I più nostalgici lo ricorderanno per i due rigori paratigli da Toldo a Euro 2000, i più masochisti (prevedibilmente olandesi) per l'ultimo scudetto praticamente in tasca e perso dopo il pari sul campo del De Graafshap. Una sorta di "5 maggio" dell'Eredivisie, insomma. E proprio questo parallelismo avvicina idealmente ancor di più Frank De Boer al mondo Inter. Roberto Mancini riceverà una buonuscita da 2,5 milioni di euro, all'ormai ex tecnico dell'Ajax un triennale da 1,5 milioni a stagione. Una scelta precisa, quella di Suning, intenzionato ad affidare il 4-3-3 nerazzurro nelle mani di chi fa di questo modulo il suo habitat naturale.


Da giocatore in carriera De Boer ha vinto praticamente tutto, con la maglia dei Lancieri. In dieci stagioni ha alzato al cielo 10 competizioni nazionali (di cui 5 scudetti), 1 Coppa Uefa, 1 Champions, 1 Supercoppa europea e 1 Coppa intercontinentale. E si è regalato anche una Liga, con il suo approdo al Barcellona. Dal campo alla panchina, il passo è stato pressoché scontato. I risultati? Di tutto rispetto. Ad oggi 4 campionati olandesi e 1 Supercoppa nazionale. Merito di un calcio propositivo, che fa della corsa la sua arma più pregiata. E questa visione spregiudicata porta con sé alcune iniziali considerazioni da affrontare il prima possibile. Come il posizionamento di Banega, che sarebbe costretto ad arretrare il suo raggio d'azione e fare il regista puro. L'alternativa è il 4-2-3-1, altro modulo caro all'allenatore di Hoorn. In ogni caso, la necessità di un rinforzo a centrocampo (Luiz Gustavo sarebbe una soluzione ideale) si fa ancora più impellente, così come il raddoppio del lavoro per la fase difensiva, con una terza linea apparsa troppo vulnerabile in quasi tutte le uscite estive. Intanto, la firma sul contratto nerazzurro. L'Inter di De Boer scalda i motori.