L’ultima sfida europea prima del fallimento fu proprio con l’Eintracht Frankfurt. Nel dicembre del 1994 il Napoli fu sconfitto in casa nella gara di ritorno valevole per gli ottavi di Coppa UEFA e quella fu l’ultima volta in Europa per i partenopei fino alle carte nei tribunali e il nuovo inizio targato dalla gestione De Laurentiis. E i precedenti tra gli azzurri e i tedeschi dicono di tre sconfitte su tre. Due volte nel 1994 e una volta nel 1969 in Coppa delle Alpi. 

Tutto in nome di una statistica che vede il Napoli vincitore in una gara in trasferta in Germania soltanto in un’occasione in tutta la sua storia: il 4-1 sul terreno del Wolfsburg nell’aprile del 2015. Allora la partita valse l’andata dei quarti di finale di Europa League. E dell’Europa League l’Eintracht è il detentore (eliminando anche il Barcellona), grazie al suo secondo successo nella sua storia ottenuto in finale con i Rangers Glasgow (avversario del Napoli nel girone A di Champions). Il destino ha voluto che i tedeschi di Oliver Glasner siano gli avversari della squadra di Spalletti nell’ennesima occasione in cui gli azzurri tenteranno di superare gli ottavi di finale di Champions, fino a questo momento la linea storica massima dei partenopei nella più prestigiosa competizione continentale.

I tedeschi giocano un calcio fondato su una certa duttilità tattica. Il modulo di partenza è il 3-4-3, ma questo può modificarsi se la squadra si trova in condizione di possesso o di pressione. In fase di costruzione gli esterni tendono ad alzarsi per sovrapporsi al lavoro delle punte esterne. Knauff è uno degli elementi ai quali viene chiesto questo genere di movimento tattico, mentre Jakic e Rode formano la coppia di mediani che tendono a restare più arretrati. Ipoteticamente, potrebbero essere loro a prendere in consegna Lobotka, interpretabile come un vertice basso che l’Eintracht, invece, non contempla nel suo schema di gioco.

A Francoforte gioca pure Luca Pellegrini, l’italiano in prestito dalla Juventus, mentre Almamy Touré e Evan N'Dicka sono i difensori più esperti. Mario Götze, arrivato quest’anno, è sicuramente il calciatore più rappresentativo, visti i suoi trascorsi di protagonista anche nell’ultima Coppa del Mondo vinta dalla Germania. In attacco il nome nuovo è Randal Kolo Muani, francese in forza a Francoforte anch’egli dall’attuale stagione. A questi si aggiunge l’altra prima punta, Rafael Santos Borré

L’azione dell’Eintracht è spesso caratterizzata da veloci verticalizzazioni e dallo spostamento degli attaccanti a ridosso della linea difensiva avversaria per cercare inserimenti rapidi con passaggi centrali filtranti. La manovra parte dal possesso palla affidato a uno dei centrali, sempre disposto a cercare le vie centrali per economizzare la manovra. In fase difensiva i tedeschi tendono a formare più linee strette invece che affidarsi a linee più ampie, costringendo l’avversario a spostarsi sulle corsie laterali per poi raddoppiarle col lavoro degli esterni di centrocampo. Quando l’Eintracht si abbassa in atteggiamento più statico e attendista, il modulo diventa un 5-4-1, coi tre centrali difensivi più stretti, i centrocampisti esterni sulla linea di difesa e gli attaccanti esterni su quella mediana. 

La fase difensiva è il punto di forza degli uomini di Glasner che hanno superato il girone di Champions perdendo soltanto una volta e con appena un punto dietro il Tottenham (e finendo davanti a Sporting Lisbona e Marsiglia), dimostrando una forte tenuta mentale in un raggruppamento che è stato incerto fino all’ultima giornata. L’Eintracht attualmente in Bundesliga occupa la quinta posizione, ma è in piena corsa per un posto tra le prime quattro, ribadendo il suo ruolo che lo vede tra le squadre più temibili del campionato tedesco.

Sulla carta il Napoli dovrebbe essere favorito, ma la complessità della competizione e l’esperienza di un avversario che dallo scorso anno in Europa non è affatto abituato a perdere dicono abbastanza per poterlo avvertire come una sfida da fase finale di Champions League. Col pensiero a quella possibilità di poter riscrivere la sua storia.