Fu una domenica fredda e piovosa del 1985 che Napoli e Udinese, con Maradona e Zico in campo, si giocarono una partita che valse la lotta per non retrocedere. Sì, Maradona da una parte e Zico dall’altra a capo di due formazioni costrette a lottare per non retrocedere. Era il primo campionato del Pibe de Oro. Il Diez ebbe bisogno di un girone d’andata per leggere, capire e costruire quello che sarebbe arrivato dopo. Per certi versi quella partita giocata in mezzo a un campo di fango e di pozzanghere col suo 4-3 finale in favore dei partenopei decretò una svolta psicologica di prospettiva per un Napoli che poco a poco non si sarebbe più voltato indietro, dimenticando i timori e le delusioni della sua storia, per poi cucirsi addosso l’abito dei grandi.

L’Udinese di Sottil aveva iniziato il suo campionato sfoggiando un gioco spettacolare e ottenendo risultati da grande. Battute l’Inter e la Roma, fino a qualche giornata fa i friulani occupavano addirittura la zona Champions. Troppo, sì, rispetto ai pronostici di inizio stagione, ma un momento per nulla immeritato. Adesso la classifica dei bianconeri ha subito un ridimensionamento che ha condotto l’Udinese a un ottavo posto e 24 punti. 4 pareggi nelle ultime cinque giornate e un rallentamento che comunque tiene la squadra allenata da Sottil vicina a squadre come Roma e Atalanta. Anche se si tratta di una classifica che non sente pressioni per obiettivi di alto profilo.

Di quello che Sottil ha mostrato nella prima parte di campionato è rimasto comunque il gioco. Anche se i risultati peccano di consistenza e hanno smarrito continuità, l’undici friulano non ha smesso di praticare il suo calcio coraggioso e ben orchestrato. Deulofeu, in estate molte volte accostato al Napoli, è sicuramente il calciatore più rappresentativo di un organico che ha costantemente bisogno delle sue qualità tecniche.

Arslan e Wallace dovrebbero agire da mediani in grado di costruire, soprattutto Arslan, e di arginare le qualità di Lobotka, compito a cui sarà delegato probabilmente Wallace. Pereyra e Lovric potrebbero fornire spunti interessanti con le loro capacità di inserimento e l’ottima predisposizione al palleggio. L’Udinese è una squadra molto propensa al lavoro sulle fasce, specie in fase propositiva. Questo è un elemento di interesse visto il livello di qualità delle corsie esterne del Napoli.

Spalletti non potrà contare sulla disponibilità di Kvara (precauzionalmente tenuto fuori a causa di condizioni fisiche non ancora ottimali), mentre Rahmani sembra abbia fornito dati interessanti circa il suo recupero. Anche se quasi certamente a essere schierati da centrali difensivi saranno Kim e uno tra Juan Jesus e Ostigard. In mediana Zielinski dovrebbe partire dall’inizio e Lozano, in attacco, potrebbe partire da titolare. Se Kvara non dovesse farcela, Elmas sarebbe la soluzione più vicina a esigenze di equilibrio tattico. Mentre in attacco Osimhen dovrebbe costituire la prima scelta.

Statisticamente il confronto è favorevole al Napoli, ma la partita del Maradona offre spunti anche in chiave tattica, per nulla scontati. Sottil non è uno che rinuncia a giocare e la sua squadra non dovrebbe affidarsi esclusivamente a un atteggiamento esclusivamente difensivo. Nessuna ipotesi rinunciataria in un confronto dove gli ospiti potrebbero avere il vantaggio psicologico di chi non è “costretto” a vincere. A differenza di un Napoli che, al di là della classifica, non avrà intenzione di rallentare un rendimento che sarà poi nuovamente rimesso in discussione alla ripresa dopo i mondiali. Più passano le giornate e più gli azzurri devono fare i conti con un certo genere di tensione. Questa partita è un banco di prova anche per questo.