Mezza serie A cerca di somigliare alla Premier. O, almeno, di acquisire maggiore imprevedibilità. In parte non è ancora così, soprattutto per ragioni tecniche. Il divario tra una parte del campionato e alcune “piccole” è ancora grandissimo. Le venti squadre allungano un calendario che sul piano della competizione potrebbe fare a meno di una frazione che pare più destinata a fare da comparsa senza caratura di categoria.

Tuttavia, in queste prime sei giornate qualcosa di nuovo ha giocato il suo ruolo. La classifica, ovviamente si tratta di un dato destinato a restare provvisorio, ha relegato in zone impreviste squadre come Inter e Juve, per far posto tra le prime alla sorprendente Udinese. La formazione di Sottil, che si è resa protagonista di grandi prestazioni anche con avversari più blasonati (il 4-0 sulla Roma ne è la dimostrazione), è quella che ha avuto il miglior rendimento nelle ultime cinque gare. Al netto della sconfitta nella prima giornata, oggi i friulani sarebbero primi in classifica.

Il Torino, nonostante l’ultima battuta d’arresto con l’Inter (sconfitta immeritata), ha già messo in mostra qualità in grado di poter mettere in difficoltà chiunque. Per quanto fatto vedere fino a questo momento, forse il nono posto ai granata sta pure stretto. Come potrebbe stare stretto anche alla Salernitana, decima, ma imbattuta nelle ultime cinque, con una sola sconfitta registrata nella prima di campionato con la Roma. I campani hanno sfiorato un’impresa storica a Torino con la Juventus, giocando un primo tempo di altissimo livello e sfoggiando una tenuta tattica che, se dovesse perdurare nel corso della stagione, metterebbe i granata tra le squadre che di certo non avranno pensieri di salvezza.

Inoltre, stando alla classifica attuale, per adesso ancora molto corta, il dato più interessante emerge dal fatto che nessuna delle candidate a posizioni di alta graduatoria è riuscita a staccare le dirette avversarie. E che, stando ai primi elementi di questo mese di campionato, ci potrebbero essere almeno sei e sette squadre potenzialmente vincitrici. Napoli, Atalanta, Milan, Inter, Juventus, Roma e Lazio costituiscono un gruppo ampio e imprevedibile.

È chiaro che prima o poi si verificheranno degli scatti, e la classifica prenderà una fisionomia gerarchicamente più definita. Ma, per adesso, considerando che ognuna delle cosiddette grandi ha subito almeno una battuta d’arresto con le piccole e che gli scontri diretti giocati fino a questo momento non hanno rivelato superiorità nettissime o sequenze dominanti (la Lazio ha battuto l’Inter ma ha perso col Napoli, il Milan ha battuto i nerazzurri ma ha impattato con l’Atalanta, Roma e Juve hanno pareggiato), non sembrano così facilmente pronosticabili degli equilibri che, in virtù della lunga pausa del mondiale, potrebbero subire ulteriori rielaborazioni alla ripresa della stagione.

Il rovescio della medaglia, invece, dimostra la discutibilità di un torneo a 20 squadre. Tra il quindicesimo e ventesimo posto, su 6 squadre, si registra una sola vittoria, quella dello Spezia alla prima con l’Empoli. Tra le ultime cinque non c’è nemmeno un successo. Addirittura, se si considerano le seconde 10 (la cosiddetta parte destra della classifica), i successi ottenuti da queste squadre sono appena 6 nel computo complessivo delle prime 6 giornate.

Se si paragonano questi numeri a quelli delle classifiche di Liga, Premier League e Bundesliga, si nota di come in questi campionati anche molte delle squadre di bassa classifica sono comunque riuscite a raccogliere una vittoria, per una graduatoria che in termini di insuccesso è più schiacciata verso il basso. Potrebbe influire anche l’aspetto tattico. In Serie A la mentalità è più sparagnina, votata ad atteggiamenti molto prudenti soprattutto negli scontri diretti. Il che ha aumentato il numero dei pareggi, soprattutto in questa fase iniziale. Resta un elemento per cui la quota salvezza attualmente sarebbe di 19 punti. Si sarebbe a dei minimi storici che in proporzione sono da record negativo. Si tratta, però, di un dato ancora immaturo (poche le gare disputate) per poter essere preso in seria considerazione.

Ecco che attualmente la serie A si presenta come un campionato spezzato a metà, in cui da una parte si potrebbe assistere a una certa imprevedibilità, dall’altra ad un allontanamento progressivo di una parte del torneo che porta con sé una deriva ricca di anomalie e significati decifrabili soprattutto dalla consapevolezza che un campionato a 20 squadre necessita di un intendimento tattico e tecnico più coraggioso. Che non si risolve palleggiando davanti alla propria area di rigore.