Niente faccia a faccia: i rappresentanti principali della cordata cinese interessata all'acquisto del Milan, e coi quali Finivest tratterà in esclusiva sino al 15 giugno (con possibile proroga al 20 dello stesso mese), non incontreranno Berlusconi sabato sera, in occasione della finale di Champions League a San Siro. 

La trattativa è ancora in fase di stallo: il Cavaliere non vuole in alcun modo, come esplicitamente dichiarato, 'mollare' la poltrona di Presidente onorario rossonero, e la cosa, seppur non cambi nella sostanza i piani del gruppo in cui sarebbero coinvolti anche Alibaba, Baidu, Galatioto ed Evergrande Group, potrebbe aver creato qualche malumore.

Uno stop solo formale, in realtà. Le cifre sono state accettate da ambo le parti - 700 milioni per l'acquisizione totale, tra un anno, 500 dei quali pagati immediatamente per rilevare il 70% della società - e la traiettoria futura appare ormai tracciata: a Berlusconi verrà consentito di restare numero uno onorario del club, considerato anche che egli stesso è parte integrante del brand col quale ha vinto decine e decine di titoli durante la sua reggenza. 

L'unico handicap riguarda la posizione dell'allenatore, di fatto congelata sino alla seconda metà di giugno. Brocchi resterebbe solo in caso di - remota, ormai - conferma della proprietà Berlusconi, mentre i nuovi soci spingerebbero forte su Emery per l'immediato futuro. Il tecnico spagnolo ha appena conquistato la terza Europa League di fila con il Siviglia e che già la scorsa estate venne trattato con club iberico. Il suo arrivo sarebbe una garanzia anche in merito alla permanenza di Bacca, ad oggi sul taccuino di molti club europei ed orientali. 

L'alternativa resta Villas Boas, contattato anch'egli già nel 2015, e prossimo a dire addio allo Zenit. Su di lui, però, c'è anche l'interesse dello Schalke 04. Più distaccati Giampaolo e, soprattutto, Montella: in ogni caso il nome del successore di Brocchi non verrà reso noto prima di un mese circa. Iniziate, intanto, le manovre secondarie di mercato, come i rinnovi.


Ezio Azzollini