È la terza volta nella fase finale di un europeo. Le altre due - 1984 e 2000, entrambe in semifinale - le hanno tinte di bleu Jean-François Domergue, Michel Platini, Titì Henry e Zinedine Zidane. Deschamps vorrebbe eguagliare il numero di competizioni continentali vinte da tedeschi e iberici contro un Portogallo che ritrova Pepe e William Carvalho e ha da vendicare le lacrime della beffa subita dall Grecia dodici anni fa, quando Cristiano Ronaldo portava una decina di più sulla camiseta. Clattenburg, CR7, Griezmann (settantesima gara stagionale!): è Parigi, ma sembra Milano il 28 maggio scorso. Dal naviglio alla Senna, la fan-zone sotto la tour Eiffel è puzzo di cassonetti di rifiuti in fiamme, acuti delle sirene della gendarmerie nationale e groviglio di anime con capo e collo estesi verso i maxischermi come le enormi falene rivolte alle espressioni seriose di Evra e Renato Sanches: potrebbero essere padre e figlio.
Lacrime di Cristiano (Getty Images)

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PRIMO TEMPO - Fado. Quanto hai dimenticato quel 4 luglio? Quanta la nostalgia di Funchal? Quanta la sofferenza al gol di Charisteas? Quanto il parallelismo con l'altro Ronaldo, a Saint-Denis, nella finale maledetta del campionato del mondo 1998? Quanto il dolore alla ginocchiata di Payet? I fischi ingenerosi dagli spalti per l'ennesima sceneggiata - che sceneggiata non era - e l'équipe di fisioterapisti che fascia inutilmente il prezioso mancino del madridista. Sei minuti e spicci di gioco, venticinque di epica resistenza prima di arrendersi, ancora, alle lacrime: le sue, ma pure quelle di cui il neo entrato Quaresma s'è macchiato la guancia, à la Amy Winehouse, senza lutto. Forse. Il contraccolpo psicologico lascia che la gara congeli, al caldo, sotto i riflettori e l'eco della Marsigliese. Oltre al volo di Rui Patrício sul cabezazo di Griezmann - ma CR7 ancora era in campo - della prima frazione ricordiamo i coast-to-coast di Moussa Sissoko: nato a due passi da qui, la scorsa stagione è retrocesso col Newcastle.

Griezmann feat. "la concha de tu madre" (Getty Images)

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SECONDO TEMPO - La ripresa, senza cambi, s'anima con l'invasione di campo di un tifoso - "French Prakster" scritto a pennarello sul retro della t-shirt bianca - subito accerchiato dalle autorità competenti. Pogba, all'ennesima gara in un ruolo che poco gli compete, resta in campo a differenza di Dimitri Payet, ottimo al cross nel primo tempo, ma forse leggermente in shock dopo aver eliminato dai giochi Cristiano Ronaldo. Entra Kingsley Coman e l'ex juventino subito pennella dalla sinistra per la zucca di Griezmann: Beau Jeu alto di qualche centimetro, puta madre, cuore in gola. Le iniziative di João Mário, giocatore strano, duttile pur mantenendo un'aura di affascinante incompletezza riscaldata dalla precoce calvizie, mantengono a livello l'autostima portoghese anche se sono nuovamente i transalipini - con Giroud e l'incontenibile Sissoko - a sporcare i bicolori guantoni di Rui Patrício, migliore dei suoi. Partecipano alla sobrissima festa anche Gignac (entrato per Giroud) ed Éder, l'ariete di cui Fernando Santos ha bisogno al punto da sostituire Renato Sanches. Minuto novantadue e l'orologio alla periferia della capitale suona rintocchi sinistri: Pepe si ubriaca davanti al fantasma di David Trezeguet che bussa all'anima di André-Pierre Gignac, ma il destro del messicano - come il Gila al mondiale 2006 contro la Germania - colpisce solo il palo esterno. Come ne "Le intermittenze della morte" di Saramago, per un attimo, la Morte ha smesso di fare il proprio lavoro, e in campo rientra addirittura Cristiano Ronaldo. Non è un sogno, solo i tempi supplementari.

Il palo di Gignac (Getty Images)

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TEMPI SUPPLEMENTARI - Deschamps conserva una sostituzione per valutare stanchezza e ginocchio malconcio di Koscielny; intanto, Guerreiro, Carvalho e Matuidi s'iscrivono al taccuino giallo di Mark Clattenburg. Portogallo pericoloso su corner con Éder, che colpisce debolmente di testa, ma capitan Lloris - poco sollecitato questa sera - respinge col braccino di chi sente la tensione più del dovuto. Un abbaglio di Clattenburg - fallo di mano di Éder, ravvisata invece scorrettezza di Koscielny, pure ammonito - regala al Portogallo la punizione dal limite che Guerreiro calcia troppo bene: traversa. Passa pochissimo e stavolta i lusitani passano in vantaggio proprio con Éder, che di forza s'accentra a scarica il destro alle spalle di un lento Lloris: 0-1 a Saint-Denis con poco più di dieci minuti da giocare. Il carattere di Cristano Ronaldo da metà campo, la rabona di Quaresma al centoventesimo minuto. Prima gioia europea per il Portogallo e, almeno per un po', si avrà meno nostalgia di Funchal.

PORTOGALLO - FRANCIA 0-1 d.t.s (0-0 p.t, 0-0 p.t.s.)

MARCATORI: 109' Éder

PORTOGALLO (4-1-3-2): Rui Patrício 7.5; Cédric 5.5, Fonte 5.5, Pepe 6, Guerreiro 6; William Carvalho 6.5; Renato Sanches 6 (78' Éder s.v.), Adrien Silva 5.5 (66' João Moutinho 6), João Mário 7; Nani 6.5, Cristiano Ronaldo s.v. (25' Quaresma 6). All.: Fernando Santos 6.5.

FRANCIA (4-2-3-1): Lloris 6; Sagna 5.5, Umtiti 6.5, Koscielny 6, Evra 6; Pogba 5, Matuidi 6; Sissoko 7.5 (110' Martial), Griezmann 5.5, Payet 6 (58' Coman 6.5); Giroud 5.5 (78' Gignac 6). All.: Deschamps 5.5.

BONUS E MALUS (riferiti ai tempi regolamentari)

GOL FATTI:

GOL SU RIGORE:

GOL SUBITI:

RIGORE PARATO:

RIGORE SBAGLIATO:

ASSIST: ANALISI ASSIST - Speciale Europei 2016: finale

AUTORETI:

GOL DECISIVO VITTORIA:

AMMONIZIONI: Cédric, João Mário, Umtiti

ESPULSIONI: