Diranno che siamo difensivisti: ed è vero.Diranno che siamo fortunati: e voi fateli parlare. Diranno che non abbiamo talento: e come dargli torto. Diranno che siamo italiani: e andiamone fieri.  

Chiedetelo ai belgi, se di questi italiani hanno paura. Chiedetelo ad Hazard, De Bruyne e Lukaku, che in tre fanno il valore di mercato di un paio di intere rose della nostra Serie A, ma che scontràtisi contro un muro lungo 96 minuti hanno dovuto alzare bandiera bianca.

Siamo scorbutici, e non potrebbe essere altrimenti. Sappiamo soffrire, e questo è nel nostro DNA. Non vinceremo mai di goleada, ma sarà sempre e comunque difficile farci gol, questo lo sapevamo. Certo, ora non dobbiamo esaltarci. Gli Europei durano poco ma ogni partita è lunga 3-4 giorni: tutte occasioni utili per mettere a posto le cose che non vanno. E di cose che non vanno, va detto, ce ne sono eccome. 

Anzitutto l'attacco. Eder e Pellé - che in ogni caso ha avuto il merito di chiudere l'incontro, a margine d'una partita assolutamente brutta a livello personale - hanno fatto poco e male, al di fuori del lavoro sporco, e visto anche l'impiego di risorse messo in campo probabilmente avranno bisogno di rifiatare già dalla prossima, contro la Svezia. In tal senso l'utilizzo di Immobile, dentro la partita sia a livello tecnico-tattico che emozionale, appare indicato almeno quanto quello di Florenzi, non impiegato oggi sono per motivi personali (pochi giorni fa è nata la piccola Penelope, ed il ragazzo giallorosso è volato inevitabilmente a Roma) e soppiantato da un Parolo molle, davvero troppo, a maggior ragione se si fa il doveroso confronto con i suoi compagni. Oltre a loro c'è anche un Darmian da rivitalizzare: il terzino dello United è il prescelto da Conte per l'impiego del 3-5-2 e l'uomo in grado di bilanciare il baricentro, ma gli errori - tanti, e gravi - commessi - contro i red devils potrebbero regalargli una panchina. Chissà, magari a favore del concentratissimo De Sciglio - e chi l'avrebbe mai detto dopo la stagione appena trascorsa? - o del riposato El Shaarawy, già provato in quella posizione. Per adesso, però, godiamoci il primo posto nel girone e la qualificazione già quasi probabile. Soprattutto se si considera che questa era la partita più difficile del girone, e che davanti avevamo una delle squadre candidate alla vittoria finale. Diversamente da noi, che però la rabbia la coviamo dentro da sempre. Il fuoco sacro della rivincita sportiva e sociale ci arde dentro, e lo si vede soprattutto negli occhi e nelle spallate dei senatori - un reattivo Chiellini, un solido Barzagli ed un lussureggiante Bonucci - e degli uomini della speranza, come Emanuele Giaccherini. Il più improbabile dei goleador, il folletto magico le cui tracce s'erano perse e che il Bologna ha rigenerato. L'uomo che da ormai anni è sulla bocca di tutti per la dedizione con la quale C.T. ed allenatori si affidano a lui, e che continua a dare risposte importanti, sul campo. Tutte polemiche figlie, probabilmente, delle tante, troppe critiche rivolte a questa squadra nelle scorse settimane, e sin dall'epoca della sua forgiatura. A ferro, fuoco, e sangue, come quello versato da Conte in campo, a seguito della furoreggiante esultanza per il gol. Sangue, come quello che faremo sputare a tutti coloro che ci vorranno buttar fuori da questo Europeo. E che noi, dopo 90 minuti, abbiamo già iniziato a far versare.