Inter-Benfica rievoca quella finale del 1965, quando l’Inter bissò il successo dell’anno precedente battendo i lusitani a Milano. Era l’Inter di Helenio Herrera, di Corso, Suárez, Jair, Mazzola, Burgnich e Facchetti.

Quella finale mise davanti due tra le più grandi formazioni della storia del calcio. Da una parte l’Internazionale del “Mago”, che nell’edizione precedente di quel torneo aveva battuto in finale il Real Madrid, e dall’altra il Benfica di Eusebio, allenato da Elek Schwartz e non più da Béla Guttmann, il maestro ungherese che avrebbe dato il suo nome a una maledizione tutt’oggi ancora valida. Da allora, dalla rottura con l’allenatore più importante della storia dei portoghesi, il Benfica avrebbe perso tutte le finali. Ancora oggi i lusitani sono alla ricerca dell’occasione per sfatare un mito maledetto lungo mezzo secolo.

Nel 1965 la finale fu decisa da un goal di Jair, brasiliano campione del mondo nel 1962, dopo le eliminazioni di Dinamo Bucarest, Rangers Glasgow e Liverpool. Il metodo tattico di Herrera ebbe ragione sulla fantasia e la tecnica dei portoghesi, che in quegli anni avevano tra le loro fila il grande Eusebio, uno tra i più grandi fuoriclasse della storia del calcio.

Il sorteggio dei quarti presenta il conto. Possibilità di rivincita per il Benfica e occasione per l’Inter di ritornare a giocare una semifinale dopo la delusione della finale di Europa League persa pochi anni fa e il successo in Champions League del 2010. Inzaghi, dopo il Porto, trova nuovamente una squadra portoghese a sbarrargli la strada nel cammino in Europa. Un quarto di finale da cinque Champions. 

Il Benfica è però una squadra molto diversa dal Porto. Soprattutto, i lusitani sono superiori. La squadra di Roger Schmidt sta dominando il campionato portoghese e dall’inizio della Champions ha sfoggiato un calcio bello da vedere e molto efficace. Dopo aver vinto il girone in cui c’erano Paris Saint Germain e Juventus, i rossi di Portogallo si sono sbarazzati agli ottavi di finale del Club Brugge con un 7-1 nel risultato complessivo delle due gare. 

Il Benfica, oltre ad essere una delle squadre imbattute della Champions fino a questo momento, sta mostrando grande solidità tattica e una certa capacità di andare a rete. Il gioco di Schmidt è rapido e asfissiante. Palleggio e movimenti nello stretto caratterizzano una manovra che è l’ideale per fare strada in un torneo in cui l’aspetto tecnico è molto importante.

Grimaldo fluidificante sinistro, Otamendi centrale conferiscono qualità ed esperienza, mentre la mediana a due con Chiquinho e Florentino supporta la linea dei trequartisti dietro Goncalo Ramos. Sarà molto interessante vedere se la squadra di Inzaghi imposterà il suo gioco su un assetto più conservativo rispetto a una filosofia di gioco, quella dei portoghesi, molto orientata al palleggio e all’iniziativa. Bisognerà anche vedere quali saranno le scelte di formazione dell’allenatore dell’Inter. Se opterà per Dzeko o Lukaku in avanti e se deciderà di giocare con due prime punte o con una supportata da Lautaro Martinez

L’unica certezza resta il delicato equilibrio dietro il confronto tra due formazioni così diverse. L’interrogativo è se una delle due riuscirà a prevalere nettamente sull’altra o, come accaduto tra Inter e Porto, tutto si giocherà sul filo degli equilibri e dell’episodio.