Fra i tanti aspetti che si analizzano per giudicare l'operato di un allenatore e del suo staff tecnico ce n'è uno che solitamente viene considerato meno degli altri anche se però ha un'importanza evidentemente di grosso spessore nel corso di una stagione: la condizione fisica della squadra nel corso dei mesi, fattore determinante per saper reggere il confronto con le avversarie match dopo match. A tal proposito si possono fare tantissime osservazioni su questa o quell'altra squadra, su come un allenatore preferisce affrontare i vari periodi dell'anno, ma sicuramente c'è un indicatore comune a tutte le compagini, uno in particolare relativo ai club impegnati nelle coppe europee, Champions League in particolare: la Uefa nel 2001 ha avviato un particolare studio sugli infortuni delle squadre impegnate solitamente anche nella più prestigiosa competizione continentale, finendo per raccogliere i dati per poi renderli noti nel testo UEFA Elite Club Injury Study Report, ancora oggi in continuo aggiornamento, redatto in collaborazione con gli staff medici di 29 club europei.

Questa la lista delle società coinvolte: Bruges, Anderlecth, Copenhagen, Arsenal, Chelsa, Liverpool, Manchester United, Manchester City, Tottenham, Marsiglia, Psg, Bayer Leverkusen, Borussia Dortmund, Bayern Monaco, Schalke 04, Olympiacos, Panathinaikos, Milan, Inter, Juventus, Napoli, Ajax, Psv, Porto, Benfica, Celtic, Barcellona, Real Madrid, Shakhtar Donetsk.

Il dato più interessante relativo a questo studio, oltre che di più facile lettura per i tifosi, è relativo al numero medio di infortuni di natura non traumatica: nel corso di una stagione, e dunque da agosto a maggio, una società impegnata in Champions League si ritrova a dover fare i conti mediamente con 18 infortuni lungo l'arco dell'intera stagione. Ritornando a quanto si diceva in apertura, e cioè la valutazione della condizione fisica di una squadra, quello che si evince dando un'occhiata ai report medici della Juventus è preoccupante: da agosto ad oggi la società bianconera ha dovuto fare a meno per almeno una partita di un proprio calciatore per problemi fisici non traumatici ben 14 volte. In altre parole, il gruppo allenato da Allegri registra oggi già 14 infortuni muscolari da agosto ad oggi. Nel dettaglio (in ordine cronologico):

  • settembre 2017: Chiellini (1 partita saltata), Howedes (1 partita saltata), Howedes (6 partite saltate);
  • ottobre 2017: Pjanic (2 partite saltate);
  • novembre 2017: Chiellini (1 partita saltata);
  • dicembre 2017: Mandzukic (1 partita), Lichtsteiner (3 partite saltate), Howedes (ancora indisponibile), Buffon (6 partite saltate), De Sciglio (3 partite saltate), Cuadrado (ancora indisponibile), Pjanic (1 partita saltata);
  • gennaio 2018: Marchisio (3 partite saltate), Dybala (ancora indisponibile);
  • febbraio 2018: Matuidi (ancora indisponibile).

Il tutto per un totale di 15 infortuni non traumatici, numero che ancora è sotto alla soglia massima, ma che mantenendo questa media proietterebbe il tutto ben 5 unità sopra alla quota di 18 prima specificata: un'enormità, dato ancora più clamoroso se ciò si rapporta al bollettino della diretta concorrente in campionato, altra squadra impegnata in Champions nella prima fase, e che comunque sta proseguendo il suo cammino in coppa. Mister Sarri, infatti, in questa stagione ha dovuto rinunciare per infortuni non traumatici ad un proprio calciatore in due sole occasioni: Chiriches e Leandrinho, entrambi out nel mese in corso, entrambi ancora indisponibili.

Quanto questo divario fisico inciderà sulla corsa al tricolore lo scopriremo fra qualche mese quando appunto la volatona sarà conclusa, ma di certo in casa bianconera in futuro andranno fatte specifiche considerazioni su un'emergenza che l'ha costretta a giocarsi intanto un ottavo di finale di Champions League senza tre pilastri dell'undici titolare: Cuadrado, Matuidi e, soprattutto, Dybala. Per intenderci, provate, per fare un esempio di casa nostra ed uno che guardiamo un po' più da lontano, a togliere Callejon, Allan e Insigne al Napoli o Silva, Sterling e De Bruyne al Manchester City (club con appena 4 stop non traumatici da inizio anno ad oggi), e andate a guardare quale sarebbe il rendimento delle due: forse non cambierebbe nulla, o forse si, di certo ad oggi sono due squadre che potranno continuare le proprie corse senza particolari fastidi d'indisponibilità "dipendente".