Accade che fai 400 chilometri per tornare a casa da tua moglie e dai tuoi figli, nella tua Filottrano, provincia di Ancona. Hai appena concluso il Tour des Alpes (Giro del Trentino) al 4°posto, vincendo anche la prima tappa. La stanchezza a 37 anni c’è, ma tu non puoi fermarti, anche se vorresti. C’è un Giro d’Italia da preparare, quello del centenario, per di più da capitano dell’Astana, complice l’infortunio di Fabio Aru. E così, accade che al mattino seguente sei già in strada, con la tua bici ad allenarti. Ma quel che accade dopo nessuno poteva prevederlo: la strada è quella di sempre, poi un incrocio maledetto, la Fiat iveco, il terribile impatto, la corsa inutile con l'elicottero, la morte sul colpo.
E' sabato 22 aprile 2017, il mondo si sveglia e si accorge che Michele Scarponi non c’è più.

Il Memento di oggi lo dedichiamo a Michele, l’aquila di Filottrano, un uomo genuino prima che un grande professionista. Una di quelle persone che fanno star bene chi gli sta intorno, dote non da tutti. Un piccolo omaggio a chi ha dedicato l’intera vita sportiva al ciclismo, giorno e notte, pedalata dopo pedalata, sempre col sorriso sulle labbra.

Per Michele l’amore per la bici arriva presto: a 8 anni ne riceve una in regalo dai genitori per la prima comunione: un colpo di fulmine. Da quel momento parte la scalata e pian piano arrivano le vittorie. Dal campionato Juniores vinto a 17 anni sempre più su, fino ad arrivare al professionismo e alla conquista della Tirreno-Adriatico nel 2009, dopo la brutta parentesi della squalifica per doping dell'anno precedente (implicato nella famosa Operacion Puerto). Ma è al Giro d'Italia del 2011 che arriva la consacrazione con la maglia Lampre-ISD: un 2°posto nella generale che si trasforma in vittoria, grazie alla squalifica per doping comminata ad Alberto Contador. Anche se post gara, la maglia rosa è tutta sua

Col passare degli anni arrivano altre vittorie, ma forse meno di quante ne meriterebbe la sua dedizione. Poi nel 2014 arriva l’Astana, squadra in cui inizia a brillare la stella di un giovane Vincenzo Nibali. Scarponi sa che è l’ora di fare spazio allo squalo e si mette al suo servizio in ogni singola tappa. Sarà anche grazie al suo supporto e alla sua tenacia che Nibali vincerà il Tour de France nel 2014 ed il Giro d’Italia nel 2016. Un gregario di lusso, al servizio della squadra sia fisicamente che moralmente. 

Siamo al 2017, il possibile anno della svolta: indossare nuovamente i gradi di capitano (causa assenza per infortunio di Fabio Aru), per di più nel Giro del centenario, con una squadra pronta per vincere. Il Tour des Alpes aveva dato segnali confortanti con quella vittoria alla prima tappa, spingendo Scarponi a lavorare ancora più sodo per raggiungere lo scopo. Gli allenamenti sempre più duri, a pedalare su quelle strade sempre da solo. Anzi, a volte in compagnia di Frankje...

Tutto svanito in una mattina come tante altre. Il lutto nel ciclismo è grande: "Non ce la faccio, non ho parole", scrive l'amico Nibali su twitter, "Tragedia infinita", scrive invece Fabio Aru. Un cordoglio unanime per i familiari, la moglie Anna e i due piccoli gemellini. E' a loro che mandiamo tutto il nostro affetto con questo piccolo tributo a Michele, un uomo grande per la sua genuinità.
Un uomo che amava la sua bici, ma ancor di più amava sorridere alla vita.