Alla fine non è partito, Adem Ljajic, ed è rimasto a Torino. Lo Spartak Mosca ci ha provato fino all'ultimo, ma Cairo non ha accettato né la proposta del club russo (circa 10 milioni) né detto sì alla richiesta di prestito: il mercato in Russia d'altra parte è terminato da già 24 ore. E il talento serbo è restato a Torino ed è anche stato parzialmente rilanciato da Mazzarri, che sinora mai gli aveva concesso anche solo un minuto durante la sua gestione.

Ieri invece il 10 granata è tornato in campo, ad addirittura due mesi dall'ultima volta: subentrato ad Acquah, non è servito per rimontare la sconfitta rimediata contro il Verona, ma è comunque servito a livello tattico per modificare il modulo e dare un cambio di marcia.

In conferenza stampa pre-gara il tecnico aveva spiegato: “Credo che Ljajic ora abbia capito quello che voglio. E se capisce quello che voglio, lui può farlo meglio degli altri: io personalmente non ho nessuna preclusione nei suoi confronti”. Certo, la condizione generale è ancora approssimativa, ma per lui qualche altro spezzone, da qui alla fine, è ora sempre più probabile. Niang, Iago e Belotti, però, non si toccano: anche ieri il francese ha dimostrato di essere imprescindibile, al pari dello spagnolo e del Gallo. Ljajic, però, scala le gerarchie.