72 ore al termine della sessione di mercato in Russia. Dove, qualcuno, ancora nutre residue speranze di portare Adem Ljajic, che come scrivevamo qualche giorno fa, non solo non vede il campo da mesi (e nel derby ha fatto nuovamente lo spettatore), ma ora si vede sopravanzare anche dal giovane Edera nelle gerarchie di Mazzarri.

Troppo, per un calciatore che comunque ha fatto le fortune del Torino a inizio stagione, e che con l'avvento del nuovo tecnico s'è di fatto ritrovato fuori squadra, creando uno scompenso anche in molte fantasquadre. A Mosca il mercato chiuderà solo alle 24:00 del 24 febbraio, ma il problema sta nell'offerta dello Spartak, che era partito da 12 milioni (offerta rifiutata da Cairo, che si appellava alla clausola per l'estero del suo numero 10, da 25 milioni) e che ora, in funzione del malessere del calciatore, si sarebbe fermato a 8 più bonus. Pochissimi, considerato che già all'epoca la prima offerta venne rispedita al mittente. 

Ma c'è ancora spazio per un'ultima opportunità: il prestito secco, che consentirebbe a Ljajic di giocare da qui sino a giugno, conquistandosi la convocazione al Mondiale, dove se giocasse potrebbe mettersi in luce e quindi far nuovamente lievitare il valore del suo cartellino, di modo da garantire una cessione più proficua alla società piemontese. Una soluzione che servirebbe a risolvere le esigenze di più parti: lo Spartak eventualmente andrebbe a ritrattare ex novo il suo cartellino in estate, il ragazzo andrebbe a giocare, il Torino lo rivaluterebbe, e Mazzarri - che si farebbe ampiamente bastare Iago, Berenguer, Niang, Edera e Belotti nelle ultime 13 giornate - si toglierebbe un cruccio. Ce la faranno le due società a pervenire a un accordo?