mancini ha giocato visto che ad Italia ‘90 è rimasto costantemente in panchina e ad Usa ‘94 non è stato neppure convocato nonostante fosse stato in campo nelle decisive partite di qualificazione.

A distanza di 24 anni dall’ultima presenza, Mancio sembra davvero in procinto di tornare in azzurro ma come commissario tecnico. Reduce dalla non positiva esperienza sulla panchina dello Zenit. il tecnico di Jesi ha scalato rapidamente posizioni rispetto ai “rivali” ed è il prescelto per guidare l’Italia dopo uno dei momenti più bui della sua storia. Il tutto Zenit permettendo perché il club russo vuole un indennizzo per liberare il suo attuale allenatore. Al di là delle problematiche burocratiche, proviamo ad immaginare quali possono essere gli uomini scelti da Mancini per ripartire dopo la tragica mancata qualificazione a Russia 2018.

Nella sua carriera da mister nei club, Mancini ha sempre chiesto grandi sforzi economici per portare alla sua corte giocatori di talento, fisicamente prestanti e tatticamente duttili. Facile pensare che punterà su questa tipologia anche per la Nazionale, tenendo conto che non è un periodo storico in cui abbondino i giocatori italiani di caratura internazionale.

Dal punto di vista del modulo Mancini non è mai stato un integralista: ha una predilezione per la difesa a 4 ma poi da centrocampo in su ha sempre cercato il modo per far rendere i giocatori a disposizione. Viste le caratteristiche dei giocatori migliori in circolazione possiamo ipotizzare un utilizzo, almeno nella fase iniziale della sua gestione, del 4-3-3. Con un dubbio, forte, legato alla presenza o meno dei veterani e di chi, all'Europeo 2020, sarà in là con gli anni. I Candreva e i Parolo, tanto per intederci.

Antonio Candreva e Marco Parolo in allenamento dutante Euro 2016 (Getty Images)

In porta Gianluigi Donnarumma e da qui non si scappa: è arrivato il momento per l’estremo difensore del Milan di prendere il posto di Buffon come ultimo baluardo azzurro. L’alternativa principale resta Perin.

Bonucci, Caldara, Rugani, Romagnoli e Chiellini (che fa parte del gruppo dei veterani di cui sopra ma che ha più chance di bazzicare ancora Coverciano): tra questi 5 Mancini può scegliere i suoi difensori centrali potendo anche optare per la difesa a 3. Anche la crescita di Gian Marco Ferrari non passerà inosservata. Tra i terzini c’è abbondanza di uomini che possono giocare su entrambe le corsie: Florenzi, De Sciglio, Zappacosta, Darmian e Spinazzola sono tutti nomi su cui Mancini può fare affidamento senza sottovalutare i progressi di Davide Calabria e il recupero di Andrea Conti.

A centrocampo quasi tutto dipenderà da come Mancini vede Marco Verratti: play davanti alla difesa o mezzala di possesso? Nel primo caso il parigino entra diretto in competizione con Jorginho, nel secondo i due possono giocare insieme anche se con meccanismi tutti da oliare in un reparto che rischia di essere troppo leggerino per le idee del ct. Da escludere comunque che il neo ct si privi del centrocampista abruzzese, nonostante le ultime prove incolori in azzurro. Un posto da mezzala pare destinato a Bryan Cristante, che tecnicamente e atleticamente è un centrocampista che assomiglia tantissimo all’ideale di Mancini. Stesso discorso per Roberto Gagliardini, molto meno capace di inserirsi rispetto a Cristante ma che Mancini può schierare anche davanti alla difesa per aumentare la fisicità in mezzo al campo. Non sarebbe sorprendente vedere Marco Benassi dopo l'ottimo campionato con la Fiorentina. Altro elemento che resterà nel giro è Lorenzo Pellegrini, che dalla sua ha anche il fatto di essere uno dei pochissimi under 23 ad aver giocato in Champions. In tal senso ci sarebbe Amadou Diawara, uno che ci starebbe come il cacio sui maccheroni nell’11 di Mancini: ma non è nato in Italia e non ha legami familiari per ora, dunque la sua naturalizzazione è lontana. Il fattore esperienza internazionale, peraltro, potrebbe essere un ostacolo alla chiamata immediata di giocatori reduci da una stagione molto positiva come Barella e Mandragora che però il futuro ct continuerà a tenere d'occhio.

Discorso che non riguarda Federico Chiesa e, a maggior ragione, Patrick Cutrone. I due ventenni sono già stati chiamati da Di Biagio ed è difficile credere che Mancini se ne privi. Il fiorentino e Federico Bernardeschi sono i principali candidati per la corsia di destra mentre, dalla parte opposta, Insigne parte ancora in vantaggio rispetto alla concorrenza con El Shaarawy che nell’ultimo periodo ha scalato posizioni su posizioni. Occhio anche a Verdi e alla sua capacità di giocare su entrambe le fasce e con entrambi i piedi. Per il ruolo di centravanti oggi il titolare non può che essere Ciro Immobile, con Belotti - un anno fa punto di riferimento indiscusso, per dire di come possono cambiare le gerarchie in tempi anche più stretti - e appunto Cutrone alternative.

Una possibile sorpresa potrebbe essere il ritorno di Franco Vazquez, che manca in Nazionale dalle due fugaci apparizioni nel 2015. Il giocatore del Siviglia è l’unico vero 10 che abbiamo in questo momento capace di giocare dietro la punta in un 4-2-3-1 e questa possibilità di variare le carte in tavola potrebbe spingere Mancini a prendere in considerazione una chiamata del Mudo.

Poi c’è lui.

Mancini e Balotelli ai tempi del City (Getty Images)

Nel momento in cui Mancini verrà nominato ufficialmente ct Mario Balotelli diventerà l’elefante nella stanza. È inevitabile che sia così. Mancio l’ha lanciato, coccolato e fatto rendere al meglio all’Inter; lo ha voluto poi al Manchester City dove però i rapporti sono stati molto burrascosi. Ma se c’è un uomo che può rilanciare la carriera in Nazionale dell’attaccante del Nizza quello è Mancini. Avrà voglia di provarci?    

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